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Quando il calcio nelle console era Pes o Fifa

Giovanni Battistuzzi

Per anni il mondo dei videogame calcistici era diviso tra il titolo della Konami e quello della Ea Sports. Ora che il videogioco americano non ha rinnovato la partnership con la federazione internazionale un’èra si è definitivamente chiusa

Dalla metà degli anni Novanta in poi il mondo degli appassionati di calcio si è diviso in due gruppi, ben distinti e per nulla concilianti. Una divisione netta che, per una volta, non aveva colori di appartenenza. Poteva benissimo capitare che juventini, interisti e milanisti andassero straordinariamente d’accordo e fossero coalizzati contro altri juventini, interisti e milanisti perché, in fondo, c’era qualcosa di altrettanto importante della squadra per la quale si faceva il tifo. Il videogioco di calcio davanti al quale rimanere incollati ore. Fregava nulla di altro, almeno in quei salotti pieni di odore di piedi, merendine e poi, con gli anni, birre e aromi più o meno legali. I salotti dei videogiocatori di calcio erano tutti simili, cambiava solo il gioco che pompava urla e improperi nella console: o Pes o Fifa.

 

La divisione era netta e portava con sé un sacco di sottintesi in più del semplice titolo che la cassetta/cd/dvd portava in copertina. Erano due mondi non facilmente sovrapponibili. Chi giocava a uno non considerava l’altro perché erano due modi opposti di stare al calcio. Complessità e morigeratezza agonistica, contro velocità e fluidità. Tattica e costruzione dell’azione, contro facilità di dribbling e contropiede. Non è sempre andata così, ma quando le cose avevano iniziato a cambiare, le scelte erano già state fatte anni prima. E la scelta di campo tra Pes (Iss, all’inizio della saga) e Fifa stava impressa come un marchio d’appartenenza a un modo di intendere il calcio o a un altro. I battibecchi e le divergenze c’erano, come è ovvio che sia in uno sport che prevede milioni di teorie diverse, di prospettive opposte, che coincidono in un’unica evidenza: meglio un gol fatto in più perché lo zeroazero sarà anche il risultato perfetto, ma piaceva solo ad Annibale Frossi e Gianni Brera.

 

Di videogiochi di calcio ce ne sono stati a bizzeffe dagli albori dell’industria videoludica. Anche quando Pes e Fifa si dividevano la quasi totalità del mercato dei videogame calcistici, di titoli alternativi ne uscivano. Duravano però un anno, al massimo un paio di stagioni, poi scomparivano. Anche perché, per anni, Konami ed Electronic Arts, sfornavano ogni autunno una versione migliore di quella precedente, di livello talmente alto che non c’era reale possibilità di competere.

 

Le console miglioravano e Pes e Fifa diventavano sempre più realistici, al punto che la distanza col calcio reale era sempre inferiore. Poi Konami prese qualche granchio di troppo, la distanza con Fifa si fece sempre più evidente, a tal punto che Pes sparì, nel 2020 venne rinominato eFootball (in Europa, in Giappone continua a chiamarsi Winning Eleven), ma non era la stessa cosa. Dopo oltre vent’anni Fifa riuscì a vincere la partita: divenne il centro unico del calcio su console. Ora anche Fifa non si chiamerà più Fifa, ma EA Sports FC. La trattativa con la federazione internazionale non è andata a buon fine e allora tanti saluti al nome. Un’era s’è definitivamente chiusa. E ben prima di oggi. Perché i salotti colmi di odori e di pad fumanti ce ne sono sempre meno. I compagni di gioco sono ovunque, da ogni punto del mondo e a qualsiasi ora. “Inizia una nuova era”, ha dichiarato Ea. E’ già iniziata da diverso tempo.

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