Le critiche ad Adrien Rabiot sono figlie di aspettative sbagliate
Il mancato passaggio del centrocampista della Juventus al Manchester United è stato criticato dai tifosi bianconeri che si volevano liberare di lui, ritenendolo inadeguato. Eppure il francese il suo lo ha fatto e lo ha fatto bene. Cosa dicono i dati
L'acquisto di Casemiro da parte del Manchester United – circa 80 milioni di euro, includendo i bonus, andranno nelle tasche del Real Madrid – porta in Inghilterra uno dei centrocampisti più determinanti del ventunesimo secolo, se non il più determinante: il Real con Casemiro ha vinto 18 trofei, di cui 11 internazionali. L'annuncio dell'acquisto del mediano brasiliano però è arrivato dopo che la trattativa con Adrien Rabiot, centrocampista della Juventus, si è incagliata a causa delle richieste del suo agente, Veronique Rabiot, valutate eccessive – 9 milioni di euro netti a fronte dell'offerta inglese di 6 fissi più eventuali bonus per arrivare a 8.
Gli inevitabili commenti sulla vicenda hanno seguito due strade: la prima è l'attacco diretto alla madre-agente del giocatore, accusata in sostanza di pretendere troppo spazio nella vita professionale del figlio calciatore; la seconda invece interessava direttamente il centrocampista francese, la cui cessione sarebbe stata, per molti tifosi della Juventus delusi dalle ultime tre stagioni, un sollievo, e preludio all'arrivo di Paredes dal Psg.
Se per affrontare la prima ci si impantanerebbe in discorsi non concludenti sugli stipendi dei calciatori troppo alti e sulle offerte dei club ugualmente sconsiderate, e si farebbero – nel caso specifico di Rabiot – valutazioni sui suoi rapporti familiari manchevoli di enormi dettagli, sulla seconda si possono fare considerazioni quantomeno divergenti.
È vero infatti che Rabiot ha deluso nelle tre stagioni con Sarri, Pirlo e Allegri, ma è anche vero che sono stati pochissimi i giocatori a salvarsi da un giudizio nel complesso negativo in questo periodo. Lo scorso anno, nonostante il ritorno di Allegri in panchina, è stato il primo senza trofei dopo molto tempo, il gioco ha subito una critica costante e i primi a essere presi di mira, a ragione, sono stati i centrocampisti. Tuttavia, fra tutti, Adrien Rabiot ha subito critiche meno giustificate di altri, un po' perché lo stipendio – 7 milioni – porta critiche in ogni caso se i numeri non sono eclatanti e la squadra delude, e un po' perché ci si è aspettati da lui qualcosa che non poteva dare.
Come scrive l'Athletic, al suo arrivo si credeva fosse arrivato un mix tra Pogba, Vidal e Marchisio – insieme a Pirlo il più forte centrocampo degli ultimi 10 anni bianconeri – ma come spesso accade erano state fatte considerazioni di natura solo offensiva, mentre Rabiot ha dimostrato di essere un centrocampista meno offensivo del previsto: in tre anni il centrocampista francese ha fatto 6 gol e 6 assist in tutte le competizioni. Ma non sono questi i dati che lo descrivono correttamente.
Il centrocampo della Juventus ha peccato di qualità e velocità di gioco e a Rabiot è stato spesso imputato il mancato funzionamento dello sviluppo offensivo della squadra. Invece c'è da dire che Rabiot è stato un calciatore su cui la Juventus ha fatto molto affidamento: 37, 47 e 45 sono state le sue presenze nei tre anni; e le sue statistiche difensive sono ottime. Infatti, stando ai dati StatsBomb relativi alla stagione 2021-22 di Serie A, il centrocampista è stato funzionale in fase di pressione, con una media di 7,4 palloni recuperati dalla squadra grazie alla sua azione – meglio del 95 per cento dei giocatori che occupano lo stesso ruolo in Serie A –, e di contrasto con una media di 2,13 contrasti decisivi vinti a partita – 1, 77 nella trequarti difensiva. É inoltre un giocatore a cui piace più correre con la palla al piede piuttosto che senza nello spazio (caratteristica apprezzatissima in Marchisio, Vidal e Khedira negli scorsi anni). Ogni 90 minuti in media sono 4,21 palloni portati in conduzione nella metà campo avversaria. La valutazione su Adrien Rabiot deve tenere conto inoltre anche del suo enorme contributo sulle palle alte: 2,13 duelli aerei vinti a partita, per il 63,5 per cento del totale, meglio del 95 per cento degli altri centrocampisti che occupano la stessa posizione nel campionato. Rabiot è mancato in fase di conclusione – 1.02 tiri ogni 90 minuti, di cui 0.28 nello specchio di porta – e in azioni che hanno portato alla conclusione – solo 1,54 a partita, dato inferiore al 74 per cento di giocatori simili a lui in Serie A. Ma, azzardando, potremmo dire che non era quello il suo ruolo.
Poi bisogna parlare di equilibri. In uno dei trailer di lancio del videogioco Nba 2k12 Micheal Jordan dice: “Le persone discutono su chi sia il giocatore – qui si parla di basket – più forte di sempre. Domanda stupida. La domanda dovrebbe essere invece quale sia la squadra più forte di sempre”. Il tema è differente, ma il ragionamento è lo stesso. Come si fa a valutare un giocatore, escludendo il contesto in cui è inserito? Al termine della partita contro il Villareal a Torino – la sconfitta 0-3 ha sancito l'eliminazione della Juventus agli ottavi dell'ultima Champions – anche l'amatissimo ex Evra, commentatore per Amazon prime, aveva fatto notare la mancanza di coraggio dei centrocampisti juventini, sottolineando come Arthur non avesse mai fatto un cambio gioco. Dopotutto Rabiot ha fatto il suo, con qualche mancanza sì, ma con una costanza che è mancata a tutto il resto del centrocampo della Juventus.
Nelle settimane in cui si scioglie uno dei terzetti di centrocampo più vincenti ed equilibrati di sempre – Kroos, Casemiro e Modric – è utile ricordare ancora una volta che, sul rettangolo verde, la forza dei singoli reparti è generata dalla combinazione delle qualità di ogni giocatore, che a loro volta sono esaltate e sostenute dall'equilibrio del reparto stesso. É un circolo che si autoalimenta. Risulta allora difficile, se non scorretto, valutare un calciatore per quello che ha fatto in reparti non equilibrati, instabili a causa degli infortuni, in cui è evidente che siano mancate componenti.