Pechino 2022
La redenzione di Federica Brignone. Suo l'argento nel Gigante alle Olimpiadi
La sciatrice azzurra si lascia alle spalle un anno ruvido, pieno di errori, di tensioni, di momenti no. Ed eguaglia Deborah Compagnoni, l’unica a vincere due medaglie (due ori) nel giro di due edizioni
Nel tempo interminabile trascorso tra una manche e l’altra poteva accadere di tutto. Di farsi prendere dalla fretta, dal panico, dalla smania, persino dalla troppa calma. Ma, come ha detto lei, “ho imparato a gestire i momenti importanti”. L’ultimo ha regalato a Federica Brignone l’argento nel Gigante femminile a Pechino 2022. Un risultato strabiliante. Meglio di lei solamente la svedese Hector, una marziana. Quello dell’azzurra è però un argento unico e scintillante. Non solo perché migliora lo score di quattro anni fa (a Pyeongchang 2018 prese il bronzo), ma anche per il suo significato. A 31 anni la Brignone eguaglia Deborah Compagnoni, l’unica a vincere due medaglie (due ori) nel giro di due edizioni (Lillehammer ‘94 e Nagano ‘98).
“Sono arrivata qua e ho cercato subito il feeling, la cosa giusta che funzionasse per questa neve e per queste condizioni”. Ci è riuscita. La medaglia l’ha dedicata a suo fratello Davide e al suo skiman (Mauro Sbardellotto) “che mi hanno aiutato a risalire una china difficile in questo ultimo anno e mi hanno insegnato a farmi scivolare le cose addosso”. Una piccola famiglia, ben più che un team.
Quello della Brignone era stato un anno ruvido, pieno di errori, di tensioni, di momenti no. Poi ha detto basta. Ha imparato a “pensare sempre più positivo, a concentrarmi sulle cose importanti per questo sport e per la vita”. Consumava energie, “perdevo tempo nelle cose inutili”. A un certo punto della sua carriera aveva dovuto chiedere aiuto. “A me stessa. Ma anche a un mental coach”. La segue dal 2015, anche se negli ultimi mesi moltissime altre cose sono cambiate. “Ho fatto ipnosi”. Sedute in cui tornava a galla tutto: vittorie e cadute, sentimenti e automatismi, persino i numeri di pettorale. E poi: “Le emozioni, la neve”. Una specie di buio in cui Federica ha imparato a comunicare meglio con se stessa. “Però l’anno scorso ho rimosso quasi tutto per quanto è stato brutto” ha raccontato al Corriere della Sera. “Non per i risultati, ma per come l’ho vissuto. A volte non avevo voglia di andare a fare le gare, pensavo di non riuscire a qualificarmi”. Dietro c'è un lavoro straordinario. E ci sono le persone. Davide, il fratello, che la segue dal 2017. Lo paga lei, ma non sempre è stato visto di buon occhio (“A Federica avevano detto che non sarei dovuto venire alle gare: la mia presenza e il mio ruolo sono sempre mal visti anche se poi, con gli allenatori, ho buone relazioni” ha raccontato).
In costante tensione con l’altra faccia dello sci azzurro, Sofia Goggia, la Brignone è schietta, sincera, senza peli sulla lingua. “Sofia ha detto che i rapporti sono cambiati? Buon per lei. Per me non sono cambiati. Siamo due persone con caratteri opposti. Si può benissimo convivere, se c’è rispetto reciproco”.
Milanese, ama il tennis e l’hip-hop. Attenta al sociale, alla solidarietà, all’ambiente. L’anno scorso si è fatta fotografare con gli sci ai piedi nel mare di Lipari. “Ma non dite che sono la Greta Thunberg dello sci. Mi piacciono i messaggi, ma non condivido i toni”. Figlia dell’ex della valanga rosa Maria Rosa Quario e di Daniele Brignone, maestro di sci, Federica è una delle atlete di punta dello sci azzurro, la più vincente di sempre con 19 primi posti nella Coppa del Mondo di sci alpino. Il trofeo del 2020 glielo hanno inviato per posta a casa dei genitori. Colpa della pandemia. “Non potevo crederci” ha raccontato “ci ho impiegato tre giorni per digerire la delusione. Poi mi sono detta: me la sono guadagnata”.