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Gli ottavi di Champions League, istruzioni per l'uso

Enrico Veronese

La coppa si era congedata in dicembre con il pasticcio dei sorteggi. Ora riparte con valori che il calciomercato non ha mutato. Le favorite rimangono favorite, le altre proveranno a sfruttare eventuali occasioni. Una tra Real e Psg in ogni caso terminerà agli ottavi il suo cammino europeo

Era il 13 dicembre scorso quando l’urna di Nyon, a mezzogiorno, aveva partorito due accoppiamenti non proibitivi per le squadre italiane di Champions League. L’Inter se la sarebbe dovuta vedere con l’Ajax, la Juve avrebbe giocato contro lo Sporting Lisbona: ma l’abbinata impossibile tra Villarreal e Manchester United, già rivali nei gironi eliminatori, ha portato l’UEFA al rapido dietrofront. Che nel primo pomeriggio, lo stesso giorno, aveva depresso notevolmente i sogni nerazzurri (affidandoli a un’impresa sportiva contro il Liverpool), confermando invece le chance bianconere col passaggio dai portoghesi allo stesso Villarreal.

Ora, a febbraio suonato, le prime rese dei conti: iniziano gli ottavi di finale, che si svilupperanno nell’arco di una settimana. Nel mezzo, un calciomercato di spizzichi e bocconi, affari conclusi per il futuro, prestiti con diritto di riscatto, obbligo e contropaccotto: tutto cambi affinché niente cambi, maquillage in pieno stile Tomasi di Lampedusa. Le favorite di fine anno appaiono quindi essere le stesse anche nei primi mesi del 2022: Manchester City, Bayern Monaco, Liverpool, Paris Saint Germain e Real Madrid, con queste ultime che si affronteranno già da subito (andata stasera al Parco dei Principi, arbitra Orsato con Irrati al Var) nell’unico scontro ai vertici del calcio europeo. Le due italiane, almeno per ora, sempre in seconda fascia.

 

A sintetizzare i valori in campo sta il combinato disposto delle classifiche nei campionati nazionali e gli arricchimenti - o impoverimenti - di ciascuna rosa dopo la campagna acquisti: se alcuni dei colpi più notevoli sono stati espressi fuori dall’ambito della Champions League (Ferran Torres e Aubameyang al Barcelona, Bruno Guimaraes e Trippier all’ambizioso Newcastle, Ndombele in vena di rilancio all’Olympique Lione), i due game-changer sono stati appannaggio del Liverpool e della Juve. I Reds infatti hanno inserito in un contesto collaudato e già vincente il talento di Luis Diaz, stella del Porto ambita da mezza Europa, mentre la società di Andrea Agnelli ha anticipato la concorrenza mettendo le mani sopra Dušan Vlahović, assieme a Haaland il giovane centravanti più richiesto da tutte le squadre che contano, e da quelle che mirano a rilanciarsi.

Sarà sufficiente, il fuoriclasse di Belgrado, a fare la differenza anche in àmbito continentale? Difficile che possa accadere fin da subito, dato il livello delle concorrenti. Certo è che l’attaccante ex Fiorentina si è inserito da subito benissimo in un contesto demotivato e privo di identità, fornendo il terminale offensivo implacabile che mancava ad Allegri e, con esso, finalmente sprazzi di gioco sensato.

Per il resto, molti top club hanno preferito rinviare all’estate il momento delle grandi compere. Come il Real Madrid, che ha per obiettivo dichiarato Kylian Mbappé: prima, però, cercherà di eliminarlo in quindici giorni assieme al suo Psg. La squadra del presidente Al-Khelaifi ha ceduto Rafinha senza rinforzarsi, così come il Bayern ha ceduto la presunta testa calda di Cuisance (addirittura al Venezia) ma non ha inserito alcun nuovo elemento.

 

Più movimentato il mercato delle big di Champions in Inghilterra: se il City ha prenotato l’ultimo forse fenomeno sudamericano, Julián Álvarez (parcheggiandolo fino all’estate al River Plate), i dirimpettai dello United si sono sgravati di van de Beek dando una possibilità al giovanissimo Amad Diallo, prestato ai Rangers dove trova anche Aaron Ramsey. Solo movimenti minori per il Chelsea, molla gli ormeggi la sua avversaria Lille che integra un talento discontinuo come Ben Arfa ma ha rinunciato a Ikoné, Reinildo (all’Atletico Madrid che si rifà il trucco con Wass) e Yazici, con Botman già sull’uscio: non si vede come la formazione di Tuchel, campione del mondo sabato scorso ad Abu Dhabi, possa uscire di scena così presto. Basterà Lo Celso al Villarreal - che, già eliminato anche in Copa del Rey, arranca verso uno spazietto in Conference League - per contrastare adeguatamente una Juve in risalita? E il ritorno in campo di Gosens con l’Inter può spaventare il Liverpool?

Come si diceva, molto fa anche la situazione nei campionati. Il Psg e la multinazionale Red Bull Salzburg hanno già ipotecato il rispettivo titolo in tornei a senso unico, il Manchester City quasi (+11 sul Liverpool e +16 sul Chelsea), mentre il Real deve ancora sudarselo: il Siviglia, fuori dalla Champions, è più di un’insidia. Così come l’Ajax dei giovani è prima con cinque punti sul Psv e sei sul Feyenoord, dopo aver salutato Neres e accolto il desaparecido Ihattaren oltre al ritorno di Brobbey. Hanno già detto addio alle proprie speranze nazionali il Benfica, lo Sporting di Sarabia e del nuovo puntero Slimani che sta perdendo terreno dal Porto capolista, lo United e l’Atletico i quali al massimo possono sperare in una nuova qualificazione alla Champions. Caso a parte il Bayern, che trascinato come sempre da Lewandowski è sì in vetta con il Borussia Dortmund a sei lunghezze, ma ha perso male (4-2) l’ultima trasferta contro il modesto Bochum, pur avendo schierato quasi tutti i titolari: segno che qualcosa non va dalle parti dell’Allianz Arena?

Quesiti che si intersecano a quelli relativi al futuro del calcio in Europa: tramontato, si spera per sempre, il progetto SuperLega, il quadro delle qualificate agli ottavi dice che la Premier League - quattro squadre - rimane in salute, la Bundesliga si aggrappa al solo Bayern per mascherare la propria transizione, la Ligue 1 e la Serie A fanno corona alla Liga spagnola, mentre mostra inopinata salute il calcio portoghese con due rappresentanti e il Porto che, se batterà la Lazio, avrà concrete chance di vincere l’Europa League. In attesa della definitiva esplosione di tornei emergenti e ricchi come quello turco, che stanno dragando interesse e introiti da riversare nelle scelte di mercato. Ora la parola passa al terreno di gioco, per decidere chi tra Psg e Real, Sporting e City, RB Salzburg e Bayern, Inter e Liverpool, Chelsea e Lille, Villarreal e Juve, Atletico e United, Benfica e Ajax approderà ai quarti di finale in primavera.

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