Mikaela Shiffrin continua a vincere perché non sente il bisogno di vincere
La sciatrice americana ha conquistato la sua 83esima vittoria in Coppa del Mondo. Prima di lei non c'era mai riuscita nessuno. "I miei desideri hanno a che fare con il lato umano delle cose. Per me, nei prossimi anni, la sfida sarà cercare di trovare un modo per trovare più divertimento nella vita"
Vincere non basta, qualunque campione sa bene che la cosa più difficile è riuscire a farlo di nuovo. E’ una condizione di instabilità perenne, che si ripresenta a ogni gara. Le 83 vittorie in Coppa del Mondo di Mikaela Shiffrin sono dunque un prodigio, un attestato di grandezza senza pari. L’ultima, sulla pista Erta di Kronplatz, è anche un record: Shiffrin è la prima donna a sfondare questo muro. "Per vincere un gigante, con questa concorrenza, devo arrivare al limite, se faccio un errore sono giù dal podio, devo prendere dei rischi, a volte funziona ma a volte no".
È difficile trovare una spiegazione razionale a tutta questa grandezza. È puro talento? O è la dedizione al lavoro? Slalom qualche settimana fa ha ripercorso la monumentale carriera della Shiffrin, cogliendo l’immagine di donna forte e fragile, determinata e dolce. In un’intervista dello scorso novembre a olympics.com, l’americana ha parlato di una necessità che non sente più. "Non dirò: 'No, non voglio quella medaglia', perché ovviamente una medaglia è qualcosa di speciale, qualcosa di importante. Il punto non è che non voglio quella medaglia. È solo che non ne ho bisogno".
Se per molti atleti il bisogno di dimostrare è un appiglio per andare avanti, per Shiffrin quella condizione sembra superata. Vince perché non ne ha più la necessità. "Non ne ho bisogno per sentirmi come se avessi realizzato tutto in questo sport. Voglio solo continuare a migliorare", ha detto ancora. È un lusso che a 27 anni può proiettarla in una dimensione mai raggiunta da nessun atleta. Ma per raggiungere questo stato, Mikaela ha dovuto attraversare momenti dolorosi. A 16 anni, quando esordì in Coppa del Mondo, prendeva le cose senza pressione. "Ero spensierata e forse un po’ ingenua. Pensavo: 'Bene, vado a sciare e vedo cosa succede"' E non ho sentito molta pressione. Per il mio primo anno non credo di essermi sentita veramente nervosa. Mi sentivo a mio agio ed ero veloce", ha raccontato a Vanity Fair lo scorso aprile.
L’ansia è arrivata più tardi, quando tutti si aspettavano qualcosa da lei. Shiffrin ne ha parlato spesso. Nel 2017, al Denver Post, aveva raccontato il suo momento. "L’anno scorso ho avuto qualche problema con lo stress e i nervi", aveva detto. Una volta, prima di una gara, il suo fisioterapista era intervenuto per impedire a un cameraman di girare un video mentre Mikaela vomitava. "L’anno scorso avevo un po’ paura. Quest’anno sono un po' più disposta ad accettare tutto questo".
Cinque anni fa, alla vigilia dei Giochi di Pyeongchang, il New Yorker ne aveva fatto un lungo ritratto, presentandola come una che domina il suo sport "con un tipo di prevedibilità e di grazia che attira anche gli spettatori occasionali, che stupisce gli esperti e che spinge a guardare un sacco super-slo-mo. C'è qualcosa nel talento trascendente che induce le persone a tifare per questo". A Sochi 2014, la star dello sci alpino era diventata la più giovane campionessa di slalom femminile nella storia delle Olimpiadi. E nel 2018, a nemmeno 23 anni, Mikaela aveva già vinto una gara in tutte e sei le discipline individuali dello sci.
Ma gli invincibili non esistono. Nemmeno lei era pronta a quello che è successo quando ha perso inaspettatamente suo padre all'inizio del 2020. Il suo viaggio attraverso il dolore è sembrato giungere al culmine ai Giochi invernali del 2022 a Pechino: era la favorita, era tornata senza medaglie. La morte del padre Jeff l’ha cambiata. "Penso che più dei miei obiettivi, i miei desideri abbiano a che fare con il lato umano delle cose. Per me, nei prossimi anni, la sfida sarà cercare di trovare un modo per trovare più divertimento nella vita". Cercare un nuovo equilibrio interiore, concedere di più a se stessa, ecco cosa sta portando la Shiffrin a essere più di una vincente.