Dialoghi Mondiali/15
Messi trascina e aspetta l'Olanda ecosostenibile. Mbappé prova a prendersi il Mondiale
La pulce è in stato di grazia, segna e allontana i soliti fantasmi argentini: è pronto alle due settimane più importanti della sua carriera. Gli americani sono ingenui e van Gaal ne approfitta. Oggi la Polonia si aggrappa a Szczesny, ma sarà dura contro lo Francia. Il Senegal invece può stupire
“Dialoghi mondiali” accompagnerà ogni giorno di Qatar 2022. Un dialogo quotidiano tra il calcio e il faceto tra Fulvio Paglialunga e Giuseppe Pastore sui temi di giornata, o forse no, dei primi Mondiali invernali della storia.
Giuseppe. Due ottavi molto simili, per svolgimento, calma apparente a metà ripresa e poi pathos improvviso da un certo punto in avanti. Iniziamo da Argentina-Australia, un bel romanzo in tre atti. La prima mezz'ora, soporifera, in cui l'Australia sembra addormentare l'intero Mondiale. Poi il gol di Messi, il suo primo in carriera a eliminazione diretta, che stappa l'Albiceleste e dà origine ai 45 minuti più belli del suo Mondiale: occasioni a pioggia, un gol di furbizia argentina (nel senso del metallo) di Julian Alvarez, un Leo ispiratissimo e felice, con i compagni al seguito. Poi il casuale 2-1 australiano e gli abituali fantasmi che infestano da 36 anni il castello argentino. Al 97', Garang Kuol (classe 2004), figlio di rifugiati sudanesi emigrati in Australia quando lui aveva 6 anni, ha avuto la palla per gettare nella prostrazione un Paese intero. E noi, Fulvio, cosa facevamo il sabato sera a 18 anni?
Fulvio. Io a 18 anni vedevo partite, e proprio ieri, all’ennesima inquadratura di Infantino in tribuna, ho pensato che ne abbiamo viste finora più di lui in questo Mondiale (perché lui due contemporaneamente non ne ha viste). Detto ciò, Argentina-Australia è stata partita solo nell’ultimo quarto d’ora, perché l'Argentina ha gestito male quei minuti e perché è stato proprio quando l’Australia ha capito che va bene essere prudenti, ma non puoi vincere ammazzando l’avversario di noia come ha provato all'inizio. Anche perché se l’avversario ha Messi, quello prende un pallone che sta rotolando e fa gol, e cambia tutto.
Giuseppe. Messi sta bene, comunque, ed è pronto alle due settimane più importanti della sua carriera. Certo, con l'incognita non da poco che possono interrompersi già al quinto giorno, se l'Olanda, e poi se il Brasile... E' proprio questo che rende il Mondiale così irresistibile, e riempie d'adrenalina anche un piattone sinistro tutto sommato ordinario, a 50 all'ora e nemmeno troppo angolato, che però, a suo modo, è poesia. O almeno, è così che intendono il calcio gli argentini. L'errore di Kuol ha risparmiato anche mezz'ora (almeno) di psicodramma a Lautaro Martinez, che ha voluto far sentire la sua vicinanza all'amico Lukaku nel modo meno apprezzato dall'Argentina. Migliori in campo, oltre alla Divina Pulce, De Paul e Romero, ex prodotti di una media serie A andati ad arricchirsi all'estero. Tu che dici?
Fulvio. Dico che De Paul avverte la stima di Scaloni e sta facendo un ottimo Mondiale. Che Messi è in uno stato di grazia che gli permette di essere solista e direttore d’orchestra. Ieri è stato molto piacevole in alcuni momenti poterlo apprezzare in questo stato di forma. Si vede che è disposto a vincerlo da solo, questo Mondiale. Ma anche che vuole vincerlo grazie agli altri. E in partite così servono, lo abbiamo visto, anche le furbate alla Alvarez.
Giuseppe. In Olanda-Usa, invece, l'annunciato equilibrio dura molto poco: contro la classe e l'astuzia delle vecchie lenze olandesi servono a poco l'intensità e l'organizzazione degli USA, che da Italia '90 - non casualmente - hanno battuto squadre europee solo una volta su 20. E' un'Olanda ecosostenibile, a basso consumo, che punisce gli ingenui americani con due gol in fotocopia entrambi ispirati dall'interista Dumfries, che sigilla la miglior partita in carriera con un 3-1 subito in modo imperdonabile dagli USA che sembravano prossimi a risalire la corrente. L'Olanda ha vinto da grande gruppo, anche se non da grande squadra: è un organico consapevole dei propri limiti e non cerca di strafare o spacciarsi per ciò che non può essere.
