qatar 2022 - facce da mondiale
Il passaggio di Piero Hincapié
Il difensore dell'Ecuador è uno dei giocatori più osservati a questo Mondiale. Gioca nel Bayer Leverkusen ma lo ovverrebbero in tanti: dall'Italia all'Inghilterra
Mors tua, vita mea. Il sospiro di sollievo che Piero Hincapié ha esalato, non appena nel ritiro della nazionale ecuadoreña si è sparsa la notizia che Sadio Mané -vice Pallone d’Oro e stella del Senegal - non avrebbe disputato i campionati mondiali in Qatar, lo hanno avvertito perfino i sismografi di Esmeraldas, la spiaggia sull’oceano Pacifico dove il ventenne difensore è nato all’inizio del nuovo secolo. Non è mai bello compiacersi di un infortunio altrui, in specie se si tratta di un totem amato da tutto il movimento calcistico internazionale, ma egoisticamente senza l’attaccante del Liverpool nei paraggi - sarebbe stato lo stopper del Bayer Leverkusen a dover marcare il miglior giocatore africano - le possibilità che l’Ecuador superi il primo turno sono salite a dismisura.
Il gruppo A infatti vede la nazionale andina fronteggiare i “leoni della Teranga”, i padroni di casa (dotati di infiniti mezzi, non di una constituency calcistica apprezzabile) e un’Olanda in via di trasformazione, ma pur sempre in grado di dominare sul velluto. Ecco quindi che l’incontro in programma martedì 29 allo stadio Khalifa di Doha probabilmente sancirà, proprio alla terza e ultima giornata eliminatoria, chi farà compagnia agli Orange verso gli ottavi di finale: anche se non è una bandiera come la punta concittadina Enner Valencia - tre gol ai Mondiali brasiliani di otto anni fa - o un leader carismatico, vedi alla voce Pervis Estupiñán (terzino già nell’orbita del Napoli), sopra Hincapié e la sua agile struttura poggiano le speranze della “Tri”.
Un predestinato già dal nome, che nello spagnolo dei conquistadores significa, né più né meno, “enfasi”, quindi rilievo, risalto, risonanza: di lui infatti si parla da quando era minorenne, e già nel taccuino dei principali club europei. Piero (attenzione, non Pedro) Hincapié a Leverkusen è solo di passaggio, lo sanno tutti: lo voleva il Milan, l’ha cercato il Napoli, stava per assicurarselo il Tottenham, un pensiero lo aveva fatto pure la Roma, ora si parla dell’Inter. Ma a vent’anni si vuole giustamente giocare, poter spaccare il mondo ogni settimana: per cui l’appuntamento con la Serie A - o, chissà, qualche altro campionato europeo più munifico - è solo rimandato, e un Mondiale da protagonista può solo accelerare la sua ascesa tra i nomi caldi del mercato.
Piero ha scelto la casa Bayer per avere certezze: abile nella difesa a tre come in quella a quattro, condivide i rigori dell’inverno renano con Jeremie Frimpong, esterno destro delle “Aspirine” e della nazionale olandese. I due saranno di fronte venerdì 25, nel match 2 del girone, e potrebbero anche incrociare i tacchetti ove l’eclettico Hincapié venisse schierato da mezzo sinistro.
Se tutto va come deve andare, agli ottavi le maglie color dell’oro se la vedranno con la proibitiva Inghilterra: un remake dello scontro andato in scena a Germania 2006, e risolto da una punizione di David Beckham. In campo c’era Ulises de la Cruz, “incubo” giapponese di Giovanni Trapattoni, poi scioltosi come neve al sole.
La storia la conosce, Piero Hincapié detto Focus, e non vede l’ora: magro e tempestivo ultimo uomo, di rispetto tanto - come per lo sfortunato Mané- ma paura nessuna. Al sole di Esmeraldas gli hanno insegnato così.
Il Foglio sportivo - IL RITRATTO DI BONANZA