Il Foglio sportivo - that win the best
La Croazia ci ha liberato dalla retorica del calcio bailado
Solo Mbappé (che l'Inghilterra dice di sapere come fermare) gioca in Ligue 1, un campionato fuffa
Ancora sbronzo per la vittoria della Croazia, che ci ha liberato dalla retorica del calcio-giocato-divertendosi e dalla stucchevole danza del piccione, ribadisco che l’Inghilterra vincerà il Mondiale, ma questa sera è molto probabile che perda contro la Francia. I mangiarane sono più forti, e noi abbiamo detto troppe volte che sappiamo come fermare Mbappé. Dalla nostra abbiamo un allenatore che nonostante lo sguardo vacuo sa il fatto suo, è riuscito a gestire i giocatori, riconoscere i propri errori e infondere calma in una Nazionale che da sempre gioca con i fantasmi del passato sulle spalle. Il giorno che smetterà di farli inginocchiare per i neri prima delle partite – con effetti grotteschi tipo nella partita contro il Senegal, con gli avversari, tutti neri, in piedi – avrà raggiunto la perfezione.
Inizio a intaccare la mia scorta di brandy per brindare a Ivana Knöll, tifosa croata che sugli spalti degli stadi del Qatar ha fatto parlare di sé gli amanti della pussy. Ivana, che ci terremo ancora per una partita almeno, si è fatta immortalare alle partite con le sue due belle pinte bene in vista, piegandosi in favor di macchina fotografica per mostrare come le sta bene la bandiera a scacchi rossi e bianchi sulle chiappe. Ivana non è un troione, come voi maliziosetti democratici state pensando, ma una combattente per i diritti: “Non sono musulmana – ha detto – e se noi in Europa rispettiamo l’hijab e il niqab credo anche che si debbano rispettare il nostro stile di vita e la nostra religione. Mi vesto così e indosso il bikini perché sono una cattolica che è qui per i Mondiali”. Cheers, Ivana, spero che Papa Francesco ti metta a capo del dicastero per l’Evangelizzazione, e vedi come fermiamo la secolarizzazione dell’occidente.
Oggi è anche il giorno di Marocco-Portogallo, e se fossi un commentatore di Rai Sport direi che è la sfida tra la sorpresa del Mondiale e la possibile outsider. Ma non lo sono, quindi preferisco provare a portare sfiga all’Argentina ricordando che la Coppa del mondo non è il posto adatto per le favole. Lo scriveva ieri il Guardian, in uno raro articolo che non menzionava diritti dei trans e cambiamenti climatici: quasi mai il trofeo è andato a chi la retorica, la storia, le coincidenza e il sentimento avrebbero voluto finisse. Nel 1950 e nel 2014 il Brasile fu umiliato in casa propria, nel 2006 Zidane – che avrebbe voluto lasciare il calcio vincendo – fu espulso e sconfitto in finale, nel 1994 Maradona al suo ritorno dopo la squalifica fu incastrato e squalificato di nuovo, nel 1990 l’Italia visse un dramma proprio contro l’Argentina di Maradona. Ecco perché, a leggere tutte le stronzate su Messi come El Pibe e la vittoria che manca alla Pulce per essere davvero il più grande, mi auguro che la regola d’oro del romanticismo strozzato al Mondiale si confermi anche in Qatar. Se così non sarà, vorrà dire che fuggirò alle Falkland a finire i miei giorni al pub con la pinta e la mia bionda tra le mani. Non avrei saputo prevedere alla perfezione i risultati dei quarti di finale più belli degli ultimi trent’anni, ma ho letto che qualche giorno fa un uomo ha detto di venire dal futuro e di avere le prove che la finale sarebbe stata Brasile-Francia, coi i verdeoro vittoriosi per 2-1. Non so da che futuro arrivasse, vorrei bere anche io quello che beve lui, e a questo punto posso fare una previsione io, anche se non vengo dal futuro: comunque vada a finire stasera, a fine partita sarò sbronzo.