Dialoghi mondiali/ 21

La Croazia come manifesto del senso dello sport. Il dolore del Brasile

Fulvio Paglialunga e Giuseppe Pastore

Il finale di Argentina-Olanda, che sembrava segnata, è di un tragico che quasi sorpassa la vera sorpresa della giornata. Perché aspettavamo il Brasile ed è sbocciata la Croazia.

“Dialoghi mondiali” accompagnerà ogni giorno di Qatar 2022. Un dialogo quotidiano tra il calcio e il faceto tra Fulvio Paglialunga e Giuseppe Pastore sui temi di giornata, o forse no, dei primi Mondiali invernali della storia.

 

Giuseppe

Dai quarti di finale volevamo lo spettacolo e volevamo le sciabole: siamo stati accontentati. Due partite di emozioni violentissime, ribaltoni, rinascite incredibili e tracolli inspiegabili. Manca solo il piatto forte del martedì sera, un Brasile-Argentina che ci sarebbe stato come il ca(l)cio sui maccheroni. Ma possiamo dirci ampiamente soddisfatti, che dici?

Fulvio

Dico che possono anche esserci altre sorprese, ma una giornata così è quasi irripetibile: sembrava non finire mai. È l'esatta continuazione di una fase a gironi spettacolare e di ottavi belli da vedere. Il finale di Argentina-Olanda, che sembrava segnata, è di un tragico che quasi sorpassa la vera sorpresa della giornata. Perché aspettavamo il Brasile ed è sbocciata la Croazia.

Giuseppe

La Croazia si è rivelata un popolo di straordinari agonisti: non solo i tre magnifici centrocampisti centrali, su tutt'altri livelli rispetto alla sbiadita prestazione contro il Giappone (ma c'era da aspettarselo, conoscendoli), ma anche i soldati semplici che hanno tirato rigori impeccabili, il magnifico Gvardiol, il sempre più sorprendente Livakovic che trovo sconcertante giochi ancora in Croazia. Nel suo rapsodico svolgimento, è una partita manifesto del senso dello sport croato, che da quelle parti equivale al senso della vita. Tutta l'azione dell'1-1, una ripartenza impensabile al 117', dal pallone estirpato da Gvardiol a Fred all'apertura quasi al buio di Modric per Vlasic, trasuda Croazia.

Fulvio

Io devo delle scuse a Livakovic, perché quando aveva parato i rigori contro il Giappone avevo detto che quelli però sarei stato in grado di pararli anche io. Invece se la Croazia si è tenuta in piedi, quando il Brasile ha bucato l'assetto tattico, è perché si è opposto in modo eroico. Dico eroico perché ha proprio messo il suo corpo, un po' fregandosene dello stile, ma sul primo rigore è stato perfetto e ha indirizzato la serie. Hanno passato il turno con merito? Perché no, in fondo? Hanno tenuto per tutta la partita, senza avere un attaccante e poi l'hanno trovato proprio quando serviva. Però, l'eroe è anche Modric: quello che a gesti ha detto “non è finita”. Quanto mi mancherà, maledizione. Mi stavo commuovendo già agli ottavi, per lui.

Giuseppe

Dopo diverse ore continuo a chiedermi dov'è che l'abbia persa il Brasile. Doveva barricarsi in difesa dopo l'1-0, come consiglierebbero i clienti di ogni bar italiano? Ha sottovalutato l'istinto di sopravvivenza dei croati? Io non avrei tolto Vinicius al 60' e non avrei piazzato Neymar come quinto rigorista, ma sono dettagli che potevano tranquillamente passare in cavalleria. Il Brasile ha certamente un nervo scoperto verso la vecchia Europa: è il quinto Mondiale di fila che vanno a casa contro un'europea, e si tratta di cinque europee diverse, Francia 2006, Olanda 2010, Germania 2014, Belgio 2018, Croazia 2022. Che considerazioni potremmo trarne?

