Foto Ansa

Thomas Ceccon è il van Aert del nuoto italiano

Francesco Caligaris

L'azzurro oggi ha vinto la medaglia d’oro nei 100 misti in 50’’97 ai Mondiali in vasca corta: ad appena 21 anni ha già vinto 52 medaglie internazionali tra le gare senior e le gare giovanili, tra vasca lunga e vasca corta

“Quand’è che inizi a preparare i 200 misti in vasca lunga?”. Quante volte se l’è sentito chiedere, domandare, ripetere Thomas Ceccon dai giornalisti in zona mista e durante le interviste. Del resto per uno che va forte a dorso, va forte a stile libero e va forte a farfalla, la destinazione finale e naturale non può che essere quella. Certo, manca la rana, ma Thomas Ceccon è nato per nuotare. Sa fare tutto. È il Wout van Aert del nuoto italiano, versatile come il fuoriclasse del ciclismo che spazia dalla strada al ciclocross, dalle volate di gruppo alla vittoria sul Mont Ventoux al Tour de France. E oggi, ai Mondiali in vasca corta di Melbourne, senza neanche quasi annunciarlo, Thomas Ceccon ci ha accontentati: ha vinto la medaglia d’oro nei 100 misti in 50’’97.

 

Thomas Ceccon non ha mai amato la vasca corta. “Troppi muri per lui”, scherza il suo allenatore Alberto Burlina. Nelle ultime due stagioni però ha iniziato ad abituarsi, a capirla, ad apprezzarla. Si è presentato ai Mondiali di Melbourne sacrificando i 100 dorso di cui è campione e primatista del mondo in vasca lunga (anche a causa di un calendario evidentemente partorito da un canguro) per concentrarsi sui 100 stile libero, a livello individuale e in ottica staffetta. “In realtà l’obiettivo era vincere una medaglia nei 100 stile libero”, ha detto ai microfoni della Rai subito dopo l’impresa nei 100 misti. È arrivato quinto, pur con il suo nuovo primato personale. Nella staffetta ha conquistato l’oro con il record del mondo. E in più, tra una fatica e l’altra, ci ha infilato anche il primo titolo mondiale individuale in vasca corta per l’Italia nei misti, approfittando della squalifica, dopo la semifinale, del francese Maxime Grousset, il favorito.

 

Non è la prima volta che Thomas Ceccon stupisce quasi senza volerlo. A giugno, ai Mondiali in lunga di Budapest, avrebbe agguantato un’inattesa medaglia di bronzo nei 50 dorso se i giudici (tutti americani) non avessero accolto un dubbio ricorso di un atleta (americano) inizialmente squalificato per una subacquea irregolare. Anche agli Europei di Roma di agosto, arrivato stremato tanto da rischiare di perdere i “suoi” 100 dorso, ha messo la mano davanti a tutti nei 50 farfalla. Thomas Ceccon è così: deve variare spesso, altrimenti s’annoia.

 

Ad appena 21 anni ha già vinto 52 medaglie internazionali tra le gare senior e le gare giovanili, tra vasca lunga e vasca corta, tra finali individuali e staffette (a fine giornata è arrivato terzo nella 4x200 stile libero insieme a Matteo Ciampi, Alberto Razzetti e Paolo Conte Bonin). Secondo il suo allenatore è “un numero primo”, una definizione bellissima e azzeccatissima. È senza dubbio il più grande talento acquatico che sia mai nato in Italia: tronco infinito, bacino stretto, braccia e mani lunghe. Vincerà ancora, tanto, in tutti gli stili. Magari anche nei 200 misti in vasca lunga, dove quest’estate è comparso un avversario di tutto rispetto, un francese più giovane di lui, Léon Marchand, 20 anni, programmato per Parigi 2024. Intanto però, nel frattempo, smettiamo di chiederglielo.

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