Il Foglio sportivo - That win the best
Povero Cristiano Ronaldo, ormai gli preferiscono anche Sterling
Sepp Blatter e Michel Platini sono stati assolti. Difficile truffare la Fifa che è abituata a truffare tutti
Povero Cristiano Ronaldo. Se qualche anno fa gli avessero detto che un giorno una squadra avrebbe preferito prendere Sterling invece di lui probabilmente avrebbe riso, fatto due flessioni, un altro figlio affittando un utero a caso e un paio di selfie. Invece è quello che sta succedendo al Chelsea, dove Tuchel ha voluto l’ormai quasi ex attaccante del Manchester City invece del wannabe ex attaccante del Manchester United. È ammirevole la voglia del portoghese di continuare a misurarsi nel campionato più bello, visto e difficile del mondo, così come la sua insistenza a volere giocare ancora la Champions a 37 anni. Potrebbe fare come il saltimbanco argentino, che quando ha sentito puzza di vecchiaia si è rifugiato in quella parodia di campionato che è la Ligue 1 (avrebbe anche potuto scegliere la Serie A, certo) a fingere di continuare di essere forte. Non starò a farvi il pippone sui campioni che hanno paura di smettere e si rifiutano di invecchiare, né spenderò più di una parola sul noiosissimo tema dei calciatori che ormai sono un brand, e quando li compri compri anche visibilità follower e te li ripaghi con la vendita delle magliette.
Cristiano Ronaldo ha fatto una brutta stagione al Manchester United, la squadra che fu di Alex Ferguson è diventata una specie di Fiorentina inglese, lui ha fatto sapere che vorrebbe andarsene, non andrà in tournée in Asia con la squadra e il club fa la voce grossa ricordando che c’è un contratto da rispettare ma sotto sotto esulta: dopo avergli salvato la faccia l’anno scorso, quando non lo voleva nemmeno sua mamma, se ne libererebbe volentieri per tentare l’ennesima rinascita delle sua recente mediocre storia. Fatemi però brindare al calciomercato che è finalmente entrato nel vivo, persino con qualche colpetto che ci permette di parlare di come andrà la prossima stagione e non del numero di lesbiche tra le calciatrici dell’Europeo femminile.
E poi c’è Wimbledon, of course, e a proposito di vecchiaia fatemi spendere due parole su Rafa Nadal. Lo spagnolo è ormai avvolto da un’aura mistica, epica e mitologica come forse mai nessuno sportivo al mondo. I livelli di retorica sulle sue imprese hanno quasi superato quelli dei giornali italiani su Mario Draghi, Aldo Cazzullo ne parla così bene che viene voglia di tifargli contro. Ma nel mondo all’incontrario in cui viviamo ci è toccato pure leggere che contro Fritz Rafa aveva fatto la sceneggiata, finto di stare male, esagerato le smorfie per rendere più epica la sua vittoria. Questi che la sanno lunga sono poi scomparsi dopo l’annuncio del ritiro da Wimbledon di Nadal che ha permesso al tennista della nostra colonia penale, l’Australia, di andare in finale nella Premier League del tennis.
Vedo poi che Michel Platini e Joseph Blatter sono stati assolti dall’accusa di truffa ai danni della Fifa. Da vecchio garantista non posso che gioire, posare un momento la pinta e ricordare che le premesse dell’inchiesta erano ovviamente sbagliate: è la Fifa che ci truffa. Tutti. Da decenni. E noi ci caschiamo ancora. E adesso fatemi tornare alla mia bionda.