La volata scudetto
Simone Inzaghi si affida al suo passato per sperare ancora nello scudetto
In campo con la Lazio, l'allenatore dell'Inter ha vinto all'ultima giornata nel 2000. Segnò anche il 5 maggio 2002 quando i nerazzurri persero a Roma, consegnando il campionato alla Juve. Ma oltre alla cabala ci sono i numeri e di solito chi è davanti, conferma il pronostico. Il ribaltone è riuscito solo 4 volte
Simone Inzaghi lo sa bene, lo sa forse meglio di tutti. L'ultima volta che è accaduto, lui era in campo. E c'era pure la volta prima, quando il campionato è stato assegnato all'ultima giornata, di rimonta. Quando accade l'imponderabile e il pallone decide che è il momento di prendersi gioco dei suoi protagonisti.
E (anche) per questo ci crede, e spera che il Sassuolo possa fare la partita della vita, anche se la squadra di Alessio Dionisi non ha più niente da chiedere a questa stagione. Proprio come la Lazio di quel 5 maggio 2002. In campo senza pretese, a differenza dei suoi tifosi: "Nè Juve, né Roma, Inter Campione, lo striscione che campeggia in curva nord, feudo laziale", scandiva alla radio Riccardo Cucchi aprendo la diretta di Tutto il calcio minuto per minuto. Poi sappiamo come è finita.
Segnò anche Inzaghi quella volta. E aveva colpito pure due anni prima, in quel Lazio-Reggina 3-0 che valse il soprasso all'ultima giornata e il secondo scudetto. A farne le spese fu proprio la Juventus, impantanata dal nubifragio, dalle pozzanghere di Perugia e affondata dal gol di Alessandro Calori.
Pomeriggi di tarda primavera che restano nella storia e segnano l'immaginario tra facce stremate, tensione e polemiche - chè diversamente non sarebbe il calcio italiano. Momenti di estrema potenza sportiva ed emotiva. E pure, in qualche misura, popolare tant'è che nella letteratura di certi tifosi il 5 maggio riporta all'Olimpico, mica a Napoleone.
Domenica a Reggio Emilia, dove al Milan basterà un pari per riprendersi lo scudetto, dopo 11 anni, sono previsti 30 gradi, e soprattutto sole pieno. Non è abbastanza, certo, per rassicurare i tifosi rossoneri. Ma oltre alla cabala ci sono anche i numeri e le statistiche. Perché se è vero che Simone Inzaghi ha una certa dimestichezza con gli ultimi 90 minuti, lo è ancora di più il fatto che di solito, chi è davanti, si cuce il tricolore sul petto.
Dalla stagione 94-95, cioè a quando una vittoria vale tre punti, lo scudetto è stato assegnato in volata sei volte. Ci sono stati due ribaltoni, appunto, negli altri casi il favore del pronostico è stato rispettato: è successo proprio all'Inter nel 2008 e nel 2010 - in trasferta contro Parma e Siena. Qualche anno prima alla Roma nel 2001, di nuovo contro il Parma, ma in questo caso giocando in casa. Si arriva così alla stagione 98-99, quando è stato proprio il Milan a vincere il campionato andandosi a prendere i tre punti a Perugia.
E se si ha pazienza di andare ancora indietro e scavare negli archivi, la tendenza non cambia e premia quasi sempre chi è in testa. Certo, con qualche eccezione. Sicuramente, almeno dal dopo guerra in poi, è la Juventus la squadra che più spesso si è trovata in questa situazione. Ed è anche quella che ha firmato i grandi ribaltoni. Nel 1967 i bianconeri battono la Lazio e sono campioni d'Italia a spese, manco a dirlo, dell'Inter. Mentre sei anni dopo la beffa toccherà al Milan: la Juve passa a Roma mentre a Verona si consuma la tragedia: gli scaligeri si impongono per 5-3, scudetto a Torino.
È la fatal Verona, con i suoi fantasmi che ogni tanto tornano a spaventare Milanello. Sono tornati anche qualche settimana fa, l'8 maggio, e per 45 minuti hanno aleggiato sul Bentegodi, fino a quando la doppietta di Sandro Tonali ha ribaltato il vantaggio gialloblu.
Lo scudetto però non lo vincono i fantasmi e nemmeno gli almanacchi. E per fortuna. Inzaghi, l'abbiamo detto, dovrebbe saperlo. Si è preparato già qualche anno fa, chissà se si ricorda. Ne sapranno certamente meno i rossoneri, tra le squadre più giovani del campionato. E non è detto che sia uno svantaggio, perché nel frattempo Stefano Pioli ha studiato. Tanto, e si vede. Buona fortuna.