Dialoghi mondiali /16
Ai Mondiali l'Inghilterra forse è stata troppo sottovalutata
La Nazionale di Southgate ha battuto il Senegal agli ottavi e incontrerà ai quarti la Francia (che ha superato, facile, la Polonia). Oggi si giocano Giappone-Croazia e Brasile-Corea del Sud
“Dialoghi mondiali” accompagnerà ogni giorno di Qatar 2022. Un dialogo quotidiano tra il calcio e il faceto tra Fulvio Paglialunga e Giuseppe Pastore sui temi di giornata, o forse no, dei primi Mondiali invernali della storia.
Fulvio - Ok, nessuna sorpresa nemmeno ieri. Anzi, la prova che i valori stanno venendo fuori e forse dobbiamo spostare l'asticella delle aspettative un po' più in là, al prossimo turno: l'Inghilterra, per esempio, ha proprio mostrato i muscoli. Perché non solo ha battuto il Senegal, ma ha solo aspettato il momento giusto per farlo. In teoria ha anche faticato, ma mai così tanto da far temere un altro risultato. Poi, una volta fatto il primo gol, non ha mai mollato la partita per un secondo. E ci sta mostrando Bellingham, forse una delle cose più belle di questo Mondiale, molto probabilmente il prossimo centrocampista più forte del mondo. E ha sempre diciannove anni, l'età in cui noi – dicevamo ieri – al massimo vedevamo le partite e ci sentivamo dei gran fichi solo perché guidavamo la macchina.
Giuseppe - Un gran bel giocatore, già duttile nonostante la giovanissima età, che ipotecherà il centrocampo inglese per almeno un decennio. Una bella Inghilterra in generale, nonostante un gioco più potente che elegante, di grande pulizia e di ritmo non infernale ma estremamente preciso, sempre dominando le situazioni, non sembrando mai in affanno. Certo, Iran-Usa-Galles-Senegal non è esattamente un cammino impossibile: vediamo sabato sera, in un Francia-Inghilterra che è una primizia assoluta a livello di eliminazione diretta in un Mondiale o un Europeo. Questa partita ha espresso molto poco, per colpa di un Senegal che ha spento la luce dopo lo 0-1, con l'errore imperdonabile dello 0-2 concesso a recupero già scaduto, senza che nessuno fosse capace di commettere fallo sulla ripartenza inglese e far finire il primo tempo.
Fulvio - Se il Senegal torna a casa, spero non tornino i suoi tifosi. Mi sono chiesto quanto tempo ci vuole perché si preparino allo stadio, per colorarsi così, se camminano per strada rispettando l'ordine delle lettere per formare la parola Senegal. Magari insistiamo e scopriamo che hanno voglia di fare festa per un'altra squadra, anche se adesso non ho la forza di controllare se c'è un'altra nazionale che si compone con sette lettere. Però, a parte questo, il Senegal ha fatto quello che poteva e come le squadre che hanno un solo piano per la partita, perché non possono permettersene un altro, al gol dell'Inghilterra si sono visti crollare tutto.
Giuseppe - Però sono crollati male, senza un briciolo di reazione nemmeno nervosa, laddove gli Usa e l'Australia avevano comunque reagito di pancia. Forse continuo a sottovalutare l'Inghilterra, che anche agli Europei 2021 aveva piazzato tutta una serie di vittorie col silenziatore che l'avevano portata lontano. Anche il Senegal ha avuto il suo paio di grandi occasioni fallite sullo 0-0, fin qui sliding doors dove si sono schiantate tutte le piccole: Pulisic dopo due minuti, il giovane Guol, Zielinski...
Fulvio - Invece la Francia continua a essere di un livello superiore. E credo si possa semplificare tutto con l’esegesi del primo gol di Mbappé. La palla gli è arrivata pulita, lui si è mosso, l’ha controllata, ha preso la mira, ha fintato il tiro largo e invece ha tirato dritto con una sicurezza interiore che lo immagini mentre pensa “dunque, sono uno dei più forti del mondo: come lo dimostro in modo semplice semplice?” e poi fa gol. A un certo punto ha fatto anche uno scatto che, secondo le rilevazioni della Fifa, lo ha portato a correre a 35 km/h. L’ultimo scooter che ho avuto da ragazzo non sempre arrivava a quella velocità. In più, se hai Giroud in quella forma e così caldo, nel frattempo non soffri.
