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L'effetto Evra sulla serata di Champions League

Giuseppe Pastore

Nel post partita di Juventus-Chelsea l'ex difensore francese ha sfoderato tutto il suo repertorio di showman. Gli ex calciatori nel diventare commentatori sportivi si trasformano in personaggi di una confortevole serie tv, con le caratterizzazioni, i tormentoni, le polemiche ad arte

Riscaldata da un campionato divertente come una jam-session, che vanta la media-gol più alta d'Europa, e da una Milan-Atletico Madrid fiammeggiante come poche partite di girone della Champions League negli ultimi anni, la settimana calcistica italiana è stata illuminata da due lampi di tivù-verità. “Illuminata” forse è un verbo infelice, visti i pasticci à la Boris che hanno flagellato la diretta di Juventus-Chelsea, versione letterale dell'inno juventino in cui c'è il “bianco che abbraccia il nero”, ma andiamo avanti. Due lampi di verità, dicevamo: Marco Parolo (DAZN) che non si sottrae alla sfilata di abbracci dei suoi ex compagni di spogliatoio che hanno appena vinto il derby di Roma e Patrice Evra (Amazon) che fa il giullare nel post-partita di Juve-Chelsea, ebbro di gioia per la vittoria della squadra di cui è chiamato a commentare la prestazione.

“Sono gobbo dentro”, dice Evra, che poi saltella ai cori della curva, abbandona la postazione per andare a riverire Allegri, di tutto e di più, contenuto a fatica dall'ottima Giulia Mizzoni, sempre con quel fare su di giri che negli ultimi anni l'ha reso una piccola star di Instagram, anche se non esattamente conforme all'etichetta prevista dal cosiddetto stile Juve, insomma alla maniera di un Marchisio. Ma ormai nel 2021 il problema non si pone, perché Evra è amatissimo dalla grande maggioranza del popolo juventino, benché il suo rendimento in campo (specialmente nella parte finale dei suoi due anni e mezzo in bianconero) non ne avesse nascosto l'abbondante declino.

  

Dunque ieri sera Evra ha sfoderato tutto il suo repertorio di showman, mettendo in mezzo anche capitan Bonucci con modi e toni che, ad altri commentatori, sarebbero stati semplicemente vietati: “Si crede Ronaldo, ha fatto il doppio passo, poi ci ha messo quattro giorni per tornare indietro”.

  

L'ex difensore francese è sicuramente stato agevolato dal clima di festa per la vittoria “cortomuso” sui campioni d'Europa, che per tutti i tifosi juventini ha avuto le sembianze di un ritorno a casa, ma ci fa riflettere su come sta cambiando lentamente il senso dell'intrattenimento sportivo, proprio come cambia inesorabilmente la fruizione, dalla parabola allo streaming. E come già hanno compreso in Inghilterra dove da anni le gag di Gary Lineker, Jamie Carragher e Rio Ferdinand vengono condivise e amplificate dai social. Specialmente riguardo agli ex calciatori, magari ancora freschi di campo: in uno sfoggio muscolare di ricchezza, Amazon ne schiera ben cinque in un colpo solo – ieri Evra, Marchisio e Gianfranco Zola dallo stadio con Giulia Mizzoni, Luca Toni e Federico Balzaretti in studio insieme a Marco Cattaneo. Si dividono i compiti: c'è quello più umorale, quello tattico, quello sentimentale, quello storico. L'idea, per nulla stupida, è toglierli dalla polvere della loro poltroncina in studio e trasformarli in personaggi minori di una confortevole serie tv, con le caratterizzazioni, i tormentoni, le polemiche ad arte – comunque sempre soft, dacché la Serie A è un condominio (cit. Spalletti) in cui nessuno parla mai male di qualcun altro in maniera esibita, perché hai visto mai in futuro, un'offertina qua, un contrattino là...

E proprio come se fossero attori al lavoro su più film contemporaneamente, rimbalzano tra Amazon e DAZN, Rai e Mediaset (solo Sky pretende fedeltà assoluta). Equilibristi sul filo del bordocampo con spericolati affacciamenti, com'è successo domenica sera a Marco Parolo, ex capitano della Lazio con ottime doti e tempi da analista televisivo, celebrante o celebrato (la differenza è sottile ma decisiva) dagli ex compagni di squadra anche a causa di una postazione DAZN pericolosamente vicina alla curva Nord laziale. Perché in questo caso c'è una controparte romanista che non ha gradito lo show (peraltro non andato in onda, ma ripreso dallo stadio con gli smartphone e dilagato sui social), chiedendone a gran voce l'allontanamento come si fa più o meno per qualunque motivo oggi in Italia. Pure Mourinho l'ha inzigato nell'intervista post-partita, ricevendo una risposta formalmente impeccabile: ma il veleno era già in circolo. Nessuno se ne avrà a male, anzi: tra tre giorni è tutto dimenticato e nel frattempo niente di meglio per il Grande Sceneggiatore che si è preso in carico il difficile lavoro di ridare appeal a una serie A povera di super-eroi, decidendo di virare verso la commedia brillante.

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