Fulvio. Visto che non hai detto van Gaal lo dico io: ha scelto il modo esatto per vincere la partita, lasciando agli Usa il possesso e l’illusione di poter controllare la partita e colpendo in velocità. Poi ha gestito. Hai ragione, è l’esperienza che ha fatto la differenza, ma anche avere in panchina chi sa vincere queste partite senza faticare nemmeno tanto aiuta, direi.
Giuseppe. Per lui persino troppo facile, non dev'essersi nemmeno divertito troppo. Gli Usa (così come il Canada) stanno già ragionando in ottica 2026, dove arriveranno certamente con una squadra più matura, anche se ancora in pochissimi di loro giocano ancora ad alti livelli in Europa: Pulisic, McKennie, Adams... già Dest, Musah e Weah sono un gradino sotto. Gli è proprio mancata la calma di non affrettare i tempi dopo il gol di Wright, più che casuale ma non immeritato, e si sono fatti infilzare al primo cross in mezzo. Piccola postilla a memoria futura: i cambi di Berhalter hanno cambiato volto agli USA e sono un esempio di come queste partite dentro-fuori possono essere stravolte con i 5/6 cambi, come già si era capito all'Europeo dell'anno scorso.
Fulvio. Quella degli Usa sarebbe stata una buona partita se in campo non ci fossero state le due aree. Perché in difesa non sapevano che fare (come hanno perso Dumfries nel terzo gol è emblematico) e in attacco si smarrivano. Hanno voglia, sono giovani, anche io ho pensato in chiave 2026, ma mi sono anche ricordato che dal 1994 diciamo che sono pronti a presentarsi da squadra matura al prossimo Mondiale. Non vorrei smettere di commentare questa partita senza un consiglio per chi non ha visto il primo gol dell’Olanda: spenda 43 secondi per vedere come si segna un gol letteralmente di squadra, e come è bello quando il calcio assomiglia a una danza, però con il pallone.
Giuseppe. Il piatto forte di stasera, invece, è un Senegal-Inghilterra che incoraggia le similitudini zoologiche: i Leoni della Teranga contro i Tre Leoni di Sua Maestà, partita che richiama a sua volta il quarto di finale di Italia '90 a Napoli contro i Leoni Indomabili... Mi aspetto fuoco e fiamme e la riprova che il Senegal è una squadra davvero matura, uno dei gruppi più compatti dell'intero torneo, tanto che ha saputo sorvolare anche alla notizia dell'infortunio di Mané che avrebbe steso il morale di parecchie squadre. Il pronostico ovviamente tende dalla parte degli inglesi, ma ho deciso di giocarmi Senegal e Svizzera come possibili sorprese degli ottavi. Tu che ne pensi?
Fulvio. Penso che il Senegal sia davvero una squadra in grado di fare sorprese, e che ha anche un alleato nell’arroganza inglese, ancora agganciata a “it’s coming home” e tutte quelle cose che ok, il calcio è nato a casa loro, ma proprio il fatto che si giochino un ottavo di finale contro il Senegal e noi siamo qui a dire che non è scontato che lo vincano, vuol dire che quel calcio è cresciuto e non ha più una casa. Può mettere tenda ovunque, quindi, dicono a Roma, “anche meno”. Dico Inghilterra, spero Senegal.
Giuseppe. L'Inghilterra è partita coi fuochi d'artificio del 6-2 all'Iran ma poi è passata in secondo piano: il biscottino contro gli USA ha fatto storcere il naso a molti, il 3-0 al Galles è rimasto inosservato visto che tutti i riflettori erano puntati su Iran-Usa. Può darsi che non sia un male: la vetrina troppo anticipata, come quella che gli inglesi si costruirono un anno fa con pochissimo senso della scaramanzia, spesso è controproducente. Ti segnalo gli zero gol di Harry Kane (e i tre assist) nella fase a gironi, come tutti i numeri 9 delle squadre vincitrici dei Mondiali dal 2006 al 2018.