Giuseppe - Szczesny aveva preso gol da Mbappé in Champions League sul secondo palo, e con eccessiva fretta ha battezzato quell'angolo, e invece Mbappé ha tirato una fiondata fortissima dall'altra parte. Un fuoriclasse che nel grande romanzo dei Mondiali potrebbe stare a Pelé come Messi sta a Maradona: dipende da lui e da questa Francia che è debordante contro le squadre inferiori, ma lo sapevamo già, e adesso è attesa dai test che fanno la storia. Prima della doppietta non era stato brillante come al solito, rasentando appena la sufficienza e mandando alcuni piccoli segnali di egoismo che non sono piaciuti a Deschamps: ma dopo, tutto è perdonato. Il mio migliore in campo è Antoine Griezmann, che come al solito in Nazionale non scende mai sotto il 7: fa tutto, corre, imposta, copre, non fa mai una giocata meno che intelligente.
Fulvio - Detto ciò, la Polonia non mi ha convinto nemmeno un minuto. Nemmeno quando sembrava aver preso le misure alla partita. Ha cominciato con una ventina di minuti in cui sembrava fosse un conto alla rovescia fino al gol della Francia, poi ha scoperto che c’era anche un altro pezzo di campo e ha fatto qualche passo avanti, ma dopo il primo gol è sparita. Il rigore tristissimo di Lewandowski credo che sia la fotografia più realistica: una squadra arrivata con il broncio fin qui.
Giuseppe - Come spesso succede, queste squadre medio-piccole danno il meglio di sé quando sono libere dall'ansia di un traguardo alla portata (com'era per i polacchi il passaggio del girone). È successo anche alla Polonia, che ha giocato 40 minuti molto buoni e poi ha commesso un errore, il che è un altro classico della storia dei Mondiali: le grandi ti concedono sempre un'opportunità, ma spesso è una sola, e tu devi approfittarne. Zielinski non ne ha approfittato. Al di là del rigore finale, oggi è un po' mancato Lewandowski, mentre nella resistenza si sono esaltati pedoni apparsi inadeguati come Cash o Krychowiak. Niente di memorabile, comunque. Questo Mondiale non li rimpiangerà.
Fulvio - Oggi c’è il Brasile, che è la grande favorita, ma proprio in questi giorni leggevo che, in fondo, quando non lo sono stati? Ad esempio: dal 1994, secondo le quote dei bookmaker, è stata sempre la squadra meglio quotata per il successo in cinque dei sette tornei. Ha vinto “solo” nel 1994, quando era quotata come la Germania, e nel 2002, quando non era la prima per gli scommettitori (che avevano preferito Francia e Argentina). Però questo è un Brasile diverso dal solito, perché nella fase a gironi ha gestito la sua superiorità senza impressionare, ma ha mostrato una difesa che nessuno immaginava così solida. Finora, insomma, non ha speso molte energie e, continuo a dire, anche se le spende ha sempre risorse in panchine. Come hai già detto, le cinque sostituzioni possono stravolgere molte partite, e avere dei gioielli che sarebbero titolari in tutte le altre nazionali da mandare in campo non è un particolare da poco. Se pensi che stanno giocando senza Neymar e non se ne parla nemmeno troppo. Anzi, chi parla troppo è il padre di Neymar: "Tornerà per la finale". Ma non gliel’hanno spiegata la scaramanzia?
Giuseppe - In realtà pare che Neymar sia a disposizione già oggi ,anche se probabilmente non dal primo minuto, il che asseconda la tesi di una gigantesca pretattica che il Brasile sta montando ad arte attorno al suo numero 10, sempre un po' meno mediatico di Messi, Ronaldo e Mbappé ma ugualmente sotto pressione. Tra l'altro l'attualità di Brasile-Corea si intreccia con la storia che si sta sgretolando sotto i piedi dei brasiliani, in queste ore appese ai bollettini sulla salute di Pelé: e Neymar è a soli 2 gol dal record di reti in Nazionale di Pelé, e progettava di raggiungerlo proprio in Qatar... Come vedi, della Corea si parla poco e niente, e anche giustamente: non sembra avere arma alcuna per impensierire la Seleçao peraltro riposata dopo la partita col Camerun.
