Per la Roma "sarà come giocare in casa". Parla il sindaco di Tirana
Mercoledì la finale di Conference League Roma-Feyenoord. “Un evento straordinario per la città, il nuovo stadio non è il più grande del mondo, ma è centrale, simbolo della nostra filosofia: vivere la città senza auto, spostarsi a piedi, trovare tutto in un raggio ristretto. Viviamo lo stadio sette giorni su sette", dice Erion Veliaj
“Mi aspetto 50 mila persone, anche senza biglietto, per vivere un’avventura”. L’unico sindaco al mondo a non temere un’invasione di tifosi senza accessi per una finale in uno stadio che ne può contenerne solo 22.500, si chiama Erion Veliaj, è nato a Tirana nel 1979 e dal 2015 è il 42esimo primo cittadino della capitale albanese. Il primo sindaco albanese a ospitare una finale europea di calcio, la Conference League, novità nella novità: domani all’Arena Kombëtare (cioè Nazionale) la Roma di José Mourinho affronterà gli olandesi del Feyenoord. Per i due club un appuntamento importante, per Tirana di più. “Un evento straordinario per la città, il nuovo stadio non è il più grande del mondo, ma è centrale, simbolo della nostra filosofia: vivere la città senza auto, spostarsi a piedi, trovare tutto in un raggio ristretto. Viviamo lo stadio sette giorni su sette, non è solo un prato verde da guardare per novanta minuti”. Veliaj parla un ottimo italiano che ha imparato dopo l’inglese. Ha studiato in Inghilterra e negli Stati Uniti e la Grand Valley State University, nel Michigan, nell’aprile del 2017, lo ha proclamato “Doctor Honoris Causa” per il suo contributo al miglioramento della qualità dei servizi pubblici a Tirana. “Quanto è cambiata la nostra immagine dal brutto inizio degli anni 90 – commenta fieramente – ora vedo una città pulita, senza criminalità, dove si mangia e si beve come in Italia, ma pagando molto meno”. Ride. L’unico problema è rappresentato dai pochi biglietti. “Non dipende da noi, ma dall’Uefa. Noi offriamo l’ospitalità. Abbiamo predisposto tre fan zone: al parco Centrale per i tifosi della Roma, nella zona pedonale per il Feyenoord, e poi una neutrale”.
Neutrale si dichiara pure Veliaj, sul terreno minato del tifo. “Sostengo le squadre della città, tutte. I tifosi albanesi si dividono tra Juventus, Inter e Milan, ma anche Roma e Fiorentina hanno dei seguaci. Penso che quelli del Feyenoord saranno in minoranza”.
Ecco, ma come si vede l’Italia dall’altra parte dell’Adriatico? Sono passati trentuno anni dal grande esodo del 1991, con decine di migliaia di albanesi approdati sulle coste pugliesi. “L’Italia ci è vicina non solo in senso geografico, ma come punto di riferimento per la cultura, il design, la moda. Come si diceva in quel film: una fazza, una razza. Avere dei vicini con cui puoi avere rapporti stretti e cordiali è importantissimo. Guardando quello che succede tra Russia è Ucraina, lo si capisce meglio. Noi in trent’anni abbiamo fatto un percorso enorme. Tenete presente che abbiamo subito 500 anni di occupazione turca e 50 di un regime comunista estremo, tipo Corea del Nord, cioè 550 anni di Medioevo. Siamo cresciuti, ed è cresciuta la presenza di italiani, sono quasi 25 mila a Tirana. Chi poteva crederci? Sono più gli italiani che vengono qui del contrario”.
Il progetto del sindaco Veliaj è chiaro: “Tirana sarà la Tel Aviv dei Balcani. Siamo in continua transizione: negli anni 90 facevamo scarpe e tessuto, nel primo decennio del 2000 eravamo quelli dei call center, ora c’è stato il salto digitale. Gi italiani vengono per il costo della vita accessibile e dopo Milano e Roma siamo i più collegati con le altre città del vostro paese, 51 voli. La finale è un’occasione in più, abbiamo tutti i nostri hotel strapieni, siamo la capitale più visitata nei Balcani, con più di un milione di turisti. Non siamo sul mare, ma siamo autentici e da noi convivono tutte le religioni”.
E tra gli italiani ci sono gli allenatori, dopo De Biasi e Panucci, ora è Edi Reja il commissario tecnico dell’Albania. “Bravissimo, ci fa sentire una piccola Italia dall’altra parte dell’Adriatico”. Ma qualcosa per gli olandesi ce l’avete? “Le biciclette. Si sono sorpresi per quante sono”.
Nella foto del profilo Whatsapp, Erion Veliaj è circondato da una squadra di ragazzini. “In città ci sono più di 350 associazioni per i giovani. Non tutti finiranno a giocare all’estero ma almeno non vanno per strada. E capiscono come funziona una squadra, comprendono che nello sport e nella vita a volte vinci, a volte perdi. Se diventi Messi e Ronaldo meglio, intanto ti alleni a diventare un buon cittadino”. Le due questioni più delicate le abbiamo lasciate in fondo. Come vede la politica italiana? “Se ho un problema chiamo Beppe Sala a Milano, Dario Nardella, bravissimi come tutta la squadra dei sindaci. Con il governo centrale si fa un po’ più di fatica, c’è dispersione, dovrebbero coordinarsi meglio”. L’ultima è la più impegnativa: chi vince tra Roma e Feyenoord? “Non voglio fare un pronostico, però per la Roma sarà come giocare in casa”.