Foto di Michel Euler, via LaPresse 

il foglio sportivo

Milano pronta a divertirsi con il tennis del futuro e soprattutto con Musetti

Roberto Perrone

L'Allianz cloud riapre per l'Atp next gen con due italiani e il vecchio Palalido è diventato un laboratorio di novità tecnologiche: nel 2022 si punta ad aumentare lo spettacolo e ridurre i tempi morti

Generazione di fenomeni in attesa di manifestazione. Nell’anno dell’addio di Roger Federer e del rampantismo di Carlos Alcaraz, otto giovanotti si interrogano a Milano sul futuro del tennis e, soprattuto, sul loro: l’Allianz cloud riapre per l’Atp next gen (per amore di sponsor: Intesa Sanpaolo next gen atp finals). Adesso è tutto cloud, ma in fondo per noi milanesi, di nascita o acquisiti, quello è il vecchio Palalido, in cui abbiamo visto esibirsi campioni di ogni sport. E sta bene che l’impianto, rimesso in ghingheri faccia da ponte tra presente e futuro. Le date: 8-12 novembre; l’edizione: numero cinque; i convocati: gli otto giocatori nati dopo il 31 dicembre 2000 che nella stagione in corso hanno il punteggio migliore. Non è un torneo giovanile, è una finestra sul domani: di qui sono passati Daniil Medvedev (numero 3 del mondo), Stefanos Tsitsipas, Jannik Sinner che vinse nel 2019 accendendo entusiasmi che ancora proviamo, ma altalenanti e, last but non the least, Carlos Alcaraz che da qui, un anno fa, cominciò la scalata alla classifica mondiale di cui adesso è il capoccia. E non dimentichiamo i transiti di Andrey Rublev, Alex de Minaur e Sebastian Korda. 

 

Sia Alcaraz che Sinner avrebbero potuto essere qui, ma ormai quel next nella loro carriera è diventato una realtà e hanno altri obbiettivi. I due giovanotti occupano i primi due posti del ranking 2000 e la loro rinuncia ha permesso di entrare in tabellone al nostro Francesco Passaro e allo svizzero Dominic Stricker. Dopo Alcaraz e Sinner viene il danese Holger Rune, poi Lorenzo Musetti, il britannico Jack Draper, l’americano Brandon Nakashima, il ceco Jiri Lehecka, il taiwanese Chun-hsin Tseng. Per la prima volta ci sono due italiani in tabellone, ma speranze e ambizioni sono tutte per Lorenzo Musetti. Di sicuro, il grande favorito è Holger Rune, biondino danese dal carattere effervescente (eufemismo). Al Masters 1000 Parigi-Bercy, il giovanotto ha salvato tre match point contro il veterano Stan Wawrinka, ma non si è salvato dai suoi strali: “Smettila di comportarti come un bambino in campo” gli avrebbe sussurrato alla fine, dopo essere stato battuto. La mamma di Holger fornisce un’altra versione. 

 

Musetti, carrarino come Buffon, vuole coronare il suo anno magico: ha vinto il suo primo torneo Atp ad Amburgo (battendo Alcaraz, hai detto niente) raddoppiato dal titolo a Napoli (vittima finale Berrettini). Sta andando forte questo ragazzo che, se non avesse preso la racchetta in mano, avrebbe voluto essere Al Pacino o, se non proprio lui, comunque un attore. In campo ha padronanza di sé ed è in fase di crescita. Se non l’Oscar gli auguriamo di vincere il torneo. 
Il next non riguarda solo la generazione di fenomeni. Il vecchio Palalido è diventato un laboratorio per novità tecnologiche. Qui è stato utilizzato per la prima volta il sistema elettronico di chiamata (Hawk-Eye Live) che manderà in pensione i giudici di linea. 

 

A Milano si sono visti anche i supporti per gli asciugamani che hanno sollevato i raccattapalle da questo servizio; infine è cominciata l’apertura al coaching, cioè al dialogo tra giocatori e allenatori.

 

Le innovazioni del 2022 puntano ad aumentare lo spettacolo, accrescere l’incertezza e a ridurre i tempi morti. Vediamo. I giocatori cambieranno campo dopo i primi tre game e alla fine di ogni set: le pause dureranno 90 secondi. Non ci sarà il cambio dopo il primo game. Se il set dovesse concludersi al tiebreak, i giocatori cambieranno campo senza sedersi e (come d’abitudine) dopo i primi sei punti.

 

L’intervallo tra un punto e l’altro verrà ridotto da 25 a 15 secondi se chi ha servito ha ottenuto il punto diretto attraverso un ace o un errore, gratuito o forzato, in risposta, o ancora se c’è stato un doppio fallo. Riscaldamento: non più di cinque minuti. C’è il coaching (secondo le regole approvate dall’Atp), ma gli allenatori avranno una finestra in più: potranno parlare con i propri giocatori  se gli avversari hanno ottenuto break per intervento medico o saranno usciti per andare in bagno. Infine tennisti e coach, attraverso il sistema TennisViz, avranno dati e analisi in tempo reale sui tablet consultabile nella Player box. Tranquilli, comunque, si gioca anche. 

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