Fulvio - La Corea del Sud non ha davvero nient’altro da chiedere a questo Mondiale e non è una condizione da poco, in certi casi può essere un vantaggio. Certo, pare spacciata, ma ormai non mi interessa più parlare di calcio quando parlo di loro, ma solo di Cho Gue-sung e la sua escalation sui social, le proposte di matrimonio, la sua vita improvvisamente resa difficile da un battibecco con Ronaldo e da un’inquadratura che ha conquistato le fan asiatiche: l’ultima volta che ti ho parlato di lui è stato sabato ed era passato da 20mila follower su Instagram a 1,7 milioni. Ora ti sto scrivendo e sono 2,2 milioni. Spero abbia una batteria di scorta.
Giuseppe - Rilancio col curioso caso di Paulo Bento, un paesino di 2mila anime nel sud del Brasile che si chiama come il ct portoghese della Corea del Sud: caso unico, immagino, nella secolare storia dei Mondiali. Davvero, cosa può razionalmente opporre la Corea a questo Brasile? Velocità, intensità il più possibile, limitare al minimo gli errori e sperare che qualche tenore verdeoro stecchi la serata. Dai, staranno 3-0 già al 65'.
Fulvio - Poi c’è la Croazia contro il Giappone. Diciamo che è il momento in cui la Croazia deve dimostrare qualcosa, perché finora è andato quasi tutto troppo liscio senza dei grandi guizzi. Stanno comunque bene, avevano bisogno di passare la fase a gironi per sentirsi al sicuro e ora, visto che è una squadra che mi sta a cuore (ma questo l’ho già detto, no?), spero si senta più leggera e cominci a fare anche qualcosa di bello. Certo, non hanno un attacco che fa paura, ma io un centrocampo con Modric, Brozovic e Kovacic non lo scambierei con molti altri. E se è un po’ invecchiato rispetto all’ultimo Mondiale, mi sembra comunque invecchiato bene,
Giuseppe - La Croazia c'inganna perché sembra vecchia e consumata, ma in realtà quante Nazionali hanno un centrale migliore di Gvardiol (classe 2002), un terzino sinistro migliore di Borna Sosa (1998) e un portiere migliore di Livakovic? E poi dagli ottavi Mondiali in poi l'esperienza è un valore, come insegna l'Olanda dell'altro ieri. Dovrà però fare attenzione a non lasciare troppo campo al Giappone, che ha ribaltato Spagna e Germania con due blitz fulminanti e immagino progetti il medesimo piano-gara contro i croati, che non cadranno nella trappola. Vedo una partita da punteggio basso, risolta magari da una palla alta, arpionata in cielo dal Perisic di turno. No, la Croazia ha troppa voglia di misurarsi col Brasile ai quarti per lasciar cadere questa occasione.
Fulvio - Il Giappone ha battuto la Germania e Spagna, rimontando entrambe. Quindi non arriva proprio senza referenze. Ha diciannove giocatori su ventisei che giocano in Europa, otto dei quali in Germania (pensa che beffa: gli asiatici cresciuti in Germania vanno avanti, i tedeschi sono già a casa, al freddo dei paesi loro). E dei sette che giocano nella J League, due sono Nagatomo e Sakai, che proprio inesperti non sono. Non considero secondario nemmeno partire da underdog e sapere, proprio in virtù dei due precedenti contro due squadre già campioni del Mondo, che se vai sotto non è finita. Anche perché, finora, il valore aggiunto della squadra è stato Moriyasu, l’allenatore che finora si è girato verso la panchina, ha mandato gente in campo e ha ottenuto gol proprio da loro. Saper fare le sostituzioni non è una brutta cosa.
Giuseppe - Sì, è una squadra tatticamente impeccabile, una di quelle che ha ottenuto di più con i cambi. Hanno anche loro una piccola maledizione da sfatare: tre volte agli ottavi, contro Turchia, Paraguay e Belgio, e sempre eliminati. Citi giustamente la massiccia presenza in Bundesliga, una media Bundesliga: Friburgo, Bochum, Eintracht Francoforte... un livello che ci sembra apparentemente basso, ma invece è proprio lì che si affinano le conoscenze necessarie per reggere, anzitutto mentalmente, una partita di 90 o 120 minuti senza cali di tensione. Ma bisogna aggiungere che il Giappone ha avuto anche molta fortuna, perché nelle due partite che citi ha passato 160 minuti rannicchiata in difesa e solo una ventina cercando di segnare.
Fulvio - A proposito di gente invecchiata bene o male. A Sanremo ci saranno i Cugini di Campagna. L’attesa del Festival sarà la mia prossima occupazione, una volta finito il Mondiale.
Giuseppe - Voglio sperare che Infantino sia presente anche lì.