il progetto
Ecco come sarà lo stadio della Roma a Pietralata: 65mila posti (e aperto entro il 2027)
La società ha ufficialmente presentato lo studio di fattibilità sul nuovo impianto. Ora l'Assemblea capitolina ha 90 giorni per approvare i lavori preliminari. Previsti 3mila alberi e una nuova rete di trasporti. L'obiettivo è quello di aprire entro il centenario giallorosso
Il gran giorno è arrivato: la As Roma ha presentato in Campidoglio lo studio di fattibilità tecnico economica per la realizzazione dello stadio di proprietà a Pietralata. Poco prima di mezzogiorno, l’amministratore delegato della società giallorossa, Pietro Berardi, è entrato nello studio del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, portando due faldoni arancioni. E una pennetta. Il progetto è tutto lì, almeno per ora.
Stadio da 65mila posti, un disegno architettonico ancora solo a livello embrionale visto che la società giallorossa potrebbe affidarne l’ideazione, dopo concorso internazionale, a qualche grande archistar. Procedura da seguire quella della vecchia legge stadi, la 147/2013, la stessa che i giallorossi avevano usato per Tor di Valle. Anche perché la follia del sistema italiano è aver approvato una nuova legge stadi che è già in vigore e che abroga quella del 2013 ma che dispiegherà i suoi effetti giuridici dal 1 gennaio 2024. Per cui si rimane con quella vecchia. Che dice che ora scatta il primo timer: entro 90 giorni da oggi il Comune deve concludere i lavori della conferenza di servizi preliminare, quella che, di fondo, dovrà dire se il progetto Pietralata è ammissibile (e a quali condizioni) o se esistono cause ostative non superabili.
Dopo di che, il Consiglio comunale dovrà votare, esattamente come accadde nel 2014 con Tor di Valle, la delibera che sancisce che la costruzione dell’opera riveste carattere di pubblico interesse. All’uscita dal Campidoglio, brevi dichiarazioni di prammatica. Berardi: “Abbiamo presentato una idea di stadio che non sarà soltanto per i tifosi della Roma ma sarà uno stadio per tutta la città, non sarà aperto solo per le due o tre ore della partita ma avrà una vita durante tutto l’anno”. E Gualtieri: quello del nuovo stadio sarà “un investimento di grandissima importanza per tutta la città, adesso attiveremo immediatamente la conferenza dei servizi per esaminare e valutare questo progetto. Ringraziamo la società per aver rispettato i tempi, per la serietà e la qualità dell'interlocuzione che finora ha avuto con i nostri uffici e l’amministrazione”.
Chiuso il valzer delle frasi di circostanza, quello che emerge è che la Roma ha fretta: l’obiettivo è provare a giocarci per il centenario, quindi a giugno del 2027. Anche perché c’è la possibilità che l’Italia e Roma si candidino ad ospitare l’edizione 2028 degli europei di calcio e con l’eventuale nuovo impianto già in funzione le chance di giocarsela bene aumenterebbero. Per il Campidoglio è ugualmente quello di correre, evitando le fanfaronate che nel caso di Tor di Valle hanno segnato tanto l’Amministrazione di Ignazio Marino quanto quella di Virginia Raggi facendole passare alla storia entrambe come il Miles gloriosus di Plauto. Evitando, però, soprattutto di incagliarsi in resistenze varie che rischierebbero nuovamente di uccidere il sogno giallorosso di avere la nuova casa di proprietà.
Per ora ancora pochi i dettagli che trapelano del nuovo progetto. Il primo, sarà ambientale: la Roma prevede di piantare 3mila nuovi alberi per rendere quello di Pietralata un vero e proprio progetto di rigenerazione urbana. Secondo, la questione trasporti. Il nuovo stadio sarà green anche sotto il profilo della mobilità. Se a Tor di Valle si pensava che metà spettatori sarebbero andati allo stadio con il trasporto pubblico e l’altra metà con quello privato, qui invece Atac, sperando che per il 2027 sia meglio di oggi, la farà da padrona. Tanto che le prime voci riferiscono di 4/6000 posti auto, pari al massimo a 13mila spettatori automuniti. Più moto e motorini e pullman, arriviamo a 15-18.000 spettatori su mezzi privati. Cioè poco meno di un terzo della capienza totale. Altra cosa: la Roma punta a realizzare intorno allo Stadio anche un’area intrattenimento a vocazione sportiva (calcetto e padel) e ricreativa (ristoranti e bar) con una piccola parte commerciale e un museo. Nulla a che vedere con il quartiere che era previsto a Tor di Valle.