Il Foglio sportivo
Il pazzo mondo di Sofia Goggia
Tra mucche, coraggio, Instagram e scherzi: i segreti della sciatrice azzurra raccontati da Barnaba Greppi, il suo skiman
"La sorellina di Ambrosi si chiamerà…… Isér”. È questo uno dei dialoghi più recenti tra Sofia Goggia e Barnaba Greppi, detto Babi, che raccolgono migliaia di visualizzazioni su Instagram. Ambrosi è la giovane mucca vinta un anno fa dopo il successo nella discesa libera della Val d’Isere: quest’anno nuovo trionfo e seconda mucca, che appunto sarà battezzata Isér e sarà allevata nell’agriturismo Ferdy in Val Brembana segnalato dalla guida Il Golosario… Ormai è lui il grande protagonista dei social della donna più veloce del mondo in discesa libera. Barnaba Greppi, lo skiman, quello che nell’immaginario collettivo stende la sciolina sulla soletta degli sci, fa parte del circo bianco da trent’anni. Ha lavorato per Deborah Compagnoni, Isolde Kostner, la svizzera Lara Gut Berhami. Una volta degli oscuri lavoratori, che nei peggiori garage e cantine delle Alpi, preparano gli attrezzi che devono scivolare alla massima velocità sulla neve, che devono affilare le lamine come coltelli giapponesi, si parlava al massimo quando qualcosa andava storto: la sciolina sbagliata è sempre stato il perfetto capo espiatorio di ogni discesista.
Babi, con la Sofi (sembra un passaggio scritto dal Milanese Imbruttito, ma sono entrambi bergamaschi) è diverso. La campionessa olimpica, che con sette vittorie consecutive in discesa ha fatto la storia, ha dato allo skiman finalmente il ruolo che si merita. Basta seguire le storie di @iamsofiagoggia per rendersene conto: famoso il giorno del compleanno della sciatrice lo scorso 15 novembre quando Barnaba le dice “hai raggiunto l’età della Maresana”, una tipica frase bergamasca perché la collina della Maresana, classica meta per una gita fuorioporta è considerata meta dei pensionati. Insomma c’è da divertirsi in questi siparietti, tutti improvvisati e senza filtri che l’atleta realizza da sola, senza l’intervento di un social media manger.
“Faccio questo lavoro da quasi quarant’anni e mi manca appena un anno alla pensione” racconta al Il Foglio Sportivo Barnaba Greppi. “Più di trent’anni li ho passati seguendo le donne. Mia moglie Bibiana Perez l’ho conosciuta così, era in squadra ai tempi di Deborah Compagnoni e ha ottenuto sei podi in Coppa del Mondo. Quando nella primavera 2020 l’Atomic (la marca di sci usati da Goggia) mi ha proposto di seguirla non ho avuto dubbi, tra bergamaschi ci intendiamo al volo. E poi abitiamo a 10 minuti di distanza”.
“Un uomo saggio per un cavallo pazzo” è stata la prima risposta dell’atleta. La conoscenza tra Greppi e Goggia è di lunga data, non solo per la vicinanza tra le abitazioni. Risale a quando Barnaba lavorava per la svizzera Lara Gut, oggi Berhami per aver sposato il calciatore del Genoa, e Sofia ha avuto a disposizione qualche paia di sci di seconda scelta per le sue gare di Coppa Europa. Erano gli anni tra il 2006 e il 2007 con la svizzera già protagonista in Coppa del Mondo, dove ha esordito a 16 anni, mentre l’azzurra, nonostante abbia solo un anno di meno era ancora un bocciolo che doveva fiorire. O forse meglio dire una leonessa che doveva imparare a ruggire.
“All’inizio, quando Sofia ha cominciato a puntarmi il cellulare per interagire con me ero un po’ preoccupato”, continua a raccontare Greppi, “poi mi sono abituato, ma bisogna sempre stare attenti che non scappi una battuta sbagliata: lo dico sempre anche a lei. Ma è impossibile non farsi coinvolgere dalla sua personalità: è una numero uno”. Lo skiman di un’atleta non si ferma alla preparazione degli sci: “Sono io che guido il pulmino con cui ci spostiamo. Nelle lunghe trasferte da un estremo all’altro delle Alpi non si parla solo di sci e così nascono lei idee per nuovi video. In fondo, anche se tutti gli atleti di punta hanno il mental coach, siamo noi i veri o psicologi sul campo. Sofia è una donna molto aperta, mi racconta aspetti della sua vita privata. Con lei non ci si annoia mai. Se c’è un lato della sua personalità che tiene nascosto io non sono in grado di percepirlo. Qualcuno sostiene che non sia sempre sincera. È evidente che non la conosca. Poi ci sono anche temi che restano fuori dalla porta, come gli attriti con Brignone. Non mi riguardano e soprattutto non condizionano la mia amicizia con Danilo Sbardelotto, lo ski man di Federica: siamo amici da quarant’anni e non saranno gli screzi tra le nostre atlete a metterci in difficoltà”. Se vogliamo possiamo definire Barnaba Greppi una sorta di secondo padre, la differenza di età c’è tutta: 29 Goggia, 63 Greppi.
Il momento è magico, con le sette vittorie consecutive in discesa, capace di salire sul gradino più alto anche in super G. Il sogno è la Coppa del Mondo assoluta, anche se l’americana Shiffrin può vincere in tre specialità (gigante, slalom e super G) mentre Goggia solo in due (discesa e super G). Il progresso tecnico è stato enorme, sono diminuiti gli errori, le famose “Goggiate”. C’è meno irruenza e poi tanto coraggio: “Ha un coraggio incredibile, una capacità incredibile di spingere sempre al massimo. Nel nostro mondo si dice che una così ha piedi buoni, sente lo sci, e questo è importante in gara, ma anche quando si fanno i test dei materiali a fine stagione. Dai consigli e dalle esigenze degli atleti la fabbrica realizza i nuovi modelli. Lo sci vincente in discesa comunque è ancora quello della scorsa stagione. Quelli nuovi li stiamo usando in prova. Ma uno sci che va forte può durare benissimo due anni”.
Martedì 15 febbraio 2022 c’è in programma la discesa libera delle Olimpiadi di Pechino. Il back to back è riuscito solo alla tedesca Katia Seizinger nel 1994 e nel 1998. Non c’è l’ha fatta neppure Lindsey Vonn. “Io dico sempre”, continua Barnaba Greppi,” che i paragoni bisogna evitarli. Godiamo del momento perché nello sci è un attimo scendere dal piedistallo”. Però l’acquolina in bocca con una Goggia così si fa sentire.