Un weekend di rugby sulla neve
Dopo due anni di stop a causa della pandemia è tornato il torneo di Snow Rugby di Tarvisio. Cosa vuol dire giocare con il pallone ovale sulla neve
C’è Mico, che ha partecipato a tutte le edizioni e che ora ha coinvolto la sua squadra, la Stella Rossa di Milano. C’è Silvia che vive qui e che scende in campo con le sue compagne da anni. C’è Marco, che è il più bravo di tutti a cercare giocatori in giro per il campo base, “rubandoli” agli avversari e dandogli la maglia del Ladispoli: un fenomeno che si è diffuso talmente tanto che ha preso il nome di Cavicchismo, dal suo cognome. Ci sono tante altre persone: volontari, medici, speaker, fotografi, atleti (più o meno) dall’Italia, dall’Europa e dall’Iran, ma soprattutto c’è lei. La neve.
Per la decima volta, il torneo di Snow Rugby di Tarvisio, in provincia di Udine, una manciata di chilometri dalla Slovenia, raccoglie le avventure e le disavventure sportive di svariati pazzi, che per un paio di giorni danno prova di coraggio e forza, giocando sulle nevi del Monte Lussari.
Trentacinque formazioni, mai così tante, per una manifestazione che è tornata dopo due anni di stop a causa della pandemia. E c’era voglia, tanta voglia, di rivedere l’ovale fluo (per non perderlo nella neve) correre tra le mani di rugbisti e rugbiste in maglie da rugby coloratissime e curiose, cercando di trovare una sintesi tra lo sforzo sportivo in campo, e quello ludico nel tendone adibito ad area di ristoro, ma anche a dance floor.
Un successo che nasce dall’idea di Alberto Stentardo, che dodici anni fa ha pensato di riproporre su una superficie inusuale, le regole del più popolare beach rugby. “Se si può giocare sulla sabbia – si sarà sicuramente detto al tempo -, allora possiamo farlo anche sulla neve”. E così fu.
Il torneo femminile è stato vinto dalle ragazze della formazione di Monaco di Baviera, mentre quello maschile è andato ai Discepoli, una formazione di pazzi che, vista la somiglianza del loro capitano con Gesù, ha pensato bene di mettere su una squadra, disegnare e realizzare delle maglie che riprendevano una vetrata gotica in cui il Signore è ritratto con un pallone da rugby tra le mani e andare in giro per Tarvisio intonando canti da chiesa.
Normale? Decisamente no, ma nel panorama carnevalesco/nevoso del fine settimana di torneo friulano, questo assume un significato quasi ordinario. Al di là dell’aspetto sportivo, infatti, a Tarvisio c’è tanto divertimento. Un divertimento che spesso diventa amicizia, o addirittura qualcosa di più. Caterina, del Forum Iulii, la franchigia regionale che raccoglie le giocatrici delle principali squadre di rugby del Friuli-Venezia Giulia, ha conosciuto proprio durante un’edizione delo Snow un ragazzo del Rugby Como e qualche mese fa l’ha sposato, giusto per dirne una. Ma si possono raccontare mille storie attorno a un torneo che punta sempre di più all’inclusione e alla crescita. Proprio per questo sono stati invitati gli Elefanti Volanti, che con la loro allegria hanno ricordato a tutti il progetto che portano avanti. Far scendere sulla neve dei ragazzi con disabilità, facendogli vivere una giornata da vera squadra, con partenza in bus, trasferta, spogliatoi, partita, terzo tempo, è forse la più grande vittoria di Stentardo, del direttore Cesare Zambelli e di tutti i membri di uno staff che ogni anno rinnova la tradizione di questo pazzo pazzo sport. Che vuol dire però giocare sulla neve? Le regole sono le stesse del beach rugby: cinque contro cinque, due tempi da cinque minuti, campo a misure ridotte, niente uso del piede, niente raggruppamenti, le mete valgono un punto. Tutto per favorire un gioco dinamico, veloce e coreografico.
Certo, a inizio giornata, con il terreno di gioco più duro, è difficile non uscire doloranti da una bella marcatura in tuffo, ma comunque ogni dolore viene addolcito da un bicchiere di vin brulè e dalla musica della festa che si fa nel tendone tra un giorno e l’altro. Festa che forse miete più vittime del campo stesso.
La domenica mattina è difficile trovare giocatori o giocatrici senza occhiaie, rapidi e scattanti come il giorno prima. Meraviglie di un torneo amichevole e per niente inasprito dal fatto che c’è comunque un titolo di campione da conquistare. Nonostante questo clima disteso, ci sono ogni anno formazioni che si impegnano per arrivare alla finale. I Discepoli, per esempio, avevano vinto anche due edizioni dello Snow Rugby di Predazzo, in provincia di Trento ed erano preparati per questo tipo di gioco, che è tutto basato sull’uso dello spazio e sull’impedire agli avversari di giocare la palla, perché l’ovale non può rimanere fermo per più di due secondi.
Insomma, lo snow rugby è uno sport faticoso, ma incredibilmente divertente: tanto dentro quanto fuori dalla pista adibita a campo. Se poi si riesce a vincere, tanto meglio. Altrimenti si beve un bombardino insieme e si fa una cantata abbracciati. Che non è mai una cosa negativa.