Foto LaPresse

Il Foglio sportivo - that win the best

Per fortuna manca poco all'inizio della Premier League

Jack O'Malley

Sono inglese e tiferò per la Nazionale femminile in finale agli Europei. Poi finalmente comincerà il campionato più bello del mondo. Guardiola facci divertire con De Bruyne, Grealish e Haaland

Scrivo dal Victory Bar di Port Stanley, nelle Isole Falkland, dove mi sono rifugiato come ogni estate per sfuggire all’inutile attesa dell’inizio della Premier League (maschile, lo dico per chi su Twitter suggeriva a Enrico Letta di non dare più interviste a questo giornale perché ho detto che trovo un po’ troppo pompato dai media il calcio femminile: magari vi dà retta). Ovviamente guarderò la finale di domani contro la Germania – sono inglese, ogni scusa è buona per bere e insultare i tedeschi – e lo farò con lo stesso entusiasmo con cui vado a ritirare i risultati degli esami del sangue quando mi fanno i controlli antidoping a sorpresa anche se non gioco nell’Atalanta. 

 

E a proposito di Premier League, spero vi sia chiaro che tra una settimana ricomincia l’unico evento sportivo per cui vale la pena che il mondo non finisca domani abbattuto da un razzo cinese sparato male. Quello inglese è il solo campionato in cui la qualità è talmente alta che si trova ancora qualcuno disposto a comprare a prezzi vergognosi le pippe sopravvalutate del Sassuolo o dove c’è una neopromossa come il Nottingham Forest pronta a dare 12 milioni all’anno a un bollito come Lingard. E ora qui devo confessare una perversione (no, non è il calcio femminile, e nemmeno l’inginocchiamento marxista di Black Lives Matter contro il razzismo prima delle partite): chi segue questa rubrica da prima di sabato scorso, e a vedere le cazzate scritte sui social contro di me non sono tanti, sa che dopo la birra analcolica e Beppe “ho conosciuto Scarlett Johansson e lo scrivo sul Corriere” Severgnini la cosa che non sopporto di più è Pep Guardiola (se la gioca con Gianni Riotta, ok). Bene, quest’anno non vedo l’ora di vedere all’opera De Bruyne, Grealish e Haaland nel Manchester City.

 

Potete farlo anche voi, evitando di farvi il fegato amaro dietro a una Serie A che si annuncia più brutta del solito, incerta perché livellata verso il basso e in cui le notizie della settimana sono l’infortunio di un esubero del Manchester United, le dichiarazioni di un difensore olandese orfano di Sarri e il proprietario del principale giornale sportivo italiano che dice che “è tutto a posto” dopo che il suo direttore sportivo lo ha insultato durante una rissa più brutta di quelle che faccio partire io dopo la decima pinta nel mio pub di riferimento a Sheffield. C’è speranza, e buon per voi che questa frase non è più equivocabile con la presenza del vostro ministro della Salute, e a volte la speranza arriva dalle colonie: sette giocatori delle Manly Sea Eagles, squadra australiana di rugby, si sono rifiutati di indossare la maglietta arcobaleno per celebrare il Pride durante una partita: in Italia si sarebbero già presi di fascisti meloniani, ma i ragazzi hanno fatto semplicemente notare che se ne sarebbe almeno potuto parlare nello spogliatoio. Pia illusione: il progresso corre, e chi chiede di discuterne è stronzo, misogino, omofobo, inquinatore, razzista, jackomalley. Io nel dubbio resto alle Falkland, ordino un’altra pinta, mi tengo stretta la mia bionda alcolica e aspetto i Mondiali in Qatar. Che vinceremo noi, nonostante tutte le nostre cazzate politicamente corrette.