Tammy Abraham (foto LaPresse)

Olive #12

Tammy Abraham sta aspettando la Luna

Giovanni Battistuzzi

L'attaccante della Roma sembra la controfigura di quello della scorsa stagione. Eppure è normalissimo che sia così

Si può essere fedeli a se stessi pur dimostrando di essere totalmente antitetici alla rappresentazione data di se stessi sino a ora. E nel farlo si può evitare pure di cadere in un paradosso, perché la dimostrazione parte da presupposti riconosciuti validi e giunge a conclusioni che non contrastano con il senso comune e non sono smentite dall’evidenza empirica. Soprattutto non sono contraddittorie. Perché la contraddittorietà è insita nella dimostrazione, o meglio in chi è oggetto di questa dimostrazione.

 

In questa stagione 2022/2023 Tammy Abraham sembra l’antitesi perfetta del Tammy Abraham della stagione 2021/2022. Sembrano due calciatori totalmente dissimili, nemmeno comparabili. La punta divenuta perfetta per il gioco di José Mourinho ora si è involuta, rattrappita, appare completamente mutata a tal punto che lo stesso Mou nel guardarlo giocare, stare in campo, ha iniziato ad assumere espressioni dubbiose, a tratti imbarazzate. Eppure il Tammy Abraham di un anno fa e quello di adesso sono la stessa persona, e questo è abbastanza ovvio, ma soprattutto lo stesso giocatore, con le stesse caratteristiche e gli stessi pregi, difetti e capacità di stare in campo e in squadra. È cambiato poco o nulla nel gioco della squadra di Mourinho, è cambiato nulla in Tammy Abraham e se non segna, se sbaglia, se a volte sembra fuori posizione è proprio perché è lo stesso giocatore della scorsa stagione. A essersi modificato è stato solo lo stato del moto del suo essere calciatore.

   

Ciò che è cambiato è solo che Tammy Abraham ha completato il suo personalissimo moto ondoso, è diventato frangente, ha raggiunto la riva e ora s’è fatto risacca. Doveva arrivare questo momento per un attaccante che in campo, nelle partite e nella stagione, è sempre andato avanti, va avanti, per creste e cavi, alternando presenze e assenze. Va così da sempre.

 

Se ne era accorto per primo, o almeno lo aveva esternato, Frank Lampard. Lo allenava al Chelsea, erano i primi giorni del febbraio del 2021, quando ammise di non essere stupito dal rendimento del suo numero 9 che in quel periodo faceva fatica a centrare la porta, non solo a segnare. “Tammy è un attaccante eccezionale, ma ahimé ogni tanto si prende una pausa da se stesso. Se ha un problema quando arriva al top della condizione fa più fatica degli altri”. Sino a quel momento aveva segnato sei gol e aveva concesso due assist in quattordici partite. Non segnò più per tutto il proseguo della stagione, complice anche un problema alla caviglia. Era andata così anche l’anno prima: tredici gol e quattro assist in ventitré partite, poi il momento di smarrimento, i problemi fisici, troppe partite a trascinarsi per il campo e a sprecare palle gol.

   

Il passato inglese è ritornato a Roma. Tammy si è ritrovato nel suo solito cul de sac, è diventato mare in bonaccia. C’aveva messo tre mesi un anno fa. Mourinho sa benissimo che ritornerà, che ci vuole pazienza (ne esiste ancora nel calcio, basta pensare al Milan), perché le maree dipendono dall’azione combinata dell’attrazione gravitazionale esercitata dalla Luna sulla massa acquea e dalla forza centrifuga che nasce dal movimento reciproco della Terra e della Luna nello spazio. Pensare che possa l’uomo, anche se Special One, opporsi a tutto questo è pura follia.

 

Tammy intanto aspetta di rifarsi cresta, spera nel soccorso di improbabili venti nella schiena che sa non arriveranno, perché ci vuole la Luna, l’attrazione giusta. O almeno lo dovrebbe sapere, Tammy Abraham, i tifosi della Roma invece lo avranno già capito. 
 


    

Olive è la rubrica di Giovanni Battistuzzi sui (non per forza) protagonisti della Serie A. Nella prima puntata si è parlato di Khvicha Kvaratskhelia (Napoli), nella seconda di Emil Audero (Sampdoria), nella terza di Boulaye Dia (Salernitana), nella quarta di Tommaso Baldanzi (Empoli), nella quinta di Marko Arnautovic (Bologna), nella sesta vi ha invece intrattenuto Gabriele Spangaro con Beto (Udinese), nella settima di Christian Gytkjær (Monza), nell'ottava Armand Laurienté (Sassuolo), nella nona Sergej Milinkovic-Savic (Lazio), nella decima Sandro Tonali (Milan), nell'undicesima Cyriel Dessers (Cremonese).

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