Pogba, Lukaku e compagnia. Il 2023 dei delusi dal 2022
La Serie A rinizia il 4 gennaio, quando la caccia al Napoli capolista verrà aperta di nuovo. Ecco l’album dei delusi della prima parte della stagione
Il Mondiale come stimolo, come fantasma da cancellare, come punto di svolta tra il prima e il dopo. La collocazione anomala dell’ultima Coppa del Mondo ha creato uno spartiacque per il nostro campionato, quasi due mesi di stop tra l’ultima immagine che abbiamo, il 3-0 della Juventus sulla Lazio di metà novembre, e le prime che avremo in un 4 gennaio da abbuffata calcistica post natalizia, dieci partite in un giorno solo, roba che sembra provenire da un’altra epoca. I riflettori sono tutti puntati sul Napoli ma c’è anche chi si muove nell’ombra di una prima parte di stagione sotto le aspettative, per un motivo o per l’altro. Il momento è propizio per mettersi a pensare all’album dei delusi, a quelle figurine che fin qui non hanno regalato sorrisi ma che potrebbero rivelarsi decisive nella seconda metà di una stagione così diversa da quelle passate.
Paul Pogba ha inseguito il Mondiale senza mai davvero poter dare il via alla propria rincorsa: l’infortunio che lo ha tenuto fermo per mesi è anche quello che gli è costato il torneo in Qatar, proprio lui che in Russia, quattro anni e mezzo fa, era stato tra i principali artefici del successo francese. I tempi di recupero sono ancora un rebus, Pogba si allena a parte alla ricerca di una condizione di forma che inizia a preoccupare Allegri e i tifosi. Nel suo caso, il mancato Mondiale potrebbe diventare benzina per il riscatto. Difficile, invece, decriptare le motivazioni di Angel Di Maria, trasfigurato in panchina mentre assisteva all’agonico supplementare con la Francia: il giocatore visto nei primi 60 minuti di quella partita sarebbe in grado di manipolare il campionato italiano a suo piacimento, l’auspicio bianconero è che il raggiungimento del sogno di una vita non finisca per svuotarlo a livello mentale.
Da Torino a Milano, il passo è breve. Il ricordo del Mondiale di Romelu Lukaku è quello degli errori grotteschi contro la Croazia, inconcepibili per un attaccante del suo livello. Fotografie dolorose, che hanno rappresentato la fine di un’epoca per il Belgio. Simone Inzaghi e l’Inter hanno cercato di galleggiare in questi mesi in cui l’ex Chelsea ha cercato di lasciarsi alle spalle l’infortunio, ora dovrà dimostrare di essere in grado di dimenticare in fretta un torneo che rischia di lasciare scorie pesantissime a livello psicologico. Non era così atteso in Qatar Charles De Ketelaere, mentre i tifosi del Milan continuano a chiedersi se l’acquisto più costoso del mercato estivo sia stato effettivamente centrato oppure no. E con Giroud affaticato dal Mondiale, il belga potrebbe ritrovarsi già a Salerno a indossare abiti che era abituato a vestire nella sua esperienza al Bruges, quelli del centravanti: Pioli ha aperto al piano B, chissà che non possa diventare la soluzione giusta per sbloccare uno stallo apparentemente infinito.
La raccolta delle figurine dei delusi della prima parte di stagione non si esaurisce con le tre grandi storiche del nostro calcio: Maurizio Sarri non ha ancora mai avuto, a causa degli infortuni, il miglior Ciro Immobile; lo stesso può dirlo José Mourinho di Tammy Abraham, senza però poter usare l’alibi della condizione fisica. L’inglese sentiva di avere il pass per il Mondiale in tasca e lo ha visto sfumare all’ultimo sprint, con Southgate che ha manifestato pubblicamente il suo scetticismo sulle prestazioni del centravanti romanista. E se la Juve aspetta Pogba, Mou è ancora in attesa dell’uomo che avrebbe dovuto dare un altro peso al centrocampo giallorosso, Gini Wijnaldum, al quale mancano un paio di settimane per il rientro definitivo in gruppo.
Usando la classifica come punto di appoggio si arriva all’Atalanta, sorprendente nella primissima parte di stagione e poi vittima di un male oscuro, in ogni caso squadra lontanissima da quella che qualche anno fa stupiva per la sua fase offensiva. Delle prime otto, soltanto la Roma ha segnato meno della banda Gasperini. Il motivo è da rintracciare anche nei problemi fisici di Duvan Zapata, che ha visto il suo fatturato andare in calando dalla prima stagione nerazzurra: da 23 gol a 18, poi 15, infine 10. Attualmente, con sole nove presenze all’attivo, il tassametro riporta una sola rete. Un ruolino praticamente identico a quello di Domenico Berardi, flagellato dagli infortuni nell’anno in cui ha sposato definitivamente la causa neroverde, mettendosi la maglia numero 10 sulle spalle e giurando amore eterno a una piazza che per lui è stata madre amorevole e forse anche freno alle ambizioni. Dionisi ha paragonato l’importanza di Berardi nel gioco del Sassuolo a quella di Mbappé nella Francia, mettendo i doverosi paletti per evitare facili sberleffi. Ma del suo rientro in piena forma potrebbe giovarne anche Andrea Pinamonti, fin qui distante dai suoi standard empolesi e alle prese con lo scomodo paragone con Scamacca e Raspadori. Tanti volti, tante figurine, un Mondiale piazzato in mezzo a una stagione ancora indecifrabile. Soltanto chi riuscirà a scrollarsi di dosso le incertezze e i problemi della prima parte di campionato potrà dare un senso compiuto ai prossimi mesi.
Il Foglio sportivo - In corpore sano