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Tutti i segreti della Coppa del Mondo. Viaggio nell'azienda milanese che l'ha creata

Jacopo Strapparava

Com’è nato il trofeo più ambito di tutti? Com'è fatto e quanto vale? Ed è vero che viaggia in una valigia Vuitton? A Paderno Dugnano, nell'hinterland di Milano, sorge la Bertoni s.r.l: è qui che cinquantanni fa un artigiano ebbe la grande intuizione da cui è nata la coppa che domenica sarà assegnata a Doha

A Paderno Dugnano, nel milanese, si trova la Bertoni s.r.l: l'azienda che ha creato la Coppa del mondo, dopo aver vinto un concorso della Fifa. È qui che il trofeo torna dopo ogni campionato mondiale per i restauri ed è qui che vengono realizzate le copie destinate a restare alle nazionali campioni. Noi ci siamo stati per svelare tutti i segreti della coppa e i dettagli più curiosi.
  

Quante sono le Coppe del Mondo? In tutto il mondo esistono sedici copie del trofeo più ambito.

L'originale.  È alta 36,8 centimetri e pesa 6 chili e 175 grammi. Composta di una lega fatta per il 75 per cento  in oro e per il 25 per cento d'argento. Ricoperta da una pellicola d’oro 24 carati. È conservata a Zurigo, sotto una teca, al museo della Fifa. Ogni quattro anni viene data in prestito alla Nazionale che vince i mondiali, che è tenuta a restituirla.

Le copie del trofeo.  Hanno le stesse dimensioni dell’originale. Di ottone, ma rivestite d’oro fino per renderle più lucenti. Dodici, tra il 1974 e oggi, sono andate alle nazionali campioni del mondo. Una verrà assegnata tra pochi giorni in Qatar. Un'altra è già pronta per i mondiali 2026. L’ultima è quella più a portata di mano: sta a Paderno Dugnano, terra di nebbia e capannoni, profondo hinterland milanese, a venti minuti di treno suburbano dalla stazione Cadorna. L’azienda che produce la Coppa è di lì. E ha pensato bene di tenersene una copia nello showroom.

Come nasce la Coppa del Mondo. Tutto nasce dopo la finale di Messico ’70, Brasile Italia 4-3. I carioca hanno vinto il loro terzo mondiale e per regolamento possono tenersi per sempre la vecchia coppa Jules Rimet. La FIFA deve inventarsi qualcosa di nuovo. Si fa un concorso. Cinquantatré proposte. Tra esse, quella di un certo Silvio Gazzaniga, direttore artistico della Bertoni s.r.l., artigiano di Paderno Dugnano. Il suo bozzetto: "Due atleti che affiorano dalla massa in forma rustica, a rappresentare la fatica. Due giocatori trasformati in giganti dalla vittoria, ma non per questo super-uomini. Due eroi che, esultando, tendono il mondo tra le braccia. Un simbolo di pace e fratellanza".

 

 

Palmares (aziendale).  Oggi la Bertoni di Paderno Dugnano produce anche la Coppa dalle grandi orecchie - la Champions League -, la Coppa Uefa e una sfilza di altri riconoscimenti, medaglie e trofei meno famosi. Dirige i lavori Valentina Losa, classe 1979, della quarta generazione dei Losa-Bertoni. Della s.r.l. è amministratrice unica, ma si definisce "capo supremo»"

Come viene realizzata la Coppa Fase uno, la fusione a cera persa: si crea un modello di cera, si infila il modello in un cilindro di silicone, si cola il metallo nel cilindro, la cera si scioglie, il metallo solidificandosi ne prende la forma. Fase due, la cesellatura: si eliminano buchi, difetti, imperfezioni. Fase tre, la doratura: si immerge la fusione in una vasca 80x80 che contiene cianuri e oro fino, tramite un processo elettrolitico, le particelle di oro si attaccano al metallo. Fase quattro, la pulizia: si bagna la coppa e la si pulisce con una pistola ad aria compressa. Fase cinque, la composizione: alla fusione si uniscono le basi di malachite (i 2 anelli verdi alla base) e l’anello centrale. Fase sei, l’incisione: si scrive "Fifa World Cup" e il nome della nazione ospitante (quest’anno, Qatar). Fase sette, la zapponatura: si spara sopra il trofeo una vernice protettiva. Tempo necessario per tutta l’operazione: tre mesi.

Restauri Dopo ciascuna premiazione, originale e copia tornano a Paderno Dugnano per il restauro. Ogni volta, gli artigiani della Bertoni sistemano le ammaccature, rifanno il bagno galvanico nella bacinella d’oro e incidono sotto la base il nome del nuovo vincitore.

Spostamenti La coppa torna a casa su un camion blindato, protetto da guardie giurate armate. I dettagli del viaggio sono top secret. La stessa signora Losa viene avvisata solo quindici giorni prima, e avverte i dipendenti solo all’ultimo. D’altra parte, come dice lei, "tu vorresti avere la Gioconda in casa?".

Viaggi di lusso. Spesso, ma non sempre, l’originale viaggia in una valigia di Louis Vuitton. Solo gli addetti della FIFA e i calciatori che l’hanno vinta hanno il permesso di toccarla.
 

 

Guai e aneddoti. Dopo la finale di Berlino del 2006, gli italiani, comapioni a spese della Francia. restituirono l’originale sbeccata alla base. "Ma sempre dopo le finali, la Coppa torna qui malmessa", assicurano in azienda. 

Quanto vale la Coppa. Le copie valgono circa 5 mila euro; l’originale, dai 250 ai 300 mila euro, a seconda delle oscillazioni del prezzo dell’oro.

Capricci. Alcuni calciatori hanno chiesto alla Bertoni di produrre una replica della Coppa da tenersi in casa. Cosa vietatissima, ovviamente. "Con uno ho anche litigato", racconta Valentina Losa. Con chi? "Non lo dirò mai, nemmeno sotto tortura". Uno famoso? "Uno famoso". Uno che l’ha effettivamente vinta? "Uno che l’ha effettivamente vinta". Come andò? "Mi disse: 'Ma io sono…!'. Gli ho risposto: E io sono Valentina Losa!”. Ancora oggi, i miei dipendenti ci scherzano su: "Sei l’unica donna ad avergli detto di no".

Cinquanta anni e non sentirli. La signora Losa è esperta di design, lei stessa ha disegnato alcuni trofei. Ma non c’è niente da fare: la sua preferita resta la Coppa del Mondo. Quando rimira la sua copia, nel suo showroom, tra le nebbie dell’hinterland, le viene da chiedersi: "Ma dove la trovi una cinquantenne così moderna?"

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