La vasca corta di Lorenzo Mora è lunga abbastanza
Ai Mondiali di nuoto in vasca corta l’Italia non ha mai vinto un titolo individuale nei misti e nel dorso. Il nuotatore di Carpi può essere il primo nell'ultima specialità
Lorenzo Mora spunta in autunno. È un fungo, una castagna, una nocciola. Mentre molti nuotatori vanno in letargo, dopo le fatiche dell’estate e in vista degli impegni dell’anno successivo, lui s’accende. È uno specialista della vasca corta. Ha la ricetta della subacquea perfetta e non intende condividerla con nessuno. Chi lo conosce bene sostiene che ormai ha accettato il suo status, e ne sia uscito ancora più forte e consapevole: in vasca lunga il dorso italiano è Thomas Ceccon, campione e primatista del mondo nei 100 metri, in corta il migliore di tutti è lui.
Oggi, nella prima giornata dei Mondiali di nuoto in vasca corta di Melbourne, Ceccon non ha preso parte ai 100 dorso: come aveva anticipato Il Foglio sportivo sabato, l’eclettico fuoriclasse vicentino in Australia si concentrerà sui 100 stile libero (batterie da domani, con una super sfida al padrone di casa Kyle Chalmers, alla rivelazione estiva, il romeno David Popovici, al francese Maxime Grousset e all’altro italiano Alessandro Miressi, campione in carica della specialità), sui 50 farfalla e sui 100 misti, oltre che sulle staffette, dove ha vinto la medaglia d’oro nella 4x100 stile (con tanto di record del mondo) a fine programma. Lorenzo Mora invece ha ottenuto il terzo miglior tempo dopo le semifinali (49’’57). Un mese e qualche giorno fa, a inizio novembre, a Genova, nella sua piscina preferita, ha nuotato in 49’’37, nuovo record italiano. Solo lo statunitense Ryan Murphy (49’’17) sembra fuori portata, ma mancherà tutto il podio dell’anno scorso: l’altro statunitense Shaine Casas (anche lui farà altre gare), il russo Kliment Kolesnikov (per l’invasione dell’Ucraina) e il romeno Robert Glință (eliminato in batteria).
Ai Mondiali di nuoto in vasca corta l’Italia non ha mai vinto un titolo individuale nei misti e nel dorso. L’assalto di Lorenzo Mora a questa prima volta non finirà comunque domani: venerdì ci saranno i 50 (in cui è medaglia d’argento in carica, parte con il quinto miglior tempo d’iscrizione), domenica i 200 (quarto tempo d’iscrizione), la specialità più lunga, quella con più virate e più subacquee, e allora ça va sans dire, attenzione anche lì. A Genova ha nuotato il nuovo record italiano: 1’48’’72. È la gara che gli riesce meglio, quella che sente più sua. Sfiderà questa volta sia Shaine Casas sia Ryan Murphy, i maestri americani che alle Olimpiadi nel dorso hanno dominato ininterrottamente da Atlanta 1996 a Rio 2016, eppure il suo idolo è un giapponese, Ryōsuke Irie, 177 centimetri per 62 chili di leggerezza a testa in su, con cui ha condiviso emozionato la batteria della mattina e la semifinale del pomeriggio.
Ventiquattro anni, vigile del fuoco, carpigiano che si allena a Bologna con il simpatico tecnico emiliano Fabrizio Bastelli, tifoso della Fortitudo e lettore di Palahniuk, Kafka e Pessoa, Lorenzo Mora rappresenta la working class che negli ultimi anni ha trasformato l’Italia del nuoto in una delle nazionali più forti del mondo. La concorrenza interna non lo abbatte più, adesso lo stimola. È un uomo-squadra e molti si confidano con lui. Un anno fa, ad Abu Dhabi, dopo la medaglia d’argento nei 50 dorso, ha pubblicato su Instagram un meme di Jack Sparrow: “L’avete visto tutti? Perché col cavolo lo faccio un’altra volta”. Eh no, Lorenzo: riprovaci, fallo ancora meglio.