I tifosi del Parma iniziano a contare gli zero
I gialloblu hanno iniziato il 2022 con una sconfitta. Un ritorno in campo a oltre un mese dall'ultima partita, quella vinta contro l'Alessandria
Se c’è una cosa che non mi piace, del mio mestiere, è la burocrazia. Tutti quei questionari che devi riempire, col tuo codice fiscale, la tua partita Iva, il tuo Iban. Con tutti gli zero di seguito che ci sono negli Iban, che è difficilissimo, contarli. Eppure, la mattina del 22 gennaio del 2022, piuttosto che scrivere, come avrei dovuto, delle ultime due partite del Parma, mi sono svegliato e mi son messo a compilare uno di quei questionari pieni di zeri che non sai mai come contarli e che hai sempre l’impressione di esserti sbagliato.
Avrei fatto di tutto, pur di non pensare al Parma. Che, secondo il grande critico della letteratura Viktor Šklovskij, è la condizione ideale, se devi scrivere qualcosa. Secondo lui, le contraddizioni e gli ostacoli son le cose che favoriscono l’apparizione di un’idea nuova. "Bisogna aver caro il momento in cui non ci riesce qualcosa", scrive Šklovskij, e io, quella mattina del 22 gennaio del 2022 dovrei averla cara perché, decisamente, non mi riusciva qualcosa: scrivere questo pezzetto.
Avevo ancora addosso il freddo che avevo preso la sera prima allo stadio Tardini, che c’era Parma-Frosinone, la prima partita del Parma del 2022.
La precedente era stata giocata a Alessandria il 19 dicembre del 2021, io non c’ero andato, l’avevo vista sul computer e avevo sentito la telecronaca che mi aveva fatto venire in mente un dialogo senza titolo scritto da Aldo Buzzi.
Fa così:
«Come sta?» dissi.
«Ho preparato una proposta da sottoporre al ministro della giustizia per punire una categoria di persone che mi dà fastidio in modo particolare.»
«Per esempio?»
«Per esempio quelli che, dopo aver nominato New York, se devono nominarla una seconda volta, dicono la Grande Mela. Per questi la pena dovrebbe essere l’ergastolo».
«Accidenti!» dissi.
«Sì, ma non solo per questi. Anche per quelli che, dopo aver nominato il dollaro, se devono nominarlo una seconda volta, dicono il biglietto verde; o, se devono nominare l’oro una seconda volta, dicono il metallo giallo. E stessa pena per quelli che dopo il pallone, invece di ripetere il pallone dicono la sfera di cuoio. Ergastolo senza le solite riduzioni di pena» aggiunse.
«E per quelli che dicono il papa – una paroletta breve che fa risparmiare tempo e fatica – e poi si buttano su Giovanni Paolo Secondo?»
«Ergastolo» dissi.
«Bravo. E per quelli che, dopo aver nominato Gelli, aggiungono sempre l’ex maestro venerabile della loggia P2?»
«L’ergastolo come sopra» dissi.
«No, la fucilazione».
Ecco. Questo pezzetto oggi si trova in Aldo Buzzi, Tutte le opere, a cura di Gabriele Gimmelli, a p. 366.
E quella telecronaca di Alessandria Parma, mi ricordo, era piena di "sfere di cuoio", di "ducali", che sarebbero il giocatori del Parma, di "grigi", che sarebbero i giocatori dell’Alessandria, di "reti inviolate", che sarebbe gli zero a zero, di "tempi regolamentari", che sarebbero 90 minuti, di "calci piazzati", che sarebbero le punizioni, e di "senza soluzione di continuità", che è un’espressione che mi fa venire in mente un altro libro, il Mi ricordo di Georges Perec, nel quale, a un certo punto, si legge: "Mi ricordo la fatica per capire che cosa volesse dire l’espressione 'senza soluzione di continuità'".
Bene.
Si parlava di Alessandria-Parma, l’ultima partita giocata dal Parma nel 2021 della quale, devo dire, conservo un ricordo anche grato, nonostante la telecronaca, dal momento che è stata una partita che il Parma ha vinto due a zero che è una cosa, devo confessare, che a me piace, quando il Parma fa più di un gol e non ne subisce neanche uno, e mi piace ancora di più dal momento che, ultimamente, negli ultimi due anni è successo rarissimamente.
Il Parma avrebbe dovuto giocare poi altre due partite, nel 2021, solo che son state rinviate per la pandemia, poi ne avrebbe dovuta giocare un’altra, il 15 gennaio del 2022, contro il Crotone, solo che è stata rinviata anche quella per la pandemia, così la prima partita del 2022 è stata il 21 gennaio, Parma-Frosinone, che è anche la prima del girone di ritorno, l’occasione per dare un po’ di continuità dopo l’incoraggiante vittoria contro i grigi dell’Alessandria.
Sarebbe bello, ho pensato intanto che andavo allo stadio, che infilassimo una serie di vittorie fino alla fine del campionato senza soluzione di continuità.
