il Foglio sportivo - il ritratto di Bonanza
Klopp e Guardiola, talento carisma e preparazione
Il City di Guardiola affronta il Liverpool di Klopp per la partita decisiva della Premier. Due filosofie del calcio
Non ha senso distinguere tra istinto, tentazione ed esercizio, tra desiderio e inclinazione. Troppo velati i confini quando si parla di calcio. L’istinto anticipa l’esercizio ma a volte lo segue. Basta vedere cosa succede in prossimità di una porta dove l’attaccante fa cose che forse ha sognato o magari semplicemente provato. Ma il calcio, detto con una sintesi che rende secca anche l’acqua, è preparazione e talento, il resto sono discorsi: quelli che facciamo tutti i giorni. Il City ha battuto l’Atletico con un tiro in porta e centomila passaggi. Il Liverpool ha steso il Benfica con le giocate in velocità, correndo a favore di vento mentre l’avversario non capiva da che parte guardare.
In Guardiola e Klopp, di fronte in Premier per la partita decisiva, ci sono numerosi elementi che appartengono al calcio e al pensiero. La voglia di primeggiare si traduce in studio, intuitività e applicazione sul campo, capacità di farsi seguire dai propri calciatori. Che fanno, quando bene quando male, quello che gli allenatori gli chiedono. A volte esageriamo identificando undici giocatori con la figura di chi li guida in panchina. Ma nel caso di Guardiola, nessun allenatore della storia ha inciso nelle proprie squadre così tanto e a lungo come lui. Cambiando registro a seconda del paese, della cultura che si esprime in ogni diversa città. In Spagna giocava corto, in Germania e Inghilterra si è progressivamente “allungato”, con un calcio meno palleggiato e più verticale. La spada di Foden su De Bruyne con cui ha trafitto l’Atletico, ha fatto un buco in pancia a Simeone e al ritorno non ci sarà partita (mi sbilancio pericolosamente), perché il City è più forte e più intelligente di una squadra che ha solo un pensiero nella testa, fissato come un chiodo: difendersi. Le due linee di cinque con cui il Cholo si è protetto in Inghilterra, saranno costrette a sbriciolarsi un po’, e in quelle briciole s’infileranno i giocatori di Guardiola.
Se il calcio dello spagnolo è il frutto di una riflessione, dove l’ex Barca asseconda desideri e tentazioni, la filosofia di Klopp, si traduce in pura inclinazione. Basta guardarlo in faccia il tedesco, con il suo sorriso largo che sa di sfida vinta in partenza, come il pistolero più veloce del west. Klopp è più impulsivo di Guardiola, più sfidante. Si diverte a passare sopra gli avversari come fossero sagome leggere, di cartapesta, puntandoli per poi guardare indietro e non vederli più. I due hanno in comune il talento e la preparazione. Oltre al carisma che appartiene a quelli che vincono. Perché altrimenti, questi, sarebbero soltanto dei semplici discorsi. Quelli che ormai facciamo tutti i giorni.