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Tutti pazzi per Scamacca…il calciomercato di gennaio è una maledizione
Ogni gennaio sempre la stessa solfa di finte illusioni. Intanto il livello del gioco si abbassa e le competizioni crescono: ma è davvero questo che vogliono i tifosi?
E quindi nella schizofrenia del governo degli ipocondriaci l’Italia tornerà al 50 per cento di occupazione degli stadi, con posti rigorosamente a scacchiera che verranno fatti rispettare dai solerti steward che già oggi ricordano con successo ai tifosi di indossare correttamente la mascherina. Una percentuale che non impedirà certo a molti di non vedere la propria squadra dal vivo, visto il tasso di riempimento degli stadi in Serie A.
In attesa di sapere l’opinione dei calciatori-virologi registro che da noi Guardiola ha detto che bisognerebbe obbligare i tifosi a indossare la mascherina allo stadio. Guru di stile, battaglie politiche e tattiche calcistiche, Pep non poteva esimersi dalla burionizzazione e dire la sua su come combattere il Covid e chiudere l’anno in bellezza. Un 2021 che non rimpiangeremo, e non parlo della finale persa all’Europeo, ma dell’impazzimento politicamente corretto arrivato al suo culmine con settimane di discussione sugli inginocchiamenti pre-partita, la-piaga-del-razzismo-negli-stadi, le palpate di culo che rovinano carriere e infliggono Daspo, le fasce arcobaleno al braccio dei capitani. E che palle, signori. Fatemi entrare con la mia bionda stretta in mano nel 2022, ché subito c’è da superare l’incubo di ogni gennaio: il mercato di riparazione.
Come una maledizione, ogni anno puntuale torna e ci tortura con giornate in cui fondamentalmente non succede niente, eppure di questo niente bisogna parlare e scrivere. Il calciomercato di gennaio serve ai giornalisti per avere un po’ di seguito in un mese in cui non capita nulla di interessante a livello sportivo, e ai tifosi per fingere di illudersi che un nuovo acquisto possa essere decisivo. Gli articoli con la classifica dei “migliori colpi del mercato di gennaio” potrebbero stare larghi in un tweet, quelli sui “flop” mettono più tristezza di quelli che ci spiegano la vita (e la loro superiorità morale e intellettuale) recensendo “Don’t look up” sui social. Vedo che le big della Serie A si contendono nientepopòdimenoche Scamacca, e i giocatori dell’invincibile armata azzurra sono contesi da squadre di paesi in cui il calcio non dovrebbe essere giocato per manifesta inferiorità (sto parlando del Canada).
Il brindisi di fine anno lo faccio a Klopp, che sta giustamente sottolineando come con questo ritmo di impegni e partite le squadre europee collasseranno. Pur essendo un lurido conservatore confesso di essere d’accordo con l’allenatore del Liverpool che chiede di tornare alle cinque sostituzioni a partita (lo so che da voi si fa già). In Premier le “piccole” non vogliono perché dicono che così le grandi possono schierare più giocatori forti. Giusto, ma il problema è che anche i giocatori scarsi devono avere la possibilità di rifiatare, o esploderanno anche loro. Il calcio è diventato uno show continuo, non fa in tempo a finire una partita che già ne inizia un’altra.
Il livello si è abbassato, le competizioni ridicole si sono moltiplicate, tremo al pensiero di un Mondiale ogni due anni, la prossima innovazione potrebbe essere fare disputare due partite in contemporanea sullo stesso campo, tipo intervallo a scuola. Giustamente Mbappé ha detto che “così è troppo”, e altri sottolineano che nessuno pensa al benessere dei calciatori. A quello dei tifosi si è smesso di pensare da anni.