il bilancio
Cosa rimarrà di queste Atp Finals (che puntano a restare in Italia dopo il 2025)
Sul campo ha vinto Djokovic, pareggiando il record di Federer. Ma il torneo di fine anno è stato un successo anche di pubblico. Ecco perché la Federazione spinge per prolungare l'accordo con l'Atp
Chi ha fatto visita al Pala Alpitour di Torino negli ultimi sette giorni, ha potuto rendersi conto che l'immagine offerta dalle Atp Finals nell'edizione di quest'anno è stata una specie di rivincita rispetto alla scorsa edizione. A novembre 2021 il Comitato tecnico scientifico decise, a poche ore dall'inizio dell'evento, che gli spalti si sarebbero potuti riempire solo per il 60 per cento. La settimana scorsa nella struttura nata per ospitare le Olimpiadi del 2006, sono transitate 155.900 persone, per un incasso complessivo di oltre 15 milioni di euro. Di poco inferiore agli Internazionali d'Italia che si tengono a maggio a Roma. "Le Nitto Atp Finals non creano buchi di bilancio, ma ricchezza, e danno al mondo un'immagine positiva dell'Italia", ha detto nella conferenza stampa conclusiva il presidente della Federtennis Angelo Binaghi. Dando ampio risalto agli effetti benefici sull'indotto, che ha fatto registrare un ritorno di oltre 77 milioni di euro in città. Tanto che adesso gli organizzatori – tra cui appunto la federazione – oltre agli sponsor sono a lavoro per capire la praticabilità di una candidatura anche alla scadenza dell'accordo con l'Atp: e cioè dopo il 2025. Il precedente temporalmente più vicino, del resto, prova che l'ipotesi non è così peregrina, visto che Londra si era vista affidare le Finals per cinque anni e poi il torneo è rimasto nella cornice della O2 Arena per nove edizioni di fila.
Quello concluso con la vittoria di Novak Djokovic su Casper Ruud è stato il torneo di tennis con il montepremi più ricco di sempre (il serbo si è portato a casa oltre 7 milioni di euro comprensivi di bonus). Ma al di là del lato economico, è servito a ricordare come anche e soprattutto sul versante agonistico le Finals abbiano potenzialità inespresse. Non solo ha trionfato un giocatore capace di stabilire un nuovo record (6 vittorie, al pari di Roger Federer) rimanendo imbattuto. C'è stato il ritorno in campo di Rafa Nadal, che ha già detto di voler lavorare "per essere più in forma il prossimo anno" e di voler tornare a Torino, che giudica "una città bellissima". Questo tenendo presente come fossero assenti il numero uno al mondo Carlos Alcaraz (per infortunio) così come giocatori italiani, che l'anno scorso si erano qualificati facendo una specie di passaggio di consegne (parliamo di Berrettini e Sinner). Ed è proprio sul richiamo e l'attrattività derivante dalla crescita dei nostri atleti che ci si aspetta possa aumentare ancor di più l'interesse nei confronti dell'appuntamento di fine anno. Restare a Torino? Nei giorni scorsi Binaghi ha detto al Foglio che l'opzione è sul tavolo, visti i risultati. Ma sono in salita anche le quotazioni di Milano. Soprattutto perché dal 2026 sarà possibile utilizzare nella capitale meneghina le nuove infrastrutture costruite per le Olimpiadi organizzate in connubio con Cortina.
E a proposito di tennis italiano: l'anno scorso una parte della fase finale della Coppa Davis fu giocata a Torino, la settimana successiva alle Finals, nello stesso Pala Alpitour. Non portò benissimo ai colori azzurri, che vennero eliminati dalla Croazia. Ma dopo la parentesi di Malaga di quest'anno, i vertici del tennis italiano si stanno già muovendo per cercare di accaparrarsi la prossima edizione o qualcuno degli anni successivi. E non è detto che non si possa riproporre l'accoppiata dell'anno scorso.