il Foglio sportivo
Al via i Mondiali di nuoto a Budapest. Pellegrini ha un erede, si chiama Paltrinieri
Partono i campionati "straordinari in Ungheria. Le ambizioni azzurre della prima volta senza Federica dal 2003
Federica non c’è, è andata via. Però torna, almeno come nume tutelare. In un recente (e cordiale, riferiscono le cronache) incontro con la Federnuoto, la Divina ha accettato di interpretate il ruolo di testimonial agli Europei 2022, Roma 11-21 agosto. Eh sì, perché il primo Mondiale di nuoto dal 2003 senza Federica, da oggi in piscina a Budapest, si è infilato dove non dovrebbe stare, nell’anno degli Europei. Federica non c’è, è andata via. Il costume che indossa in questi giorni la Divina non è quello strizzato da gara in materiale futuristico ma quello da spiaggia, comodo e bianco, nelle immagini di Instagram durante il rapimento/addio al nubilato a Formentera. Sul costume spicca “bride to be”, futura sposa. Nel suo immediato futuro non troveremo statistiche con passaggi e record ma pubblicazioni e partecipazioni per il matrimonio con Matteo Giunta, il programma dopo l’estate.
Federica non c’è, è andata via. Il primo Mondiale senza la Divina fa una strana impressione. Un po’ come quello del 2003 in cui non ci accorgemmo di lei, anche se c’era. A Barcellona, a neanche 15 anni, fece la staffettista in batteria nella 4x100 stile libero. La grande storia si sarebbe manifestata un anno dopo ad Atene. Dunque, senza di lei, il Mondiale comincia oggi alla Duna Arena di Budapest. Il Paese del simpatico Viktor Orban è al terzo evento natatorio di rilevanza internazionale dal 2017, quando organizzò i Mondiali, come in questa occasione. Un anno fa ospitò gli Europei, slittati come Olimpiade ed Europeo di calcio dal 2020.
E ora di nuovo i Mondiali. L’Ungheria è l’Australia d’Europa, l’acqua è (quasi) più importante dell’erba (calcistica) e quindi un buco (non proprio: la Duna Arena è un grande impianto) si trova sempre. Già, perché questi sono Mondiali “straordinari”. L’aggettivo è stato introdotto dopo l’incidente diplomatico causato dalla Federazione internazionale (Fina). I Mondiali del 2021 dovevano svolgersi a Fukuoka, che li aveva già ricevuti nel 2001. Sono stati spostati al 2022, visto il traffico intasato dell’anno olimpico, ma le autorità giapponesi, tra le più sensibili alle problematiche del Covid, hanno deciso di farli slittare ancora. La Fina, per non rimanere con quattro anni di buco ha organizzato rapidamente questi che dovevano, nelle intenzioni dei federales, sostituire quelli di Fukuoka e ciao. Ma non avevano fatto i conti con i loro “main sponsor”: su sei, tre sono giapponesi e uno cinese. Non si può trascurare l’Oriente. E quindi questi sono diventati “straordinari”. Fukuoka resta in tabellone nel 2023.
La premessa è doverosa perché il sovraccarico di manifestazioni/gare ha prodotto qualche defezione e qualche vuoto, soprattutto a livello internazionale. Manca la squadra russa per i ben noti motivi. Poi ci sono i Giochi del Commonwealth. L’Impero britannico non c’è più, ma la sfida sportiva tra le nazioni che lo costituivano è ancora sentita. L’ha preferita l’australiana Ariarne Titmus (fresca di primato Mondiale sui 400 sl) che lascia vasca libera Katie Ledecky. L’americana punta a quattro ori come a Kazan 2015: 200, 400, 800 e 1500 sl. Allora fece addirittura cinquina con la staffetta 4x200. L’altro protagonista annunciato dei Mondiali “straordinari” sarà il connazionale Caleb Dressel nelle gare veloci di stile libero e farfalla e nelle staffette.
Federica non c’è, è andata via. Ma Gregorio Paltrinieri è qui. Il nostro iron man è ora capitano nuotatore di una squadra con 9 ragazze e 20 ragazzi. Eh sì, il dopo Federica è più problematico dalla parte femminile. Greg farà, con gusto, con voglia, cinque gare, due in vasca (800 e 1500 sl) e tre fuori (5, 10 km, staffetta 4x1,5 km) nel lago Lupa Lake, a nord di Budapest, che ha sostituito il mitico Balaton, il mare d’Ungheria. Si tratta di un bacino artificiale, ricavato da un’antica miniera, riempito dalla sorgente che garantisce l’acqua alla capitale. Per questo è potabile al 99 per cento. Non proprio come una piscina, ma quasi. Greg nuoterà in totale 21,100 km, mezza maratona. Sta andando bene, è carico, innamorato della spadista Rossella Fiamingo al punto di volersi mettere a tirare di scherma. La strategia federale prevede di ben figurare agli Europei casalinghi, ma la caratteristica italiana, da sempre, è quella di partecipare a ogni evento senza tattiche. Queste le lasciamo agli altri. Comunque sarà difficile ripetere la migliore edizione azzurra di sempre, Gwangju 2019, con 8 medaglie in piscina (3 d’oro, 2 d’argento e 3 di bronzo). Oltre al metallo, grande prova d’insieme: 23 finali e 6 quarti posti.
Oltre a SuperGreg, le punte sono Simona Quadarella e la rampante Benedetta Pilato. La ragazzina favolosa di Taranto, 17 anni, ha mancato alla sua prima Olimpiade a Tokio (squalificata nella batteria dei 100 rana), ma è giovane, forte e agguerrita e con un lungo avvenire davanti. Poi ci sono i medagliati olimpici Alessandro Miressi, Federico Burdisso, Thomas Ceccon, Nicolò Martinenghi, Manuel Frigo. C’è il veterano Gabriele Detti e il ritorno di Luca Dotto (per il gossip ex di Fiamingo). Le staffette sono buone e lo dimostrano le due medaglie (argento 4x100 sl, bronzo 4x100 mista) di Tokio. Manca la Russia, la Francia non c’è più, l’Australia è ridotta. C’è spazio per ben figurare. E poi ci sono anche la Santa Waterpolo e tutto il resto. Ah, tra il resto, mancano i tuffi da grandi altezze perché, essendo Mondiali “straordinari” sono stati utilizzati impianti esistenti e non è stato possibile predisporre quelli per questo tipo di gara. Ce ne faremo una ragione. Come per l’assenza di Federica. Take your marks.