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Quella giovane Italia su ghiaccio e neve che guarda già le Olimpiadi di Milano-Cortina

Stefano Vegliani

Sofia Goggia, Arianna Fontana e Dominik Parisi tra quattro anni dovrebbero esserci. E già si vedono e intravedono ragazzi su cui potremo puntare per i prossimi Giochi olimpici invernali

Non vivremo per sempre sulle spalle di Sofia Goggia. Il suo essere highlander, capace di vincere un argento su cui si sono esauriti tutti gli aggettivi, ci fa pensare che la rivedremo, ugualmente agguerrita, alla partenza della discesa libera di Cortina. Avrà 33 anni un’età in cui l’ amica e  atleta ispiratrice Lindsey Vonn ha vinto la sua ultima medaglia olimpica, battuta proprio da super Sofi e dalla norvegese Movinkel. Ha promesso che ci sarà, superando ancora una volta in capacità mediatica e determinazione Federica Brignone che due giorni prima, presa dallo scoramento per la contro prestazione nelle prove di discesa aveva sparato a zero sui Giochi di Casa. Sicuramente le Olimpiadi “spezzatino” del 2026 saranno diverse, anche strane se vogliamo, ma il bisogno di demonizzarle quattro anni prima è inspiegabile. E l’obbligatoria marcia indietro di poche ore dopo non ha fatto che peggiorare la situazione. Solo uno sciocco non vorrebbe Federica Brignone al cancelletto delle gare di Cortina. Dopo essere stata la prima azzurra a vincere la Coppa del Mondo assoluta con il bronzo in Combinata ha raggiunto Deborah Compagnoni e Isolde Kostner a quota 3 medaglie olimpiche. Quando i fatti contano più delle parole. I fatti non sono mai inopportuni.

Resta evidente che i prossimi anni saranno, dove possibile, quelli del ricambio generazionale. Occhi puntati su chi non ha ancora 25 anni, a cominciare dalle sorelle Delago. Nadia, splendida medaglia di bronzo alle spalle di Goggia, e sua sorella Nicole. Due nomi sul taccuino già da un paio d’anni che, quando si scierà sulle nevi di casa, saranno nel pieno della maturità. Lo sci femminile torna da Pechino a testa alta e oltre alle due sorelline della Val Gardena ha in lista d’attesa qualche talento come Laura Pirovano, classe 1997, e Beatrice Sola, nata nel 2003. Come dice al Foglio sportivo Gianmario Bonzi, il telecronista di Eurosport “forse la slalomista che aspettavamo”. Ma attenzione a una quindicenne che nei mesi scorsi ha vinto a ripetizione nei circuiti giovanili. Si chiama Lara Colturi, è la figlia di Daniela Ceccarelli, oro in Super G nel 2002, commentatrice Rai e allenatrice. Assieme al marito Alessandro Colturi, istruttore nazionale, coltiva un talento che  nelle gare dell’Alpe Cimbra Children Cup (ex Trofeo Topolino) ha fatto suoi l’argento in Slalom e l’oro in Gigante. La speranza è che possa essere la nuova Shiffrin, molto dipenderà dal rapporto madre figlia nella criticità dell’adolescenza.

Lo sci alpino maschile, invece, torna dalla Cina con le ossa rotte. Zero Tituli, una gestione imbarazzante culminata con la denuncia di Matteo Marsaglia che ha rivelato la richiesta del Direttore sportivo Massimo Rinaldi di darsi malato per far correre il Super G alla riserva Mattia Casse. Non è pensabile che Dominik Paris non sia al via sulla pista di Bormio che assegnerà le medaglie. Sulla Stelvio ha vinto sette volte. Ma la squadra è vecchia. Dopo il sesto posto di Paris, il miglior risultato è stato l’ottavo posto di Razzoli, trentotto anni: un dato che si commenta da solo. Eppure Alex Vintazer, 22 anni, è stato campione del mondo junior, proprio come l’oro Olimpico Noel. Gli manca continuità e freddezza. I tecnici assicurano che arriverà.

Allora alla caccia di un po’ di ottimismo bisogna dare un occhio alla Coppa Europa dove Giovanni Franzoni, anno di nascita 2001 ha praticamente vinto la coppa di Super G ed è in lotta per la generale. Vanta già qualche punto in Coppa del Mondo dove nella prossima stagione avrà il posto fisso. Qualche punticino in Coppa lo ha già raccolto anche Filippo Della Vite, altro della Z generation. Manca un nome per la discesa libera, non si vedono giovanissimi all’orizzonte.

 

Se lo sci alpino mostra due facce, chiari e scuri, luci e ombre, lo sci nordico, che grazie all’argento di Federico Pellegrino mantiene il primato di medaglie olimpiche azzurre, 37, contro le 36 dell’alpino (sempre che nella notte l’Italia non sia salita sul podio del Team Event), giace in una situazione di profonda crisi. “Ci sono giovani che quando passano dalla Coppa Europa dove sono protagonisti alla Coppa del Mondo si spengono” spiega Fulvio Valbusa, oro in staffetta a Torino e argento a Nagano, oggi commentatore di Discovery. “È un problema mentale: manca la fame, quella che avevamo noi. Nomi non se ne possono fare”.

Allora bisogna puntare sulle discipline moderne, sullo snowboard e il freestyle dove già a Pechino si sono visti atleti che quella fame ce l’hanno. Come Caterina Carpano che in coppia con Lorenzo Sommariva è arrivata alla finale dello snowborder cross, la gara dell’argento di Moioli e Visintin. Una caduta ha fatto sfumare le possibilità di medaglia, ma c’è della qualità che si accompagna con l’ottimismo. Per lo ski cross il quinto posto di Simone Deromedis (anno 2000) sa di rimpianto. Quinto anche Leonardo Donaggio, veneziano di 19 anni nel freestyle Big Air lasciando tutti a bocca aperta per i suoi salti. Teniamolo d’occhio.

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Esordire  alle Olimpiadi non è facile. Valentina Margaglio, nata nel 1993 non è tra i giovanissimi, ma nello skeleton aveva già raggiunto il podio in Coppa del Mondo e ai Mondiali. L’ha tradita l’emozione, ma quel dodicesimo posto andrà vendicato. Amedeo Bagnis, 22 anni è il nome al maschile da segnare sul taccuino. Undicesimo alle Olimpiadi è stato bronzo ai Mondiali giovanili del 2020. Loro come la figlia d’arte Nina Zoeggler nello slittino fremono per potersi allenare sulla discussa pista olimpica che però non sarà operativa prima del 2025.

Cortina finalmente potrà scatenare dal vivo il tifo per Stefania Costantini, l’idolo di casa oro del Curling in coppia con Amos Mosaner, chiamata al back to back e magari anche a guidare una squadra tutta femminile. Le discipline del ghiaccio, che non dipendono dalla Federazione Sport Invernali, torneranno dalla Cina con il petto gonfio perché le medaglie d’oro sono tutte loro. Il presidente Malagò è già al lavoro per trovare la pace tra Federazione e Arianna Fontana in modo da averla ancora in pista nello short track dove comunque crescono i fratelli Sighel, Arianna e Pietro, che con il suo pattino ha contribuito a vincere argento e bronzo 2022 in staffetta (mista e maschile) sul filo dei millesimi. Sul ghiaccio è atteso ai massimi livelli Daniel Grassl, settimo nel pattinaggio di figura. 20 anni di belle speranze. Senza dimenticare che nel 1984, quattro anni prima della doppietta di Calgary qualche improvvido allenatore disse ad Alberto Tomba di lasciar perdere. Che lo sci non era lo sport per lui. Magari c’è un Tomba nascosto da qualche parte.

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