una nuova fase

Dopo le carte bollate, Superlega e Uefa proveranno a collaborare

Ruggiero Montenegro

"Sarò in Svizzera la prossima settimana per discutere con l'Uefa", ha annunciato Bernd Reichart, il ceo di A22, la società fondata dai club scissionisti. In attesa della sentenza della Corte di giustizia europea, l'obiettivo è aprire una proficua collaborazione con l'ente del calcio e attrarre nel progetto nuovi club

L'appuntamento è previsto per la prossima settimana: Bernd Reichart, il nuovo ceo della A22 Sports Management, che rappresenta gli interessi della Superlega, incontrerà i vertici del calcio europeo, per discutere e rilanciare il progetto - lanciato inizialmente da 12 squadre europe, tra cui Juve, Milan e Inter - che avrebbe dovuto rivoluzionare il calcio. "Sarò a Nyon in Svizzera la prossima settimana per discutere con la Uefa", ha annunciato ieri il dirigente, spiegando che alla base dell'incontro c'è la volontà di stabile una proficua collabarazione con l'organizzazione del calcio europeo, così da superare le fratture che hanno segnano il primo tentativo di lanciare la nuova competizione e trovare una soluzione condivisa. "Questa è la mia voglia di dialogo e comprensione. Si ascolta l’altra parte e ci si confronta, perché di certo non saremo in grado di essere d’accordo su tutto", ha proseguito Bernd Reichart, intervenendo a Einfach mal Luppen, il podcast del giocatore del Real Madrid Toni Kroos.

   

Ma d'altra parte, parlando con il Foglio solo qualche settimana fa (nell'intervista che potete leggere qui sotto), lo stesso ceo aveva spiegato la visione e il nuovo approccio della Superlega: "Il sistema calcio non è più sostenibile: occorre una riforma strutturale che metta il futuro nelle mani delle squadre". Un risultato da raggiungere mettendo "il dialogo al centro del dibattito: la comunità del pallone deve essere onestamente disponibile a capire come migliorare ciò che non funziona. Senza più diktat".

 

La prima occasione per mettersi attorno un tavolo sta per arrivare. E sarà anche, secondo la lettura di Reichart, "un bel segnale per i club che attualmente stanno ancora rifuggendo o addirittura temono sanzioni". Ci sono insomma ragioni giudiziare e altre per così dire politiche a guidare le mosse di A22. Così la Superlega spera di (ri)attrarre le squadre più blasonate: dopo il primo, fallimentare, tentativo tutti i top team si sono infatti sflilati dalla nuova lega a accezione di Juventus, Barcellona e Real Madrid. I tre club superstiti hanno scelto, contro le sanzioni Uefa, la via dello scontro giudiziario, mettendo sotto accusa la posizione da monopolista nel mondo del pallone. Sulla vicenda è attesa una sentenza a marzo 2023.

  

Intanto, i colloqui della prossima settimana segnano senza dubbio una fase nuova. Anche perché fino a poco tempo fa l'Uefa si è mai mostrata troppo propensa al dibattito e al confronto sul tema Superlega, con  Ceferin in prima linea. Il presidente non ha perso occasione in questi mesi per prendersela con i club scissionisti, minacciando sanzioni, esclusioni e nuovi interventi per scoraggiare qualsiasi tentativo analogo.

    

Ma non è affatto scontato che la pronuncia della Corte di giustizia europea sia favorevole alle istanze dell'Uefa. E nel caso i giudici dovessero dare ragione alla Superlega, per il calcio arriverebbe un vero e proprio terremoto, tale da sconvolerne gli equilibri e l'organizzazione complessiva. Ed ecco che sotto questa luce, anche l'apertura al confronto arrivata da Ceferin assume significati che vanno oltre quello prettamente sportivo. 

 

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