Fulvio

Che il Brasile, come sempre, a un certo punto implode sotto il peso di essere il Brasile, di dover sempre comandare la partita, giocare a calcio ballando. Ma credo che un'eliminazione così sia proprio dolorosa, perché al gol di Neymar l'avevano data per chiusa, e proprio quel gol è una prova del calcio che stavano cercando di imporre: hanno passato una partita intera a cercare quel guizzo, quell'accelerazione. Qualche volta ci sono riusciti, ma quando è andata esattamente come doveva nel supplementare sembrava chiaro che, pur con tempi lunghi, la strategia era giusta. E hai presenta quando pensi di aver avuto l'idea migliore, sta andando tutto come immaginavi e invece all'improvviso accade il contrario? Se non ti è capitato nella vita, beato te. E sicuramente non sei brasiliano.

Giuseppe

Invece l'Argentina è riuscita a tirarsi su dal pozzo di frustrazione in cui era sprofondata dopo i 105 minuti regolamentari, meritava di vincerla già ai supplementari e ha tirato i rigori meglio di tutti, complice anche un portiere olandese vagamente imbalsamato. Messi mi è sembrato molto prostrato dopo il 2-2, sbagliando anche palloni facilissimi, e lì iniziano le colpe dell'Olanda che poteva azzannare la preda ferita e si è un po' conigliescamente accontentata di portarla ai rigori. Si potrebbe parlare a lungo della differenza di strategia di compilazione della lista rigoristi tra Tite e Scaloni: il Brasile ha messo Neymar per ultimo, l'Argentina Messi per primo. Che ne pensi?

Fulvio

Forse non avevo mai visto una partita vinta tre volte: l'Argentina l'aveva vinta quando era in vantaggio di due gol, poi quando era avanti di due rigori e infine quando ha tirato Lautaro. Però è stata una partita assurda, che questa volta mi lascia la sensazione che sia tornata a essere una squadra molto legata a Messi, che infatti si è caricato tutto, compreso il secondo rigore (e ne aveva sbagliato uno in questo mondiale) e il compito di tirare il primo nella serie finale. Ma prima ancora aveva preso la squadra per mano creando dal nulla il primo gol e qui lasciami il tempo di una divagazione. Perché lo so che non si può parlare di Maradona ogni volta che si parla di Messi, ma guarda l'azione e il suo assist e prova a ricordarti quello di Maradona a Caniggia in Argentina-Brasile di Italia '90 (chi non se lo ricorda lo trova su Youtube): vanno in direzioni diverse, ma trovano allo stesso modo il minuscolo buco disponibile in un traffico di uomini avversari. Infatti, come dici, quando lui era prostrato era prostrata tutta la squadra, e lì l'Olanda doveva affondare. Ma dobbiamo parlare di Van Gaal, con tutti gli onori, nonostante l'eliminazione...

Giuseppe

Con tutta la stima che ho per Van Gaal, non riesco a credere che abbia avuto il sangue freddo di ordinare uno schema potenzialmente fallimentare all'ultimo pallone del Mondiale, e che sia riuscito alla perfezione. Deve aver provato un senso di onnipotenza difficile da spiegare a parole, tanto che a un certo punto pensavo che avrebbe cambiato il portiere al 119' come otto anni fa contro la Costa Rica (mentre non l'aveva fatto in semifinale contro l'Argentina, perdendola ancora ai rigori...). E' un momento di calcio che ha nobilitato cinque partite olandesi con brani di calcio a tratti putrescenti, come i primi 25 minuti del secondo tempo di oggi in cui non hanno nemmeno lontanamente provato a pareggiarla giocando a pallone. Tra le grandi crisi tecniche del nostro tempo - gli attaccanti italiani, i difensori tedeschi, i portieri inglesi... - bisognerà prima o poi parlare anche del clamoroso inaridirsi della tecnica olandese.

Fulvio

Per questo dico che l'Argentina l'aveva già vinta: l'Olanda giocava proprio con venti metri in meno, senza nessuna foga. Però ha davvero un mago in panchina che, con il materiale che avva a disposizione, è arrivato a un passo dalla semifinale perché ha indovinato tutti i cambi e poi si è trovato a immaginare quella punizione che secondo me guarderemo ancora per anni, perché bello come schema, perché bella l'esecuzione, ma soprattutto perché non era possibile immaginare di giocarsi così l'ultimo pallone (a proposito: i maxirecuperi regalano storie) quando tutti avrebbero tirato. Penso però anche che la mano migliore a far rientrare in partita l'Olanda l'abbia data Paredes con quell'intervento scriteriato sul 2-1 che ha cambiato l'inerzia della partita, dato l'idea che l'Argentina stesse avendo paura. E su quella paura Van Gaal ha giocato. Regalandoci un finale di serata spettacolare, anche se ci tocca già pensare alle partite di oggi.

