L'orgoglio di andare piano in bicicletta
Da venerdì 29 a domenica 30 a Ferrara torna il Festival del ciclista lento ideato da Guido Foddis. Che siano quelli che vanno forte ad aspettare chi pedala con lentezza: "Beati gli ultimi che la vita sanno goder”.
Quando nel settembre del 1966 allo Sportspaleis di Bruxelles, davanti al principe Alberto – divenuto re del Belgio nel 1993 – e la principessa Paola, Rik van Steenbergen scese di bicicletta dopo la sua ultima riunione in pista della carriera disse che finalmente era arrivato il momento nel quale avrebbe potuto pedalare con lentezza. “Ho pedalato per tutta Europa non riuscendo mai a godermi pienamente quello che c’era attorno. Correre veloce è bello, vincere stupendo, ma ti toglie la possibilità di stupirti del bello che c’è attorno”.
Il ciclismo è un inno alla velocità, alla capacità di andare più forte di tutti. In pianura, in salita, in discesa, ovunque. Anche contro il vento. C’è sempre da pedalare più velocemente degli altri, staccarli. E più e più a lungo lo si fa, più si è ricordati e celebrati. Soprattutto quando la velocità si acquisisce la forma della solitudine.
La bicicletta è però più clemente del ciclismo. Accetta tutto, anche, e forse soprattutto, la lentezza. La bicicletta sa fregarsene della velocità, avanza anche al ritmo meno martellante, l’importante è dare qualche pedalata ogni tanto, quelle giuste per rendere il movimento equilibrio.
La velocità sui pedali è celebrata ovunque in tutto il mondo per (ormai) oltre dieci mesi all’anno. Viene osannato il vincitore, messi in disparte tutti gli altri. Ovunque in tutto il mondo per oltre dieci mesi l’anno la lentezza è un’onta.
Il ciclismo discrimina l’andar piano. A tal punto che si sono sbarazzati pure della Maglia Nera. Dicevano che era antisportivo lottare per l’ultima posizione.
Strano concetto di sportività. Pensare di esaltare la lentezza in bicicletta è una forma di resistenza alla dittatura della velocità. È una tutela della minoranza, che poi è una grande maggioranza, di chi sa benissimo che non riuscirà mai a far volare una bicicletta e non gliene frega niente di pedalare velocemente.
Il Festival del ciclista lento è un pride dell’orgoglio di chi se ne sbatte amabilmente di provare a essere Eddy Merckx, di chi a Fausto Coppi preferisce Sante Carollo. C’è mica nulla di male ad andare piano. Che siano quelli che vanno forte ad aspettare chi pedala con lentezza. Cavoli loro. "Beati gli ultimi che la vita sanno goder”.
Il Festival del ciclista lento andrà in scena da venerdì 29 a domenica 31 ottobre 2021 a Ferrara (qui trovate il programma). E andrà in scena per la quinta volta. Gli eretici ci sono dappertutto, fortuna nostra. E ci sono anche nel sistema gravitazionale del ciclismo. Guido Foddis è uno di questi. Ai vincitori ha sempre preferito gli staccati. Alle barrette energetiche, i salami. Alle borracce di acqua e sali minerali, i fiaschi di vino. Si deve mica rinunciare a tutto per la bicicletta. Si può non rinunciare a nulla e pedalare alla grande comunque. Ci vorrà soltanto un po’ di tempo in più.
Questione di prospettive. Questione di priorità.
“Nel nostro Festival i veri protagonisti sono i pedalatori esclusi dalle lunghe percorrenze, dalle competizioni, dagli allenamenti agonistici. Abbiamo già un'iscritta di 95 anni che coccoleremo come una principessa, perché rappresenta al meglio la nostra missione: mettere tutti su un mezzo a pedali!”, dice Guido Foddis.
L’eresia, molte volte, comporta una visione fantasiosa del mondo. Obbliga a rideterminarne i confini e le usanze. Spesso lo capovolge. Un ribaltamento. Come il Record dell’ora... alla rovescia, ossia fare meno strada possibile in un’ora. I 55,089 chilometri percorsi da Victor Campenaerts (o i 56,375 chilometri percorsi da Chris Boardman, il discrimine è tra l’ora legale e quella illegale, che gli ottimisti chiamano Migliore prestazione umana sull’ora) non sono diversi dal chilometro e spicci percorso dall’ex maglia nera Bruno Zanoni nel 2019: per la precisione 1.070 metri e senza surplace. Un record strepitoso che sabato 30 ottobre proveranno a battere Maria Vittoria Sperotto e Davide Formolo.
Il Foglio sportivo