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Mourinho sì che sa tranquillizzare un ambiente
La vittoria della Lazio ha ovviamente avuto ricadute serie sulla Roma, già in psicodramma, e con un Mou che per tranquillizzare l’ambiente si è messo a insultare un suo calciatore senza farne il nome. Scommettiamo che all’ultima giornata di campionato qualche big si farà male, regalandoci pagine di giornalismo straziante?
I danni che può fare un derby perso sono paragonabili soltanto a quelli di una mancata qualificazione ai Mondiali, sapete bene di che parlo, non fate finta di niente come quello che ha rovesciato la pinta di birra sul bancone: fino a due settimane fa eravate ancora lì a chiedere di essere ripescati al posto dell’Iran. Roma e Lazio sono arrivate all’appuntamento della scorsa settimana con situazioni e umori molto differenti: qualificati in Europa League i giallorossi e reduci da una vittoria in campionato, eliminati dall’Europa League i biancocelesti (con l’onta del passaggio in Conference, disprezzata e perculata per un anno) e reduci da una sconfitta in casa.
Quello di Roma è rimasto forse uno dei pochissimi derby al mondo a rispettare il grande luogo comune dei derby, quello per cui non-è-una-partita-come-le-altre e il-risultato-non-è-mai-scontato. La vittoria della Lazio ha ovviamente avuto ricadute serie sulla Roma, già in psicodramma, e con un Mourinho che per tranquillizzare l’ambiente si è messo a insultare un suo calciatore senza farne il nome. Quelle faine dei giornalisti hanno subito pensato a Karsdorp, il quale adesso difficilmente potrà farsi vedere in giro per la Capitale. Ma Mou subito dopo ha detto una grande verità, spiegando che non sa se domenica Dybala giocherà, dato che non conosce i suoi accordi con l’allenatore della Nazionale argentina.
Scommetto un giro di birra a tutto il pub che all’ultima giornata di campionato qualche big si farà male, regalandoci pagine di giornalismo straziante, un paio di stagioni di “Federico Fuffa racconta” e record di citazioni di Nick Hornby, Osvaldo Soriano e Aldo Cazzullo per rendere più sentiment il momento. A proposito di Mondiale, quelli che la sanno più lunga di me dicono che l’Inghilterra che andrà in Qatar è la più forte dal 2006 (se veniamo eliminati scappo in un sottotetto e sto lì coi piedi appoggiati al soffitto a bere). Leggo poi sul Guardian online che la Fifa ha detto “fuck you” alle maglie d’allenamento della Danimarca, che per vendere qualche prodotto in più e avere la coscienza a posto, aveva proposto di scriverci sopra “diritti umani per tutti”. L’inclusiva Federazione guidata da Infantino ha detto di no. Proprio nei giorni in cui Blatter si ricorda improvvisamente che in effetti lui non li voleva, questi corrottissimi Mondiali in Qatar, e Jürgen Klopp dice ai giornalisti di andare a farsi fottere con le loro richieste di gesti di protesta dei calciatori contro gli Emiri: “Dove eravate in questi anni, invece di fare inchieste serie e denunciare sui media le porcherie del Qatar?”, ha detto in sintesi, “e adesso rompete le palle a noi?”. Lunga vita a Klopp, e ai tifosi tedeschi che nelle curve della Bundesliga annunciano il boicottaggio della manifestazione: non guarderanno nessuna partita. Fino a che la Germania non comincerà a giocare. E se l’indignazione per il Qatar dovesse finire male, ci sono già i prossimi cattivi da additare: i tifosi del Leeds, che hanno dedicato a Willy Gnonto un coro bellissimo, e con un’ironia che nessun giornalista o utente Twitter medio ha naturalmente capito. Ve la traduco in italiano così non dovete usate Google translate: “Willy Gnonto, mangia spaghetti, beve Moretti, ha un cazzo enorme”. Brindo ai meravigliosi tifosi di Leeds. Prima che vengano arrestati, of course.