il foglio sportivo
Come sta cambiando il calcio in America
Federico Pizzuto, preparatore atletico (specializzato nel recupero infortuni) dei Columbus Crew ci racconta l'Mls: “L’arrivo di Insigne un bel segnale”
Federico Pizzuto è il fitness & end stage rehab coach (preparatore atletico, specializzato nel recupero infortuni) dei Columbus Crew, franchigia della Mls che ha vinto il titolo nel 2020, la seconda volta nella sua storia dopo quello del 2008. Il ragazzo di Campora San Giovanni, paese in provincia di Cosenza è in Ohio da quasi quattro anni, dopo alcune esperienze nell’atletica leggera e quella, determinante, di responsabile atletico del vivaio del Porto. E nei prossimi giorni dovrebbe diventare director of fitness and end stage rehab.
Il campionato inizierà il prossimo 26 febbraio. Gli allenamenti sono iniziati, la preparazione va avanti, così il movimento che guarda con ambizione al Mondiale 2026: “Conosco molto bene il ct Gregg Berhalter e il suo staff, è lui che mi ha portato a Columbus. C’è una visione condivisa, c’è un lavoro quotidiano, ci sono investimenti e giocatori statunitensi che stanno facendo bene nei campionati europei. Tra quattro anni vedrete una Nazionale diversa e sicuramente più forte”, sottolinea Pizzuto.
Da quest’anno c’è anche una novità: la Mls Next Pro che prende il posto del campionato riserve: “Una sorta di Serie B destinata ai giovani calciatori che così potranno crescere all’ombra delle prime squadre. Spesso si dice che la mancanza del meccanismo promozione/retrocessione renda meno competitivo il calcio statunitense, ma non è affatto così. Ci sono progetti e una visione di lungo termine, grazie anche al fatto che da vent’anni c’è sempre la stessa governance (Don Garber, commissioner della Mls, è in carica dal 1999, ndr). Questo da certezze organizzative, come abbiamo visto nella gestione della bolla anti-Covid, che altrove non ci sono, sulle quali il movimento è cresciuto costantemente, aumentando il numero delle franchigie (quest’anno esordisce Charlotte FC, nel 2023 St. Louis City e forse Sacramento Republic, dopo l’esordio di Austin FC l’anno passato, e si parla già di Las Vegas e Cleveland, ndr); molto probabilmente, come nella Nba, all’interno delle due Conference nasceranno delle Division per una struttura complessiva migliore. Esiste poi un aspetto culturale. Negli Stati Uniti c’è un’apertura mentale differente, qui si cerca di portare i migliori per continuare a crescere. In Europa, invece, pensiamo di essere migliori degli altri mentre si vedono crepe nei vari movimenti, non solo economiche”, afferma Federico Pizzuto.
Le nuove franchigie, inoltre, non nascono e basta ma cercano di creare intorno una comunità che sia coinvolta il più possibile: “Ogni anno riuniamo tutti quelli che lavorano per il club, dallo staff tecnico a chi vende i biglietti, e ragioniamo su come portare la ‘cultura’ della società ancora più in profondità nella nostra comunità, a come coinvolgerla meglio, con strategie nuove, e questo dà risultati importanti. L’esperienza di Austin (con il premio Oscar Matthew McConaughey che fa da testimonial, ndr) in questo senso è un case history”.
Intanto Lorenzo Insigne ha firmato con il Toronto FC di Bill Manning, dove in panchina troverà l’ex ct degli Stati Uniti Bob Bradley: “Per la Mls è un segno importante, la prova che questa lega attrae giocatori di talento all’apice della carriera, insieme con giovani che vogliono mostrare le proprie capacità. Insomma, non è più il campionato dove si va a svernare in attesa della fine. Inoltre, l’ingaggio di Insigne obbligherà le altre squadre ad alzare il livello, quindi maggiori investimenti di lega e dei singoli club nei prossimi anni e, come in un circolo virtuoso, nuovi campioni in arrivo”, dice Pizzuto.
Secondo Federico le favorite della Mls 2022 sono Seattle Sounders, Portland Timbers, Philadelphia Union e i campioni in carica: New York City FC. Proprio quest’ultimo fa parte del City Football Group, ma ciò non ha creato alcuno ‘scompenso’ negli avversari: “Nessuno ha pensato che New York City partisse avvantaggiata per la sua forza economica globale. Hanno vinto con una qualità di squadra e se lo sono meritato. Noi? Quest’anno vogliamo arrivare ai playoff, lì poi può succedere di tutto”, come accaduto nel 2020. Federico è un professionista ambizioso, altra cosa che in Italia difficilmente è apprezzata: “Il mio sogno di bambino è di lavorare nel calcio italiano. A me non piace stare nella comfort zone, tutt’altro. Qui mi trovo bene e ci sono ampi margini di sviluppo. Ci sono nuove sfide e non posso dimenticare quanto la Mls e i Columbus Crew mi hanno dato in questi anni, in termini di crescita personale e professionale”.
In un vecchio film la frase iconica era: “Come va l’Ohio, così va la nazione”. L’appuntamento è per il 2026, in attesa di una Nazionale a stelle e strisce seriamente competitiva.