Il Foglio sportivo - IL RITRATTO DI BONANZA
Per il Milan è giunto il momento di scoprire le carte
A Riad è stata una disfatta. Pioli, calmo anche in eccesso, potrebbe diventare all'improvviso cattivo? E quando Ibra tornerà, sarà lo stesso di prima? Il campionato è ancora tutto da vedere e la squadra ha ancora le sue cartucce
A forza di darsi ragione, il Milan si è ritrovato a capofitto dentro il torto. Succede spesso dopo le grandi imprese, di fronte alle prime difficoltà. Ci si guarda riflessi e ogni difetto sparisce dietro lo specchio. Il Milan del dopo scudetto non ha mai convinto del tutto, ma non si è messo immediatamente in discussione, con una forma di autocritica anche severa che raddrizzasse una barca un po’ inclinata. Si è dato delle spiegazioni di comodo e continua a farlo anche dopo una sconfitta umiliante come quella di Riad. “Non siamo stati squadra ma i valori permangono”.
Pioli accusa e difende, svolge il suo lavoro di tira e molla, come molti allenatori fanno. Sa che scaricare la squadra significa scaricare sé stesso, ma non conosce i limiti di una tale strategia, dove un eccesso di calma non è detto che cancelli la tempesta. Ma del resto è comprensibile, come può il dolce Stefano diventare all’improvviso cattivo? È l’uomo del dialogo, della comprensione, della pacca sulla spalla e del sentimento. Non si può chiedergli di vivere il presente rotolando in salita, contro la sua stessa natura. Servirebbe Maldini, ma al momento non si sente, un presidente, ma non si vede, qualcuno che si prenda la briga di farsi anche odiare, come un regista pazzo che cambia all’improvviso tutto il copione.
Il Milan paga un giocatore che non c’è mai, Ibrahimovic, il quale si allena a rientrare, prolungando l’attesa di chissà quanto e come, perché nessuno conosce il risultato della sua assenza. Sarà ancora un calciatore vero o la sua copia? Anche come personal trainer ha fatto perdere le sue tracce, aggiungendo ulteriore smarrimento, visto che i muscoli del cervello o li alleni con costanza o si addormentano. Ibra è stato lo psicologo del gruppo, la benzina con l’additivo dentro il sangue dei giocatori. Qualcuno magari cerca ancora quello sguardo ipnotico, ormai alterato dal suono allegro di una pubblicità. In tutto questo ci sono i giocatori, alcuni indifendibili. Ma sulla croce o tutti o nessuno, per non provocare un martirio di genere, che sollevi la tonaca di qualche santo dove santi non ce ne sono.
E viene in mente il povero belga, che si nasconde per la paura, molto definitiva, di essere la vittima di un clamoroso scambio di persona. Qualcuno gli comunichi il nome e l’indirizzo del suo ruolo, magari può provare a dare un senso a un’avventura nata bene ma senza un seguito, una trama, un perché. Ma dati causa e pretesto, direbbe l’Avvelenato, il Milan ha ancora margini di ripresa, molte cartucce da sparare. Il campionato, la Champions, è tutto ancora dispiegato sopra un tavolo. C’è una partita a poker, e infatti sono in quattro. Se scopri le tue carte, magari perdi il piatto ma di sicuro non puoi bluffare.
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