La Gothia Cup è il vero Mondiale per giovani
A Göteborg si affrontano 1.606 squadre da 59 nazioni diverse e si giocheranno 4.164 partite. Giocano i ragazzi dagli 11 ai 18 anni. “È la coppa del mondo giovanile. Siamo un po’ arrugginiti per via della pandemia, ma non vediamo l’ora di cominciare”
Dopo due anni torna la Gothia Cup, il più grande e più internazionale torneo di calcio giovanile. A Göteborg, città svedese dove la manifestazione si svolge annualmente dal 1975, quest’anno ci saranno 1.606 squadre da 59 nazioni diverse e si giocheranno 4.164 partite. “È la coppa del mondo giovanile. Siamo un po’ arrugginiti per via della pandemia, ma non vediamo l’ora di cominciare”, dice Dennis Andersson, fondatore e segretario generale del torneo.
La Gothia Cup è rivolta a squadre maschili e femminili dagli 11 ai 18 anni, ma non riguarda solo il calcio, dice Andersson. “È un’esperienza unica dove si conoscono persone da paesi e culture diversi. Quando l’abbiamo fondata 47 anni fa volevamo dare ai giovani di tutto il mondo un posto dove potersi incontrare e il calcio ci è sembrato lo strumento più adatto”. Grazie anche a una ottima organizzazione, la crescita è stata impressionante: dall’esordio con cinque nazioni si è arrivati al record di 82 nel 2017 (un confronto: alle Olimpiadi di Pechino 2022 c’erano 91 nazioni). Questo ha convinto gli organizzatori a replicare il torneo in Cina e in Messico.
Partecipare al torneo è entusiasmante anche perché le squadre dormono nelle classi delle scuole per tutto il periodo. Banchi e sedie vengono accatastati su una parete (non quella con le finestre perché le vie di fuga devono rimanere libere), ed ecco lo spazio per materassini gonfiabili e sacchi a pelo. Ogni scuola ha poi le docce e una mensa. Non manca nulla. I campi da gioco si raggiungono a piedi o con i mezzi pubblici visto che l’iscrizione dà diritto a una tessera per usarli liberamente. Può capitare di condividere la scuola con una squadra scozzese o una nigeriana e per i ragazzi e le ragazze non è solo un torneo, ma una settimana di conoscenze ed esperienze totalmente nuove.
“Noi di Voluntas Brescia” – racconta Germano Panni, presidente della società dilettantistica – “siamo il settore giovanile italiano che ha vinto più volte il torneo (6). Un anno abbiamo addirittura vinto con due squadre, i pulcini e gli esordienti, nei quali giocava un giovane Andrea Pirlo. È tutto merito del nostro fondatore Roberto Clerici: diceva che partecipando ai tornei internazionali e stando lontani da casa i ragazzi maturano prima, sia come persone sia come atleti. Ci aveva visto giusto”. E in effetti da giovani ci hanno giocato altri calciatori importanti come Xabi Alonso, Shearer, Julio Baptista, Adebayor e Zé Roberto.
“Siamo solo 10 persone ad occuparci full time del torneo, durante il quale però raggiungiamo le 400 persone anche grazie ai volontari”, dice Andersson. Sin dalla prima edizione la Gothia Cup è aperta alle squadre maschili e a quelle femminili: un vero esempio di parità di genere sportiva. Per Andersson “questo è un motivo di orgoglio, ma è stato naturale includere le ragazze sin dall’inizio. Non è mai stato un punto di discussione”. D’altronde il calcio femminile nel Nord Europa si è diffuso con decenni di anticipo rispetto ai paesi del Sud Europa, dove i pregiudizi hanno cominciato ad allentarsi solo negli ultimi anni.
Il torneo si apre sempre con la cerimonia inaugurale. Si svolge all’Ullevi Stadium – il principale stadio di Göteborg in cui si tengono anche le finali del torneo – e vi partecipano più di 50.000 persone. Oltre a musica, coreografie e fuochi d’artificio, c’è la sfilata delle nazioni: una squadra per ogni paese partecipante entra nello stadio portando la bandiera nazionale, mentre le altre squadre sono sugli spalti, una cosa che ricorda molto le cerimonie olimpiche.
Disseminati per la città di Göteborg, i campi sono più di cento. Due sono le zone più affascinanti: l’Heden Center è il cuore del torneo e oltre allo store ufficiale, al centro informazioni e a una grande mensa, è formato da vari campi, tra cui la Skf Arena: un campo a 11 con tribune per 8 mila persone; l’altra è il Kviberg Center: un’area verde con 28 campi da calcio di dimensioni regolari. Ecco un’altra differenza: mentre in Italia siamo abituati a giocare quasi esclusivamente nei centri sportivi, la Gothia Cup (ma come accade in tutto il Nord Europa) sfrutta serenamente i prati dei parchi pubblici, la cui cura e manutenzione permette di svolgere partite in completa sicurezza e con tutti i servizi accessori.
Il torneo riparte questo fine settimana, anche grazie al governo svedese che lo ha sostenuto economicamente durante la pandemia. “Quest’anno trasmetteremo più di 2 mila partite online grazie a nuove telecamere con intelligenza artificiale, in grado di seguire autonomamente la palla”, dice Andersson. “Nonostante tutto l’aspetto più difficile resta il cibo: quando hai 60 diete nazionali diverse è impossibile accontentare tutti”.