Foto tratta dal profilo Facebook @cfpanaderiapulidovegadesanmateo  

Una panetteria alla "conquista" della Coppa del Re

Federico Giustini

Il Panadería Pulido, squadra dell’omonima panetteria di Vega de San Mateo nell'isola di Gran Canaria, affronta la Real Sociedad, attualmente seconda nella Liga, nel primo turno della coppa nazionale spagnola

Una panetteria per provare a fermare Oyarzabal e Isak. Nessuno proverà distrarre i due assi della Real Sociedad offrendogli dei dolci da forno o una classica “barra de pan”. Stasera però il Panadería Pulido, squadra dell’omonima panetteria di Vega de San Mateo – località di 7500 abitanti nell’ovest dell’isola di Gran Canaria –affronterà la squadra attualmente seconda in Liga nel primo turno di Coppa del Re.

I vincitori della competizione nel 2020 però non potranno calcare il terreno in erba sintetica dell’Estadio Municipal de Vega de San Mateo: l'impianto è troppo poco capiente – 650 i posti a disposizione – e non sufficientemente illuminato per garantire una buona trasmissione televisiva del match. Si giocherà dunque nell’Estadio de Gran Canaria, teatro degli incontri casalinghi del più celebre Las Palmas. Un premio per i ragazzi del Panadería Pulido, recentemente saliti in Segunda RFEF (paragonabile alla nostra vecchia Serie C2), apice della vita sportiva di un club nato 28 anni fa per garantire ai più giovani del posto un’alternativa alla più tradizionale lotta canaria e fare in modo che trascorressero meno tempo in strada, lontano dai brutti giri.

Francisco Rodríguez Pulido, uno dei fondatori della squadra, ci tiene a precisare che “quello della Panadería Pulido non è un patrocinio, è il nome del club”. Non sponsor, un fatto identitario.

 

Fino all’anno scorso i calciatori guadagnavano 80 euro al mese, più un bonus di 40 euro a vittoria. Il primo pensiero di alcuni di loro, appena ottenuta la storica promozione, è stato quello di non poter giocare le gare in trasferta, solitamente previste la domenica mattina: partire al sabato per raggiungere località come San Fernando, Antequera o Villanueva de la Serena sarebbe stato difficilmente compatibile con il lavoro. 

La promozione in quarta serie ha permesso al club di poter contare su un budget di 490mila euro – sette volte superiore a quello dello scorso anno – e la sola partecipazione alla Coppa del Re garantirà ulteriori 20mila euro. Denaro che servirà per migliorare le strutture e dare ossigeno a un club che, comprese le squadre giovanili, vanta comunque 286 tesserati, tra cui 28 ragazzi immigrati che vivono nei centri d’accoglienza.

 

La Panadería Pulido ha aperto il suo primo negozio 98 anni fa, è gestita dalla stessa famiglia da quattro generazioni e ormai può contare su sette punti vendita sull’isola e 120 dipendenti. Tuttavia per Cristo Rodríguez, direttore responsabile dell’attività, “misurarsi con la Real Sociedad è come aver vinto alla lotteria”. Un incrocio che rimanda alle celebri sfide di Fa Cup, capaci di regalare sorprese e “giant killing” imprevisti, foto iconiche come quella di José Mourinho seduto sulla più scomoda delle sedie presenti sul campo del Marine, ottava divisione inglese.

La riforma della competizione, voluta, dal presidente federale Luis Rubiales, ha avuto il merito di vivacizzare il torneo e di portare grandi squadre in piccoli centri a partire dalla stagione 2019/2020: si parte con turni preliminari che coinvolgono squadre della sesta serie spagnola (l’equivalente della nostra Promozione), per poi arrivare al primo turno in cui scendono in campo tutte le squadre professionistiche, eccezion fatta per le quattro che dovranno disputare la Supercoppa di Spagna (le prime due classificate nella scorsa Liga e le due finaliste della Coppa del Re), che entrano nel turno successivo in programma tra due settimane; gare secche in casa della squadra di categoria inferiore fino agli ottavi di finale; match andata e ritorno solo in semifinale.

 

Agli appassionati spagnoli il format piace molto. È meno inclusivo di quello inglese – 637 i club ai nastri di partenza quest’anno in Fa Cup contro i 116 spagnoli – ma lo è di certo di più di quello italiano, soprattutto in ragione della nuova versione della Coppa Italia, che prevede la partecipazione di 44 squadre (di cui 4 di Serie C). Esiste anche per noi la possibilità di dare nuova linfa alla coppa nazionale o è solo velleitario romanticismo, buono solo per affollare ulteriormente i calendari?

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