Ai Mondiali di volley femminile l'Italia contro l'Olanda deve capire chi è davvero
Dopo Camerun, Porto Rico, Belgio e Kenya le Azzurre giocheranno contro avversarie al loro livello. È il momento buono per capire l’effettiva efficacia del sestetto allenato da Davide Mazzanti
Dopo le prime quattro partite di questo Mondiale di pallavolo femminile l’Italia va, ma chi si aspettava una prima fase dominante e straripante da parte delle azzurre non è stato accontentato, non del tutto almeno. In attesa del match contro l’Olanda, fondamentale sia per capire l’effettiva efficacia del sestetto azzurro in un match chiave nella competizione di livello più alto (con il pubblico contro), sia per l’importanza che avrà il risultato nella seconda fase, quando alle migliori quattro del girone delle azzurre si affiancheranno le migliori quattro del girone D. Le partite finora hanno messo decisamente alla prova la squadra di Davide Mazzanti. Dopo la facile vittoria d’esordio contro il Camerun (25-10, 25-12, 25-16) il coach aveva messo in chiaro quali fossero le priorità: mantenere la forma fisica e trovare al più presto il ritmo di gioco. Ma aveva anche avvertito che la partita contro la selezione africana avesse tutto sommato poco da dire a riguardo, se non altro perché la facilità in attacco non permetteva di mantenere un ritmo alto e costante durante il match. Sarebbero state più difficili e provanti le partite successive, e così è stato.
L’Italia contro Porto Rico e soprattutto contro il Belgio, nonostante risultati complessivi netti (3-0 e 3-1) e prestazioni tutto sommato costanti delle protagoniste – contro il Belgio 13 punti per Bosetti, 15 per Danesi e 32 per Egonu –, ha affrontato diversi momenti di difficoltà e più volte è sembrata essere meno efficace dell’avversaria in fase d’attacco, in ricezione – 6 ace subiti nella partita contro Porto Rico – e in generale a imporre il proprio gioco. La partita contro le caraibiche “è stata una partita molto faticosa, abbiamo incontrato delle difficoltà nelle letture e a dar qualità al nostro gioco. Eravamo spesso in ritardo nella fase di break”, ha detto Mazzanti. Il commento di Malinov invece ha fatto riferimento all’atteggiamento di squadra: “Non dobbiamo pensare tanto a limitare gli avversari, quanto concentrarci su noi stesse e salire di livello. Sarà importante fare questo per evitare di complicare l'andamento delle partite”. E le partite giocate finora hanno rischiato di complicarsi non poco, perché le azzurre non sono sempre state decise quanto bastava e quando serviva – “non possiamo pensare di vincere di pallonetto” ha detto Mazzanti in un time out nel primo set contro il Belgio, l’unico perso finora –, infatti le frazioni si sono allungate fino anche al 30esimo punto (28-26, 25-21, 26-24 contro Porto Rico e 21-25, 30-28, 29-27, 25-9 contro il Belgio).
I finali di set si sono invece confermati territorio azzurro e sono stati i punti di svolta dei match, sia in rimonta che – forse più importante – in risposta alla rimonta avversaria. La seconda frazione contro il Belgio questo lo mostra: 24-19 per le azzurre, le fiamminghe annullano 5 palle set con Herbots in battuta – 27 punti per lei – e pareggiano. Sul 26-25 la palla sembra cadere sul campo dell’Italia, Orro salva e De Gennaro spinge nel campo delle avversarie che stanno già esultando. Concentrazione, il risultato si sarebbe portato sul 2-0 e la partita sarebbe stata ancora più complessa. L’analisi del libero azzurro è critica e consapevole: “Siamo riuscite a esprimere il nostro gioco solo a sprazzi, in più abbiamo commesso troppi errori. C'è mancata un po’ d’aggressività nel secondo e terzo parziale”. Finora si è vista un’Italia vincente, anche se non dominante, e capace di soffrire contro squadre efficaci in attacco oltre alle aspettative. La ripresa nei finali di frazione ha fatto la differenza e risolto match complicati, ma il margine d’errore dalla seconda fase sarà minimo e servirà trovare fluidità di gioco in prima che la trovino le avversarie, di livello sempre più alto.
Il Foglio sportivo - IL RITRATTO DI BONANZA