Il primo mese di Nba di Paolo Banchero
L'italiano ha iniziato parecchio bene nella Lega: oltre 23 punti (23,5) e 8 rimbalzi a gara, con già nove “ventelli” e due “trentelli” mandati a referto
Oltre 23 punti (23,5) e 8 rimbalzi a gara, con già nove “ventelli” e due “trentelli” mandati a referto: questo, in numeri, è stato il primo mese in Nba per il nostro Paolo Banchero. Sono cifre notevoli, al di là dell’inizio a rilento degli Orlando Magic (4-11), prevedibile per una franchigia in pieno processo di ricostruzione. Soprattutto perché ne è artefice un ragazzo che ha appena compiuto 20 anni ed è alla sua stagione d’esordio da professionista.
Prima scelta assoluta nel Draft dello scorso giugno, il prodotto di Duke University si è presentato alla Summer League - consueto torneo estivo organizzato dalla lega - con gli occhi del mondo addosso, chiamato a dare un primo assaggio del proprio talento. Il livello del contesto, chiaramente, non era paragonabile a quello che lo avrebbe atteso in Regular Season, ma la Summer League è comunque una vetrina importante, anche per testare la risposta psicologica alle enormi aspettative tradizionalmente riposte in una prima scelta assoluta. L’ultimo italiano ad averle fronteggiate, Andrea Bargnani, potrebbe saperne qualcosa.
Quanto messo in mostra a luglio da Banchero, in ogni caso, ha fatto alzare più di qualche sopracciglio tra gli addetti ai lavori. Tra gli altri, è arrivato anche l’endorsement di Draymond Green, fresco della vittoria del titolo con Golden State: “Spesso si tende a reagire in modo eccessivo a quello che si vede in Summer League, ma… Paolo ha un grande talento. Spero che Orlando sia pronta per lui, perché è un vincente. Ha giocato come se stesse disputando le Finals, con quell’intensità. Questo è un vincente, ce l’abbiamo davanti ai nostri occhi”. E quella di Draymond, dall’alto dei quattro anelli messi al dito da leader emotivo di Golden State, non è un’investitura qualunque.
Il 19 ottobre, poi, è stato il momento del tanto atteso debutto ufficiale nella lega, sul campo dei Detroit Pistons. E un’altra volta, qualche attenzione Paolo l’ha attirata, anzi reclamata: 27 punti, 9 rimbalzi, 5 assist e più del 60 per cento al tiro per rompere il ghiaccio, diventando il primo giocatore dopo Grant Hill (1994) e LeBron James (2003) - sì, due hall of famer - a debuttare con una performance da almeno 20 punti, 5 rimbalzi e 5 assist. E sarà solo la prima di una serie di uscite in cui questo livello diventerà lo standard.
Cifre a parte, è la completezza del bagaglio tecnico di Banchero ad aver abbagliato il mondo Nba. La sua combinazione di velocità, potenza fisica, stazza (2.08 metri per 115 chili circa) e controllo del corpo lo rende un accoppiamento proibitivo per la maggior parte dei pariruolo, e non solo; a questo Paolo aggiunge ottime capacità realizzative, con una varietà di soluzioni già vasta e destinata ad ampliarsi nel tempo, e un promettente margine di crescita anche come passatore e difensore. Come dicono Oltreoceano, insomma, sky’s the limit per la futura stella dei Magic e - ci auguriamo da queste parti - della Nazionale italiana.
Nato a Seattle e cresciuto negli Stati Uniti, infatti, Banchero ha cittadinanza italiana per ius sanguinis - la sua famiglia è di origini genovesi - ed è quindi eleggibile per giocare per l’Italbasket. Paolo non ha mai nascosto di essere affascinato da questa possibilità (non solo per ragioni sportive, anzi) e durante gli ultimi mesi ha ribadito più volte il proprio commitment verso la maglia azzurra. Per sincerarsi di ciò, nelle prossime settimane è in programma una visita in Florida del ct della Nazionale, Gianmarco Pozzecco, e del presidente della Federbasket, Gianni Petrucci. Quest’ultimo si era detto preoccupato che, dopo un inizio scoppiettante in Nba, Paolo possa cambiare idea e scegliere Team USA. La (ragionevole) speranza, però, è che Banchero non venga meno alla sua promessa e diventi presto il punto di riferimento della selezione azzurra, che dopo aver chiuso un’era - quella, in breve, con Gallinari e Belinelli - è alla ricerca di una nuova punta di diamante.
“Sono con l’Italia. Non vedo l’ora di andarci, e la quantità di amore e affetto che sto ricevendo da lì è pazzesca”, ha detto Paolo due settimane fa. E noi lo aspettiamo, a braccia aperte.