Il calcio inglese fa i conti con la crisi energetica, e ripensa a cinquant'anni fa
Nel Regno Unito nel 1973 si decise di spostare alcune partite alla domenica, quando la richiesta di energia dalle aziende era molto bassa. La proposta fatta dal presidente dell’Accrington Stanley, Andy Holt, è di ritornare a quei tempi
Periodicamente, sul web, spunta una foto suggestiva: scattata ad Upton Park, il vecchio stadio del West Ham, mostra un cospicuo numero di persone che seguono la partita dal tetto di una casa adiacente. Sono tifosi dell’Hereford United, squadra di quinta serie che stava giocando la ripetizione di un turno di Coppa d’Inghilterra, dopo lo 0-0 della partita originaria. L’Hereford, autore del celebre miracolo contro il Newcastle United nel turno precedente, venne eliminato, ma quel che pochi sanno è che quella partita venne giocata alle 14.15 di un lunedì, il 14 febbraio del 1972.
Come mai quel giorno e soprattutto quell’orario e come mai nonostante questo si sfiorò il record di presenze allo stadio, 42.271? Semplice: il 9 gennaio era iniziato lo sciopero dei minatori, sindacato potentissimo dato che la stragrande maggioranza dell’energia nel Regno Unito veniva dal carbone, e dopo che lo sciopero si era allargato a settori della logistica impegnati nel trasporto del combustile il Governo guidato dal Conservatore Ed Heath, il 9 febbraio, aveva imposto lo stato di emergenza, che comprendeva la limitazione all’utilizzo di strumentazioni non di prima necessità, come le luci di uno stadio. Lo scioperò terminò a fine febbraio, grazie alla concessione di un aumento degli stipendi dei minatori, ma nell’ottobre del 1973 l’embargo deciso dai paesi arabi produttori ed esportatori di petrolio verso le nazioni che avevano sostenuto Israele nella guerra dello Yom Kippur causò una nuova crisi, che coinvolse anche l’Italia, con le famose ‘domeniche a piedi’, chiusura anticipata di cinema e persino delle trasmissioni televisive e riduzione dell’orario di accensione dei lampioni.
Nel Regno Unito sembrò di rivivere la situazione del 1972: precipitata di nuovo la loro situazione salariale per via dell’inflazione, i minatori decisero nuovamente di scioperare, ancora dal 9 febbraio, e Heath ripristinò le limitazioni di due anni prima, indicendo addirittura elezioni volanti per fine febbraio, allo scopo di consolidare la sua leadership sul tema del contrasto alle richieste dei minatori. Gli andò male, perché dal voto non uscì una chiara maggioranza e dopo alcuni giorni di discussioni Heath passò la mano ad un governo laburista di… minoranza, ma nel frattempo molti settori avevano risentito dell’obbligo (per i non essenziali) di limitare l’utilizzo di elettricità a tre giorni consecutivi, tra il martedì e il giovedì. I blackout programmati, con calendario pubblicato dai quotidiani in modo che cittadini e aziende si premunissero, si unirono a quelli improvvisi: alcuni grandi magazzini lasciarono aperti solo i reparti in cui arrivava luce dall’esterno - e parliamo dell’inverno britannico, con buio già a metà pomeriggio - oppure dotarono i dipendenti di caschetti da… minatore con torcia incorporata, mentre negli uffici venne concesso alle dipendenti di andare al lavoro… in pantaloni (!) per combattere meglio il freddo.
Nel calcio, gli orari degli infrasettimanali vennero anticipati nuovamente al primo pomeriggio ma soprattutto scattò una mezza rivoluzione: erano tempi in cui non c’erano dirette tv e dunque si giocava sempre alle 15 del sabato, ma si decise di spostare alcune partite alla domenica, quando la richiesta di energia dalle aziende era molto bassa. C’era però un problema, il Sunday Observance Act del 1780, un editto che vietava l’uso domenicale di locali pubblici e privati per profitto. I club però lo aggirarono con un espediente: a cominciare dalla primissima partita professionistica giocata di domenica, Cambridge United-Oldham Athletic di Coppa d’Inghilterra, ore 11 del 6 gennaio 1974, l’ingresso fu gratuito ma subordinato all’esibizione agli addetti di una copia del programma ufficiale, che era a pagamento e disponibile solo ai tornelli. Alcuni club fecero la furbata di far pagare di più il programma a chi entrava ai cancelli delle tribune, ma alla fine la presenza di pubblico fu in parecchi casi (tipo Cambridge) più alta del solito. La crisi terminò il 7 marzo 1974, dopo l’aumento salariale del 35 per cento concesso ai minatori dal governo laburista di Harold Wilson, ma il successo delle partite di domenica suggerì di giocarne ancora, e così avvenne, specialmente dai primi anni Ottanta, in deroga al Sunday Observance Act che venne abolito solo nel 2005. Ora, con la proposta fatta dal presidente dell’Accrington Stanley, Andy Holt, si potrebbe tornare all’anticipo delle partite a orari in cui sia ridotto al minimo l’utilizzo di emergia.