qatar 2022 - facce da mondiale
La razionalità di Cody Gakpo
Altro che genio creativo. Il giocatore della Nazionale dei Paesi Bassi ai Mondiali sta dimostrando l'importanza dell'ordine. Così il numero 8 di van Gaal ha ripudiato il romanticismo
La trequarti, quella zona di mezzo tra centrocampo e attacco, è solitamente, e con una certa faciloneria, indicata come il luogo del disordine creativo. E’ convincimento romantico quello che il genio creativo debba in qualche modo generarsi dal caos perché la creazione non può e non deve essere riducibile a un insieme di regole da applicare meccanicamente, e quindi può che essere frutto della libera creatività che, in quanto libera, non può essere sottoposta a diktat. E’ stato quasi mai così nemmeno nel romanticismo, ma le suggestioni sono difficili da estirpare. Il calcio è stato spesso vittima di questo chiacchiericcio. D’altra parte non è il trequartista il calciatore creativo per eccellenza?, l’artista del pallone? Nella mitopoiesi del numero 10 c’è tanto di questo, un tentativo di autoconvincimento che permette di accrescere uno dei cliché più amati: quello del campione tutto genio e sregolatezza. Ce ne sono stati, ce ne sono, ce ne saranno ancora. Si è portati naturalmente ad amarli, almeno se si guarda il calcio dalla tribuna o dal divano, ma a patto che il primo sia almeno un filo più presente della seconda.
Tra la trequarti e l’attacco della Nazionale dei Paesi Bassi – le squadre di Louis van Gaal donano sempre una meravigliosa incertezza su interpreti e posizionamento in campo – scorrazza la nemesi di decenni e decenni di chiacchiere e romanticismi applicati al pallone. Anche perché Cody Gakpo non è un trequartista, è stato cresciuto per fare l’ala e all’ala ci gioca ovunque, ma non con van Gaal. Il commissario tecnico olandese gli esterni d’attacco non li ama particolarmente perché chi gioca sulle fasce laterali, a suo modo di vedere, deve coprire tutto il campo. E così van Gaal ha preso l’ala che gioca meno da ala pur presidiando la fascia, lo ha accentrato e lo ha messo in quella zona del campo dove i palloni devono tramutarsi in occasione da gol.
Cody Gakpo poteva essere uno dei tantissimi giocatori di talento che credono che basti saper dribblare, tirare e toccare il pallone in una certa maniera per diventare qualcuno nel mondo del calcio. Per qualche mese lo è pure stato, poi ha cambiato idea, ha preferito accantonare la convinzione che sia il disordine a generare il genio calcistico e ha iniziato a percorre la via dell’ordine.
Dopo la prima partita con l’under 19 del Psv in U19 Eredivisie, il suo allenatore, Geert Brusselers, lo prese da parte e gli disse: “Sei forte, però basta cazzate. Vuoi diventare un giocatore? Devi smetterla di fare il deficiente con la palla al piede”. Geert Brusselers è uno di quelli che all’estro preferisce la razionalità, uno di quelli che si sono tatuati in testa l’insegnamento calcistico di Han Berger (anche van Gaal disse che l’allenatore di Utrecht, che lo guidò nella sua ultima stagione in campo all’Az, fu uno tra i suoi modelli), ossia: razionalità collettiva e individualismo razionale. In sintesi: un dribbling deve sempre essere giustificato dalla necessità di doverlo fare, il resto sono poche regole, chiare, che tutti devono rispettare, anche chi ha più talento degli altri.
Cody Gakpo dopo quelle parole smise di fare il deficiente. Capì che l’istinto, il piacere della giocata, doveva relazionarsi solo e soltanto con la razionalità.
Han Berger era solito a far imparare a memoria ai suoi giocatori una frase: “Prima osserva cosa c’è attorno, poi pensa, poi agisci. Fare la giocata strappa applausi non è mai la scelta migliore. Meno decimi di secondo ci metti a fare tutto questo meglio è”. Cody Gakpo ha ridotto questo intervallo di tempo in modo considerevole in queste ultime stagioni.
C’ha messo qualche anno in più dei suoi coetanei a diventare un giocatore completo. Nel calcio di oggi a ventitré anni si rischia di essere già considerati vecchi per iniziare una carriera di alto, altissimo, livello. L’Italia in questo è molto più tranquilla, si riesce a essere considerati dei giovanotti di belle speranza anche dopo i ventisei. L’hanno aspettato e si è aspettato, evitare di fare i deficienti dilata l’attesa, ma solidifica il talento. Ora per Louis van Gaal, Cody Gakpo è necessario tanto quanto la terra per l’erba. Tutto sommato non è sbagliato attendere.
Il Foglio sportivo - IL RITRATTO DI BONANZA