Il Foglio sportivo - calcio e finanza
Il calciomercato esoso della Premier League
I club inglesi ritoccano verso l’alto i record per la spesa estiva, raggiungendo quota 2,24 miliardi di euro. La capolista è il Chelsea, ma nella top 10 d'Europa c'è anche una neopromossa: il Nottingham Forest
Il calcio europeo si riscopre attento ai conti, fatta eccezione per la ricchissima Premier League. I club inglesi ritoccano verso l’alto i record per la spesa sul calciomercato, mentre le squadre degli altri campionati hanno chiuso la sessione estiva praticamente in equilibrio, con il peso della pandemia che ancora si fa sentire sulle disponibilità.
Da Antony a Casemiro passando per Fofana e Richarlison, la Premier ha chiuso il mercato toccando quota 2,24 miliardi di euro di spese per l’acquisto di giocatori, incassando “solo” 885 milioni per un saldo negativo pari a 1,3 miliardi. In Serie A, Ligue 1, Liga e Bundesliga complessivamente hanno speso 2,29 miliardi di euro (di cui 750 milioni dai club italiani), incassandone però 2,32 (745 milioni per le società della Serie A) e chiudendo di fatto il mercato in attivo di circa 300 milioni di euro aggregati, un fatto quantomeno particolare considerando quanto successo nei precedenti anni.
Non stupisce, così, che nella top 10 dei club che hanno speso di più nell’ultima estate ben otto siano società inglesi. E una neopromossa, il Nottingham Forest, ha chiuso il mercato come la quinta società in Europa per investimenti in giocatori, spendendo oltre 160 milioni di euro, più anche di Barcellona, Paris Saint-Germain, Manchester City e Bayern Monaco.
In assoluto, chi ha speso di più è stato il Chelsea che ha acquistato giocatori per oltre 280 milioni di euro, seguito da Manchester United (238 milioni) e West Ham (182 milioni). E i Blues del nuovo proprietario statunitense Todd Boehly non sono andati troppo lontani dal record del Barcellona 2017/18, che aveva messo sul piatto complessivamente 380 milioni di euro per rinforzarsi sul mercato: gli oltre 280 milioni investiti dal Chelsea valgono il quinto posto come sessione di mercato più costosa della storia.