Fulvio. Io quando gioca il Senegal guardo la partita di Cissè come fosse una gara a parte. Sono ipnotizzato da questo allenatore, che peraltro è a rischio oggi perché non sta bene, che è palesemente il capo vero della squadra e che però resta sulle sue. Del resto ha sempre preferito stare sul campo che parlare fuori: anche quando vent’anni fa scoprì che un gran pezzo della famiglia era morta in mare perché su un traghetto che affondò causando oltre mille morti. Torno a giocare quasi senza dire niente, non si fermò mai. Così mi pare in panchina. Ma c’è anche una curiosità da assecondare: perché Mané non è stato sostituito nell'elenco dei convocati e il Senegal è rimasto con 25 giocatori? Intanto la cosa curiosa: Cissè ha deciso di fare così dopo una riunione con la Federcalcio nazionale e il ministro dello Sport. Il motivo è triplice: essergli grati per il percorso ed etichettarlo come insostituibile; se si va sul podio può indossare la medaglia (dovrebbe però tornare in Qatar) e questo vuol dire che un po' ci sperano; sempre per gratitudine, se si arriva a un obiettivo che prevede premi in denaro per la squadra, toccano anche a lui.
Giuseppe. Certo che ci sperano, se sei agli ottavi di un Mondiale ci speri per forza. Questo vuol dire che ci spera la Polonia, anche se - parafrasando De Gasperi - in questo momento sente che tutto, tranne la nostra personale cortesia, è contro di lei. Con che armi può pensare di resistere contro la Francia? Aggrappandosi a Szczesny, certo, ma poi? Bisogna portare dei palloni a Lewandowski, o quantomeno evitare che il povero Cash, uno dei peggiori titolari tra le 16 ancora superstiti, imbarchi acqua già dal minuto 1 contro Theo e Mbappé. Temo fortemente il bagno di sangue. Però è una partita che mi affascina, perché niente come gli ottavi di finale Mondiali sono il regno dell'imponderabile.
Fulvio. La Polonia non è stata invitata agli ottavi. Si è imbucata come fa sempre qualcuno alle feste. Sta lì, non sa nemmeno il motivo e che cosa fare. Spera che accada qualcosa, oppure fra poco se ne va. Che poi, tra poco vuol dire novanta minuti. A meno di una trasformazione che non riesco a immaginare una squadra finora retta dalle parate di Szczesny, oggi saluta tutti. E secondo me nemmeno si sono divertiti.
Giuseppe. La Polonia mi affascina molto nella sua bruttezza programmatica, quasi come se fosse un obiettivo prefissato. La storia dei Mondiali in fondo è piena di questi asteroidi, la stessa Argentina 1990 si faceva un vanto di essere brutta, sporca e cattiva e tutta al servizio di Maradona. E anche lì si aggrappò al suo portiere e andò lontano. Non voglio profetizzare una Polonia in finale, Dio ce ne scampi: ma ricordo bene come la Francia è uscita agli Europei 2021, sottovalutando enormemente la Svizzera, andando sopra 3-1 e poi staccando la spina sul più bello. Sicuramente avranno imparato la lezione, anche se il brutto calo di tensione contro la Tunisia non avrà fatto piacere a Deschamps. Certo, razionalmente oggi pomeriggio Mbappé non segna meno di due gol.
Fulvio. Mbappé, peraltro, dopo il gol che Rabiot ha segnato all’Australia, ha tenuto ad abbracciare il compagno per festeggiare. Sembra una cosa banale, ma tra i due dopo l’Europeo c’era molta tensione. La Francia fu eliminata per un rigore fallito da Mbappé e la presentissima madre di Rabiot lo insultò pesantemente. Questo può diventare il Mondiale di Mbappé proprio perché sta tornando centrale, libero anche da Benzema, dopo essersi sentito un problema al punto da pensare che forse doveva lasciare la nazionale. Quindi se oggi segna, la Francia è sua (che con lo stipendio che riceve forse potrebbe effettivamente comprarla tutta).
Giuseppe. Eppure, ti dirò, oggi sento odore di sorpresona. Su un campo di calcio le cose sono sempre un po' più complesse.
Fulvio. Ci penso più tardi. Ora sono concentrato perché alle 13.30 ufficializzano i big di Sanremo.