Il Foglio sportivo - il ritratto di Bonanza
Leao e Kvaratskhelia alla sinistra del cuore
Con loro il gioco si fa bello a prescindere dal resto della compagnia. Cosi decisivi, uguali, eppure così diversi
Il calcio con il camice, quello che affida ancora ai direttori sportivi la cura del mercato, ha trovato due rimedi straordinariamente efficaci per combattere il pressing, una malattia molto aggressiva che ti toglie l’ossigeno e non ti fa respirare. Basta fare due nomi, il primo semplice, il secondo complicatissimo: Leao e Kvaratskhelia. Con loro il gioco si fa bello a prescindere dal resto della compagnia. Cosi decisivi, uguali, eppure così diversi.
Leao sorride e ciondola prima di una partita, tanto che qualcuno scambia il suo comportamento per sufficienza, quando invece è solo natura africana, sole che nasce e resta lì sospeso, quasi per sempre. Kvaratskhelia, al contrario, è un tipo serio, la testa reclinata verso il prato. Appare triste, ma è solo concentrato.
Si assomigliano nel cambiare con una corsa palla al piede il senso di qualsiasi incontro. Leao sembra una fionda prodigiosa: lancia la pallottola e poi la raggiunge (miracolo!) per trasportarla dove si apre uno spazio. Kvarastkhelia scompone l’azione in mille pezzi, come un mosaico digitale, in accordo col suo nome, che solo se lo spezzi lo puoi pronunciare. In ogni pixel ci trovi un movimento, un fermo attivo. Il georgiano si blocca e riparte, come un motore impazzito, come un cavallo da rodeo che nessun cavaliere riesce a domare. Stiamo parlando di due solisti prestati al collettivo, che danno un senso molto definito del calcio, uno sport che si anima quando lo si toglie dalle gabbie della tattica e della scienza infusa (lo diceva sempre la mia nonna, non so nemmeno che cosa voglia dire).
Leao ha bisogno di partite che si sbloccano per dare il meglio. Dentro i labirinti si perde un po’, alla ricerca di un senso che spesso gli sfugge. Non ha bisogno di una trama, piuttosto di una spinta, qualcosa che lo sollevi da terra e lo faccia volare dove meglio crede. Mister K. (perché a voi non sembra un personaggio letterario?), è più geometrico e spigoloso. Potrebbe essere di legno e non me ne sorprenderei. Questo Pinocchio senza naso, non punta l’avversario, lo fiuta in anticipo e poi lo aggira. Come il bimbo/burattino, racconta un sacco di bugie, facendoti credere di andare da un lato per poi buttarsi da quello opposto. Si chiama imprevedibilità, e se ce l’hai, affondi la lama nel pressing avversario come un coltello nel burro. Leao e Kvaratskhelia, si muovono da quella parte in cui, quando si ama, si batte il pugno. Alla sinistra del cuore, al centro del gioco.