In Serie A le società quotate a Piazza Affari sono tre: Juventus, Lazio e Roma. Partendo dall’andamento dei tre titoli durante l’anno, mentre quelli di Roma e Lazio sono rimasti stabili – perdendo rispettivamente l’1,6 e il 4,1 per cento tra l’apertura del 4 gennaio e la chiusura del 29 dicembre –, quello della Juve ha subito un calo drastico, perdendo quasi il 48 per cento e passando da un valore di 0,66 a uno di 0,34 euro per azione. Dati che hanno portato la capitalizzazione di mercato – cioè il valore totale delle azioni in circolazione sul mercato – dagli 874 milioni di euro di inizio gennaio ai 455 milioni di fine dicembre. Nell’andamento del titolo del club bianconero si intravedono gli eventi che hanno caratterizzato il 2021, come il picco toccato dopo il lancio della Superlega e il successivo crollo con il brusco stop al progetto. Ma anche il graduale assestamento del valore delle azioni con il calo degli ultimi mesi scaturito dall’aumento di capitale da 400 milioni.
Per quanto riguarda la Roma, invece, è stato registrato l’effetto Mourinho, con il titolo schizzato alle stelle nei primi giorni di maggio, all’annuncio del portoghese come nuovo tecnico. Un discorso riconducibile anche alla Lazio – seppur con uno strappo meno prepotente – il cui titolo ha toccato la sua vetta più alta nei giorni in cui Maurizio Sarri diventava il nuovo allenatore. In entrambi i casi, dopo l’iniziale “euforia”, i titoli si sono riassestati tornando gradualmente ai livelli precedenti, situazione tipica per le società calcistiche in Borsa, che per loro natura sono molto volatili.
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