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De Zerbi ha capito la Premier League

Francesco Gottardi

Dopo un avvio stentato, l’ex allenatore del Sassuolo ha iniziato a ottenere risultati anche in Inghilterra: istinto di sopravvivenza, più che rivoluzione. E ora il Brighton batte anche le più forti

Pep Guardiola lo aveva detto: “È solo questione di tempo. Presto il calcio inglese scoprirà quanto bene giocano le squadre di Roberto De Zerbi”. O quanto male riescano a far giocare le avversarie: “Non ricordo una partita più brutta da parte dei miei ragazzi in tutta la carriera”, ammette Jürgen Klopp dopo aver affrontato il Brighton and Hove Albion. Tra le affermazioni dei due signori del football sono passati appena tre mesi. Da Liverpool al Liverpool, dal pirotecnico pareggio di Anfield al sonoro 3-0 registrato nell’East Sussex (dove i padroni di casa non battevano i Reds dal 1984). Tanto è bastato all’allenatore bresciano per adattarsi ai ritmi della Premier League. E strappare gli applausi dei migliori.

 

Per De Zerbi, stratega del fraseggio prolungato, in realtà il nome è soprattutto uno: “Quello di chi inventò il tiki-taka, maestro senza pari negli ultimi trent’anni”. Lo aveva già conosciuto, prima di firmare con il Brighton lo scorso settembre. Visita a Manchester, qualche cena insieme e interminabili chiacchierate di calcio. Con una visione comune: “Ammiro molto Roberto”, raccontava Guardiola, quasi evocando Stanis La Rochelle e il repertorio ‘Boris’, “per il suo modo così non italiano di interpretare la cultura del lavoro”. Che nel pallone vuol dire aggredire anziché difendere, imporre il proprio gioco a prescindere da chi c’è davanti. Notare il tempismo: Pep parlava così alla vigilia dello scontro diretto di fine ottobre, dopo che le prime quattro gare di De Zerbi alla guida dei Seagulls si erano risolte con due pareggi e altrettanti ko. L’eredità di Graham Potter, volato alla corte del Chelsea, cominciava a pesare. Il pubblico a fischiare. “Ma abbiate pazienza e vedrete”, garantiva Guardiola.

   

Il Brighton perderà anche quel match, in casa del Manchester City. Poi però volta pagina: poker avvelenato proprio contro il Chelsea e da lì in avanti sette vittorie nelle ultime dieci tra campionato e coppe. L’Europa League di nuovo nel mirino, l’onore delle armi anche da chi persegue altre filosofie. “Prima i calciatori del Brighton giocavano a Potter-ball”, sorride amaro Klopp, “ora sono passati al De Zerbi-ball. Lo abbiamo vissuto sulla nostra pelle: squadra tosta, in fiducia, nessuno li prende più sottogamba. Chi avrebbe immaginato che le statistiche del possesso palla”, il 62 per cento pure contro il Liverpool la scorsa giornata, “sarebbero perfino migliorate con il nuovo allenatore? Quindi complimenti a loro”.

  

Il grande merito dell’ex Shakhtar e Sassuolo, 43 anni, va oltre quel che gli si attribuisce. Mica è arrivato per spaccare la Premier: si sarebbe spaccato lui. Ha aspettato, invece. Rizzando le antenne e cercando di capire virtù e stranezze di quel nuovo mondo. Scriveva Sun Tzu nell’Arte della guerra: “Conosci il terreno e il cielo e la tua vittoria sarà totale”. Riformula De Zerbi a Sky Sport: “Il day off in mezzo alla settimana mi sembrava un giorno di lavoro buttato. Ma per i ragazzi qui è sacro: e allora ecco il bello dell’imparare, perché il calcio può essere vissuto anche in modo diverso dal nostro”. Senza stridere con la base tecnica lasciata dal suo predecessore. “Dobbiamo curare i dettagli negli ultimi 25 metri”, spiegava dopo le prime sconfitte. “Ma so come migliorare e dobbiamo farlo in fretta”. E soltanto allora, a equilibrio ottenuto, De Zerbi si è permesso di lasciare tracce della sua firma: cambiare schieramento tattico (dalla difesa a tre alla linea a quattro), blindare i suoi campioni (del mondo e dalle sirene di mercato, vedi Mac Allister), concedersi il lusso di escludere il talento più prolifico della squadra (Leandro Trossard) per questioni disciplinari. “Dispiace, ma deve capire che io sono l’allenatore e decido le regole in spogliatoio”.

   

Meglio la storia dell’insospettabile Solly March: 28 anni, una vita nel Brighton, nelle ultime tre settimane ha realizzato un exploit da 4 gol e 3 assist tra cui la doppietta che ha steso il Liverpool. Per i suoi tifosi è il coronamento dell’abnegazione. “E per noi giocatori è così De Zerbi: un perfezionista, un motivatore ossessionato dal calcio. Se gli viene in mente un’intuizione all’una di notte, tranquilli che ci sveglia”. Quindi March lo descrive con il termine ‘animated’: vivace, movimentato, gesticolatore a bordocampo. That’s very italian, però. “E noi lo adoriamo!”. Anche Guardiola chiuderà un occhio.