Foto Ap, via LaPresse

Qatar 2022

Un Brasile in difesa

Gabriele Spangaro

L'infortunio di Neymar non preoccupa i verdeoro che in attacco hanno ampia scelta. La novità è che soprattutto nel reparto arretrato la Nazionale di Tite è solida e affidabile

Il calcio sudamericano, in particolare quello brasiliano, viene spesso, o sempre, identificato con il bonomio fantasia ed estro. A questo Mondiale però la nazionale brasiliana si offre al mondo da un punto di vista differente.

  

Dopo la partita d’esordio il Brasile è consapevole della propria forza, perché si è dato conferme importanti sul suo potenziale offensivo, ma anche acciaccato e preoccupato per i due infortuni di Neymar e Danilo, entrambi alla caviglia, che terranno fuori i due giocatori almeno fino ad un eventuale ottavo di finale, nella prospettiva più rosea. L’infortunio di Neymar è una pugnalata dal punto di vista tecnico e realizzativo. Oltre che emotivo: già nel 2014 la Nazionale dovette fare a meno del suo numero dieci e finì con la peggior sconfitta di sempre, contro la Germania. Eppure la formazione di Tite oggi è una squadra che può permettersi moltissime combinazioni offensive diverse, perché dispone di un arsenale di punte, trequartisti e ali invidiabili: Vinicius, Rodrygo, Martinelli e Gabriel Jesus sono perni offensivi di squadre che funzionano benissimo come Arsenal e Real Madrid; Raphinha e Antony invece sono perni di una potenziale ricostruzione per Barcelona e Manchester United; Richarlison ha segnato in rovesciata e gode di tutte le conseguenze positive di quel cha fatto.

  

L’infortunio di Danilo invece colpisce la difesa, un reparto che occupa di norma meno spazio del reparto offensivo, se non nelle analisi, almeno nelle narrazioni, ma che in questo Brasile merita molta attenzione, perché potrebbe essere la chiave di volta di questa squadra. A cominciare da quanto si è visto nelle qualificazioni. Il Brasile, nel girone di qualificazione a questo mondiale della Conmebol, la federazione calcistica del Sudamerica, ha ottenuto solo risultati utili, senza perciò nemmeno una sconfitta, come in realtà ha fatto anche l’Argentina, ma ha subito solo 5 gol, 2 dei quali alla seconda partita contro il Perù. Nel girone di qualificazione al mondiale in Russia del 2018 ne aveva subiti 11.

  

La difesa brasiliana è composta da giocatori che si sono dimostrati o si stanno dimostrando dei veri leader tecnici all’interno delle loro rispettive squadre di club. Marquinhos è il capitano del Paris Saint Germain, club che l’ha acquistato dalla Roma nel 2013 dopo solo un anno con i giallorossi, in cui sarebbe dovuto essere il giovane emergente, e invece era titolare dopo meno di due mesi dal suo arrivo. Fortissimo nell’uno contro uno, duttile, dal momento che può tranquillamente fare il terzino come il mediano davanti alla difesa, e anche pericoloso di testa nell’area avversaria. Thiago Silva è il capitano del Brasile stesso, è uno dei difensori più costanti degli anni ’10 del 2000, ed è riuscito a vincere la Champions league col Chelsea l’anno dopo essere stato “scaricato” dal Psg, a 37 anni. Danilo è diventato quest’anno in corso d’opera il vicecapitano della Juventus, può giocare centrale di difesa o laterale, ha subito un’evidente crescita fisica e tattica ed è il migliore per distacco dell’attuale miglior difesa della Serie A. Gleison Bremer, l’ultimo arrivato, è stato premiato come miglior difensore dello scorso campionato di Serie A e ha conquistato il ct Tite in pochi mesi, dopo la prima convocazione di settembre. Éder Militão, che al momento fa panchina, ha vinto da titolare una Champions league incredibile con il Real Madrid lo scorso anno. Alex Sandro, quello sui cui forse ci sono più dubbi, sta recuperando costanza.

   

La prima avversaria, la Serbia, possiede un grande potenziale offensivo e può schierare Aleksandar Mitrović, autore di 9 gol in 12 partite di Premier league; Dusan Vlahović, 6 gol in 10 partite in campionato prima dell’infortunio; Sergej Milinković-Savić, 3 gol e 7 assist finora; Filip Kostić, eletto miglior giocatore di novembre in Serie A, e Dusan Tadić; tuttavia, nella partita inaugurale ha calciato solo 5 volte in 90 minuti e mai nello specchio della porta difesa da Alisson. La difesa del Brasile è una difesa ricca, che ha una sua quadra specialmente nel settore centrale, e concreta. Ha una costituzione spiccatamente difensiva, il che consente a Tite di schierare Paquetà, un trequartista, sulla mediana a fianco di Casemiro, vertice alto del triangolo difensivo che forma insieme ai due centrali di difesa.

 

Può non essere più del tutto vero che le difese fanno vincere i campionati, mentre gli attacchi fanno vendere i biglietti, soprattutto perché un Mondiale di calcio non è propriamente un campionato dove vince chi dura di più, ma Tite ha in mano una difesa dalle fondamenta solide che può risolvere qualche grana d’equilibrio in più rispetto al recente, dolorosissimo, passato.

Di più su questi argomenti: