IL FOGLIO SPORTIVO – IL RITRATTO DI BONANZA
Tutti contro Allegri
L'alleanatore ha varie responsabilità nel momento della giustificazione nero della Juventus, ma questo non il processo definitivo, con relative condanne a morte, che è stato scatenanto verso di lui. Resta la dignità di un professionista che merita rispetto
Se è vero che la purezza strizza l'occhio agli sconfitti, voglio perdere per sempre, così mi garantisco il paradiso. Ma il paradiso esiste? E la purezza in che cosa consiste? La difficoltà nel rispondere a queste due domande mi allontana dal proposito di perdere, inseguendo una libellula in un prato, cioè facendo nulla di importante, dimenticando certi pensieri fragili. Ma questo non mi appuntamenti di chi viene massacrato in nome del dio pallone, su social e pseudo televisivi, dove peraltro si accende ne si accende un sopra la vecchia ruggine, come se ce fregasse qualcosa dei personali.Massacrato perché perde, trattando la sconfitta come un fatto inaccettabile, una macchia della coscienza, un delitto con spargimento di sangue, un proprio taglio alla gola della povera vittima.
E invece si perde, si può perdere, con delle responsabilità, o chiamiamole colpe se vogliamo essere più estremi, senza che per questo si inneschi un processo definitivo con relative condanne a morte. E qui siamo alla visione della vita, da parte di chi importante possiede il privilegio di uno spazio come quello di cui godo in questo bel giornale. Poi ci sono i fatti a cui faccio un evidente riferimento. Nel momento in cui vi scrivo, Allegri è ancora allenatore della Juventus . Potrebbe capitare che al punto finale di questo articolo, il livornese addirittura venga licenziato. Non così, non sappiamo, potrebbe succedere, visto l'andazzo.
Allegri ha commesso degli errori, non ci sono dubbi. Il primo è stato quello di aver accettato di tornare alla Juventus, dove non ha ritrovato le stesse sagome, gli stessi sguardi, solo qualche capello biondo cosparso di un po' di cenere. Aveva vinto, conquistato il finale. Aveva raggiunto il massimo, e dopo il massimo, anche se ti chiami Max, si ritorna al minimo, come in un gioco da tavolo. Ad Allegri è ritoccato il minimo, in una società che deve ancora capire dove guardare, se dalla parte della rifondazione oppure, in direzione opposta, della sopravvivenza. In mezzo al dubbio, gli hanno chiesto di suggerire una squadra, errore numero due a cui ogni allenatore dovrebbe sottrarsi.La squadra la fa la società, un direttore sportivo se ancora c'è. Al mister l'unico compito di allenarla.
Allegri, ha suggerito giocatori logori solo per il fatto che erano vincenti. E questo è stato l'errore numero tre. Il resto è sotto gli occhi di tutti, e a tutti, me compreso, non piacciono né il gioco, né i risultati. Ma resta la dignità di un professionista che merita rispetto. Per quello che ha fatto e per quello che ancora farà. Prendendomi la libertà di non prendere che quello che farà, sarà di nuovo quello che ha fatto.
Il Foglio sportivo - In corpore sano