Giuseppe

Il terzo quarto di finale ci offre un appuntamento con la storia (il Marocco che può diventare la prima africana della storia in semifinale) e un appuntamento con l'analista (Cristiano Ronaldo e tutto ciò che ne consegue). Anche se il modo più sano per interpretare questa partita è concentrarsi sull'abbondanza del Portogallo, che martedì sera - al di là del Divo - ha lasciato in panchina quasi per 90 minuti Rafael Leao e Joao Cancelo e ha comunque dato una ripassata alla Svizzera. Insieme al Marocco condivide la presenza di giocatori in ombra nei club fino a novembre e rigenerati dal Mondiale: lo Ziyech portoghese è Joao Felix, in rotta con Simeone all'Atletico, ma anche Bruno Fernandes sta disputando un torneo da primo violino. E poi c'è quella canaglia di Pepe, il Chiellini lusitano, per cui ho un debole da almeno un decennio.

Fulvio

Devo provare ad andare avanti dopo aver letto “il Chiellini lusitano”, ma forse ce la faccio perché la partita è davvero bella. Forse il quarto più hipster, perché c’è il Portogallo che secondo me non ha detto tutto e il Marocco che vuole continuare a dire qualcosa. Ci ritroviamo a parlare di Cristiano Ronaldo, ma questa volta voglio capovolgere la narrazione, che ora è quasi contro Santos. Mi spiego: ogni volta che tiene in panchina CR7 si espone al rischio di un’eliminazione con colpa. Ma anche se schiera Ramos e fa una tripletta vien da pensare: non si era accorto di avere un giocatore così? Ora, quella di Ramos è proprio una mano beffarda del dio del pallone, ma un allenatore in questo momento dovrebbe mangiarsi il cervello per pensare a come farli giocare insieme. Ronaldo con voglia di vendetta sull’opinione pubblica può essere un’addizione notevole, ma non puoi rinunciare al nuovo eroe. Però è un bel problema, direi.

Giuseppe

Poi però c'è la realtà, che dice che al momento Cristiano Ronaldo è un grande calciatore che non vale come rendimento e condizione fisica nessuno dei titolari che Santos gli ha preferito martedì: compreso Gonçalo Ramos. Il problema è tutto nella testa di Ronaldo, e il clan portoghese fa bene a smorzare, sopire, minimizzare un po' come si fa - passami l'espressione un po' forte - con i matti. Se il quasi 38enne Ronaldo non accetta un minimo sacrificio tattico né di partire dalla panchina per questo Portogallo in un quarto di finale Mondiale, il problema è solo di Ronaldo: avrebbe molto più diritto di lamentarsi Rafael Leao, che nell'ultima classifica del Pallone d'Oro è arrivato addirittura davanti a Ronaldo. Poi però, visto che stiamo pur sempre parlando di un calciatore da 800 gol in carriera, ci sono tutte le premesse perché il problema si trasformi in opportunità. E qui Santos è atteso alla più grande prova della sua carriera da ct.

Fulvio

Non dimentichiamoci del Marocco, che di tutte è quella che è arrivata ai quarti più “da squadra”, perché naturalmente non ha una stella all’altezza di quelli di cui parliamo da giorni. Però ha un’organizzazione tattica feroce, non lascia spazi, sembra di vedere giocatori infilati nell’asta del biliardino, con le linee che non si scompongono mai. Solo che la Spagna non aveva giocatori con funzioni di apriscatole, avendo completamente commissariato la tecnica individuale con la tattica di squadra. Invece il Portogallo sì. Allora questo è un lavoro per Bono, il portiere che tutti snobbavano e invece è uno dei migliori della Liga: se lui trasmette sicurezza e para il primo tiro, anche il contropiede diventa un’arma, che fa uscire la squadra dallo splendido contenimento.

