Il Foglio sportivo - That win the best
Mbappé non è un buon esempio, tranne per come gioca
Ma quando qualcuno passerà dagli hashtag ai fatti e boicotterà davvero i Mondiali in Qatar?
Non lo conosco personalmente, ma penso di potere dire senza timore di essere smentito che l’attaccante francese del Paris Saint-Germain, Kylian Mbappé, sia il capo degli stronzi. Si lamenta dei compagni, del suo ruolo, di come viene o non viene aiutato in area, posta sui social critiche al gioco del suo club, dà spallate da bullo ai compagni in campo, fondamentalmente si è reso conto di avere fatto un’immensa fesseria a rimanere in Francia a giocare in uno dei campionati più brutti al mondo. Basterebbe questo per farmelo piacere, uno sbruffone che non si nasconde dietro a frasi fatte. Ma Kylian ha deciso di farsi amare da me quando alla domanda di un giornalista sul perché per una trasferta che si poteva fare in treno il Psg avesse volato in aereo è scoppiato a ridere ammettendo di non averci nemmeno pensato, invece di lanciare messaggi impegnati sull’importanza di combattere i cambiamenti climatici e sul dovere dei calciatori di dare il buon esempio.
Ecco, Mbappé non è per niente un buon esempio, tranne che per come gioca – ed è questo che dovrebbero essere gli atleti, buoni esempi per come si fa il loro sport, ne abbiamo le palle piene di chi deve per forza essere campione-in-campo-ma-anche-fuori-dal-campo, fuoriclasse-nello-sport-e-nella-vita. Brindo a Mbappé dunque, e non con l’acqua filtrata che è solito bere Haaland per tenersi in forma. E fatemi brindare anche al povero Jürgen Klopp, dato per morto da troppi dopo l’inizio faticoso in campionato e le prestazioni non scintillanti in Champions League del suo Liverpool. Erano già partite le analisi sulla sua faccia non più spensierata e divertita a bordocampo durante le partite, e mercoledì ha fatto a pezzi i sempre più imbarazzanti Glasgow Rangers, garantendosi un po’ di tranquillità dopo la sconfitta all’Emirates Stadium contro un Arsenal finora sorprendente e che molti danno come serio candidato al titolo in Premier.
Calma, signori, in questa fase della stagione gli unici pronostici che si possono fare sono quelli dopo la sesta pinta di birra: tutti gli anni la classifica di ottobre spesso non è quella di maggio, ma quest’anno c’è di mezzo un Mondiale (che vincerà l’Inghilterra) che cambierà molto, se non tutto, a partire dal fatto che è pieno di giocatori recentemente infortunati che guarda un po’ dovrebbero stare fuori proprio fino all’inizio dei ritiri per la competizione in Qatar (e come dare torto a uno come Di Maria, però: mi sarei infortunato anche io giocando in questa Juve). E a proposito di Qatar, ammetto di essere quasi ammirato dal cinismo di Nazionali, giocatori e sponsor che annunciano boicottaggi per il mancato rispetto dei diritti nel paese arabo: bravi, c’è bisogno delle vostre denunce, certo, ma come è che nessuno boicotta davvero, ma tutti si limitano ad hashtag, post sui social, magliette polemiche messe in vendita a prezzi assurdi, dichiarazioni roboanti? Sembrano me quando dico che “oggi bevo poco” e poi ripeto “solo un’altra e poi basta” quindici volte in una sera. Se uno volesse davvero boicottare il Mondiale farlocco di novembre e dicembre dovrebbe fare il gran gesto di non andarci a giocare, di non vendere i propri prodotti griffati Qatar 2022, di fare saltare il gioco. Non lo farà nessuno. Ho già detto che non sono i calciatori a dovere dare il buon esempio?