All’ingresso del Tardini mi hanno chiesto "È un fotografo?". "No", gli ho detto io, "giornalista", e mi han fatto vedere dove dovevano andare i giornalisti, che io lo sapevo, però ero contento perché, solo qualche anno fa, non avrei detto "No, giornalista" con tanta indifferenza, avrei detto, probabilmente, "No, io sono uno che scrive dei libri che, da quest’anno, seguo le partite del Parma per un quotidiano, Il Foglio, però non è che sia proprio un giornalista, faccio un altro mestiere. Cioè poi faccio anche delle altre cose, traduco, tengo dei corsi di scrittura e anche dei corsi di traduzione, all’università di Milano, ma il mio mestiere principale, se lei mi chiede che mestiere faccio, io le rispondo che scrivo dei libri, non faccio il fotografo".
Ero insopportabile, qualche anno fa, e facevo perdere un sacco di tempo agli addetti agli accrediti dello stadio Tardini di Parma.
C’è da dire che non c’era tanta ressa, all’ingresso allo stadio Tardini di Parma, l’altro giorno.
Comunque, appena arrivato in Tribuna stampa, mi sono accorto che mi avevano cambiato posto, mi avevano messo in ultima fila. “Come a scuola”, ho pensato. Poi mi sono accorto che non ero neanche in ultima fila, ero in penultima. Che è anche peggio. Ma pazienza. Mancava mezz’ora all’inizio della partita, ho fatto una foto al settore ospiti, non c’era nessuno. Proprio deserto. Non mi era mai successa, una cosa del genere. Ho postato la foto su Instagram, con la didascalia "Parma Frosinone, curva ospiti", e qualcuno ha commentato.
Uno ha chiesto "C’è freddo, quanti gradi ci sono?"; un’altra ha scritto: "Poverini. Se lo avessi saputo sarei venuta io…".
Alla fine ho scoperto che la trasferta era stata vietata, era per quello.
Non c’erano neanche tanti tifosi del Parma, lo stadio era semideserto, e sembrava che la tribuna fosse piena di pompieri. Un sacco di pompieri che eran lì tutti attentissimi che non scoppiasse un incendio. Siccome mancava ancora un po’ all’inizio della partita, ho guardato la posta elettronica, c’era una mail della mia agente che mi girava un contratto da una casa di produzione per un podcast che avrei voluto fare nel 2022 e io l’ho letto e c’era una clausola della quale non potrei parlare, se avessi firmato il contratto, solo che non l’ho firmato ne posso parlare, anche se non ne vorrei parlare, non c’entra niente. Solo che, siccome nel contratto mi intimavano di non parlarne, io, che sono un bastiancontrario, basta dirmi di non fare una cosa che sono spinto da una forza misteriosa a farla subito immediatamente, ne parlo: era una clausola che diceva che l’autore, che sarei io, non può pubblicare, specie sui social, cose che nuocciano alla sua reputazione o alla reputazione dei coautori, della società, dei soci, dei dirigenti e degli sponsor, e che si impegna, l’autore, cioè io, a non rilasciare nessuna dichiarazione senza l’autorizzazione scritta della società.
Fatto.
Scusatemi.
Ho approfittato del fatto che non ho ancora firmato il contratto e che forse non lo firmerò mai, cosa che ho detto al telefono, l’altro giorno, in un Tardini semideserto, alla mia agente prima che cominciasse la partita.
Dopo, purtroppo, è cominciata la partita.
Il primo tempo, niente da dire, abbiamo giocato anche bene, anche meglio del Frosinone, l’unico problema è che abbiamo tirato anche diverse volte solo che non siamo mai riusciti a centrare la porta.
Alla fine della partita, il Parma aveva tirato sedici volte in porta senza mai centrare il cosiddetto "specchio della porta". Aveva preso soltanto una traversa che, sembrerà strano, non viene considerata nello "specchio della porta". Il Frosinone, alla fine della partita, aveva tirato in porta dodici volte, cinque nello "specchio della porta", quattro parate di Buffon e un gol, un bellissimo tiro all’incrocio , a venti minuti dalla fine, di Emanuele Cicerelli dopo che Danilo, il leader della difesa "crociata", aveva perso la palla in un modo insensato a metà campo. A seguire "rabbiosa reazione" del Parma che produce una traversa e un tiro di Inglese deviato in angolo.
A chiudere le "ostilità", il "triplice fischio" del "direttore di gara".
Alla fine della partita mi fermo in sala stampa perché ho una domanda che vorrei fare all’allenatore del Parma, Beppe Iachini.
Aspetto mezz’ora, non si fa vedere nessuno. Che è un po’ un problema, perché devo andare a prendere l’ultimo treno per Bologna che parte da Parma alle 23 e 36 (la partita si è giocata alle 20 e 30, è finita intorno alle 22 e 30).
La domanda non gliela posso fare.
Sarebbe stata questa: il Parma ha la rosa e il monte ingaggi più alti di tutta la Serie B, secondo lei come mai non riusciamo a fare neanche un tiro nello "specchio della porta"?
Lasciando la sala stampa sento un giornalista, tra quelli che stanno aspettando Iachini, che dice a un suo collega: "Alla fine, anche oggi, zero punti". "Sì", risponde l’altro, "però considera che abbiamo perso solo questa, quest’anno". Che, effettivamente, hanno ragione tutte e due. Era la prima partita, quest’anno, zero punti guadagnati, nel 2022.
Cominciamo a contare gli zero, mi vien da pensare.
Nel mio Iban, li ho contati e ricontati, ce ne sono otto, vediamo quanti sono nel campionato del Parma, al momento sono già sei; se, alla fine del campionato, arriviamo a più di otto non andiamo benissimo, secondo me.