Giuseppe

Il Marocco avrà sicuramente più possibilità di sciorinare il suo calcio tutt'altro che difensivo, visto che banalmente avrà un po' più del 20% di possesso palla che gli ha lasciato la Spagna. La stella polare è la magnifica prestazione di due settimane fa contro il Belgio, che ha dato enorme autostima al Marocco e che però andava alla metà della velocità dei portoghesi... credo che alla fine la spunterà il Portogallo anche per banali considerazioni di condizione fisica: dal 50' in poi il Portogallo ha gestito il proprio ottavo di finale, mentre il Marocco ha dato l'anima per 130 minuti con conseguenze anche dal punto di vista mentale. Per esempio, un ristoratore fiorentino ha detto che dopo la partita il suo amico Amrabat gli ha telefonato, e piangeva a dirotto... Invece, noto nelle quote dei bookmakers un equilibrio tra Francia e Inghilterra che mi pare eccessivo: credi davvero che l'Inghilterra - nota per le sue regolari squagliate al cospetto di ogni grande partita di Europeo o Mondiale - possa davvero far fuori i campioni del mondo con almeno tre giocatori (Mbappé, Theo, Griezmann) che sembrano avere le ali ai piedi?

Fulvio

Questa mi sembra un’altra Inghilterra, in realtà. La spocchia da “sta tornando a casa” mi sembra più una roba che viene dall’esterno, mentre la squadra ha abbastanza i piedi per terra forse proprio perché non ha il ruolo di favorita. Da questo momento, per loro, quello che arriva è una conquista. Diverso per la Francia: insegue la doppietta, che è una rarità, era quotatissima e poi ha dovuto fare i conti degli assenti. Ma ha Mbappé che ha la forza curiosa dell’assenza di Benzema e può trascinare il gruppo anche da solo. C’è una frase di Rabiot che mi ha colpito: “Non siamo solo Mbappé”. Ha due significati: motivare il resto del gruppo perché non si appoggi solo al proprio fenomeno e anche far guadagnare la vetrina agli altri. Diciamo che da questo momento in poi la Francia se la gioca molto sulla psicologia, e mi pare interessante.

Giuseppe

Se la mettiamo sulla psicologia, la Francia è imbattibile: non ha l'ansia di dover vincere perché ha già vinto, ha fior di leader rotti a qualunque evenienza e anche dei giovani (penso all'ottimo Tchouameni) che la tensione e la pressione la mangiano a colazione, giocando già in grandissime squadre. Spero che Southgate abbia escogitato un piano tattico che vada oltre la classica marcatura di Walker su Mbappé, intanto perché per limitare Mbappé devi almeno raddoppiarlo, e poi perché gli inglesi non ne uscirebbero provando esclusivamente a difendere, come tentarono (male) di fare una volta passati in vantaggio contro l'Italia un anno fa. All'Inghilterra si chiede qualcosa che culturalmente li mette un po' a disagio, e di conseguenza anche nel calcio: sorprendere.

Fulvio

Invece al momento è Walker che marca Mbappé, e quindi bisogna far leggere a Walker le parole di Matty Cash della Polonia, che il giorno dopo la partita contro la Francia ha detto che gli bruciavano le gambe. L’Inghilterra, però, ha ancora qualcosa da dire e ha Bellingham che può ancora sorprenderci. Credo che in questo Mondiale di giovani campioni lui sia davvero un valore aggiunto che altri non possono permettersi. Ho la sensazione che chi vince questo quarto, in teoria il più equilibrato, possa andare dritto in finale. Sì, anche l’Inghilterra.

Giuseppe

Dalla giornata di ieri abbiamo capito anche il potenziale esplosivo dei mega-recuperi, che non fanno altro - a certe condizioni - che dilatare lo spettacolo. Dalla giornata di oggi chiedo solo che sia all'altezza di quella di ieri. E quanto sarebbe bella una semifinale Francia-Marocco...

Fulvio

Non mi sento di escludere nulla, dopo ieri.

Di più su questi argomenti: