Foto LaPresse / Hassan Ammar 

Il Foglio sportivo

La Formula 1 come non l'avete mai vista

Umberto Zapelloni

Inizia il Mondiale di F1. Una stagione che sarà diversissima dalle precedenti. E da un’azienda italiana arriva la microcamera affogata nel casco dei piloti

Presto vedrete la Formula 1 come non l’avete mai vista. Potrete vivere prove e gare dalla prospettiva del pilota. Con la Driver’s eye vi immergerete nel suo casco e vedrete i circuiti dal suo stesso punto di vista, ingombro dell’Halo compreso. Vi renderete conto di persona delle loro difficoltà. La Formula E, quella delle monoposto elettriche, lo fa già dal Gran premio del Cile del 2020, la Formula 1 ce ne ha regalato qualche assaggio alla fine dello scorso campionato, ma adesso lo spettacolo sta per ripartire. Tutto merito di un’azienda italiana. Perché in un mondo in cui ci siamo digitalizzati con prodotti che arrivano da Cupertino o da Seul, la tecnologia che ci permetterà di vivere i Gran premi con l’occhio del pilota è tutta made in Italy. Pensata e realizzata in Italia da Racing Force, gruppo leader nel settore dei prodotti per la sicurezza negli sport motoristici con marchi come Bell Helmets, OMP, Zeronoise e Racing Spirit, il cui presidente e amministratore delegato è Paolo Delprato.  

 

Proprio da Zeronoise, leader mondiale di sistemi di comunicazione per caschi all'avanguardia, arriva la mini telecamera che ha superato tutti i test di sicurezza imposti dalla Fia battendo sul tempo la concorrenza di almeno sei altri produttori di “action cam”.La seconda generazione di Driver’s Eye, studiata e prodotta nella sede di Pisa, pesa 2 grammi e la lente ha un diametro di 8 millimetri. Una mosca posizionata all'altezza degli occhi sull'imbottitura protettiva all'interno del casco. C’erano una volta i pionieri della fotografia sportiva che applicavano una macchina fotografica o una cinepresa direttamente sul casco del pilota. Erano i tempi di Grand Prix e dei primi esperimenti per dare allo spettatore la visuale di chi guida. Oggi ci siamo abituati alle camera car che grazie al sonoro ci trasmettono anche le imprecazioni dei piloti e non solo i loro urletti di gioia. Con l’occhio del pilota si farà un altro salto avanti e Liberty Media avrà altre immagini tra cui scegliere per rendere lo spettacolo televisivo della Formula 1 sempre più immersivo.

 

“Il nostro vantaggio è stato quello di partire dalla sicurezza per il nostro progetto – spiega Alexandros Miotto Haristos, italianissimo Chief operating officer – di lavorare direttamente sul casco che può montare o no la micro telecamera senza interventi supplementari che avrebbero potuto compromettere la sicurezza di un elemento fondamentale per i piloti”. Il vantaggio di avere nel gruppo un produttore come Bell, acquisito nel 2019 che fornisce i caschi a 12 dei 20 piloti iscritti al mondiale, tra i quali Hamilton, Russell, Leclerc, Sainz, Norris e Alonso. Gli altri 8 sono divisi fra tre marchi differenti: una leadership indiscussa (come Brembo altro orgoglio italiano che da quest’anno fornisce i suoi prodotti a tutto lo schieramento di partenza), confermata in Formula E dove 18 su 24 usano Bell. Un casco da Formula 1 Bell, con protezione anti proiettile pesa 1.300/1.350 grammi.
Lo stabilimento Bell è a due passi dal circuito di Sakhir dove in questo fine settimana debutta il mondiale. Dal design alla produzione, passando per l’omologazione, tutto dal 2018 avviene in Bahrein. “Per noi era importante riunire tutta la supply change anche perché abbiamo bisogno di rapidità e così abbiamo deciso di lasciare la Cina e ricominciare qui dove sotto lo stesso tetto è come se avessimo sei aziende diverse perché la parte che si occupa di grafica è completamente diversa, da quella dove si rifiniscono i prodotti usciti dagli stampi… i nostri caschi professionali sono puzzle da 160 pezzi”. Il casco è da sempre l’oggetto più personale (e personalizzato) dei piloti.

 

“È una scelta loro quale prodotto indossare. Mettere una telecamera all’interno di un casco è stato un po’ come entrare in uno spazio intimo perché il casco è anche una protezione psicologica, per loro è un po’ come l’elmetto del gladiatore… per cui sapere che la gente da casa può vedere esattamente quello che vedono loro dall’interno del casco potrebbe mettere a disagio sia i piloti che i team perché si vedono cose che con la camera car normale non sono visibili. Pensate che in Formula E ci hanno obbligati a sfocare la parte del volante in cui si vedeva la gestione dell’energia per non far scoprire le differenti strategie”. Le prime prove dello scorso anno hanno convinto anche gli scettici. Ormai non ci sono più resistenze. Resta solo da coordinare la messa in onda in diretta delle immagini, tanto che è stato studiato un sistema di integrazione specifico con il sistema on-board della Formula 1. Il minimo comune denominatore dei vari brand del gruppo è la sicurezza. Dai caschi Bell, alle tute e agli accessori Omp tutto serve per aumentare la sicurezza dei piloti. “Anche il progetto Driver’s Eye parte da una sfida di sicurezza che si traduce poi in una sfida di tecnologia. Mettere una telecamera all’interno di un casco è stata una vera sfida che nessuno era riuscito a vincere prima. Noi possiamo installare e disinstallare velocemente la telecamera senza alterare minimamente il casco e la differenza la facciamo consentendo la diretta televisiva”. Si comincia dai motori, ma poi chissà. Sci, ciclismo, equitazione, le nuove corse in monopattino sono altre applicazioni possibili della Driver’s eye. Prima o poi arriverà anche una ball eye
 

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