Il Foglio sportivo - That win the best
Le balene possono salvare il calcio, non solo la Premier
L’assurdità del caso Greenwood: la polizia lo assolve, ma il Manchester United continua a indagare
Prima di iniziare a lamentarmi del calcio moderno, fatemi brindare a Roberto Perrone: il fronte di noi resistenti al moralismo sportivo ha perso un grande combattente. Cheers, Perri. Da quando questa rubrica è diventata un osservatorio sbronzo della sempre più rapida corsa del calcio verso la propria eutanasia non passa giorno senza che non salti fuori qualche stronzata che brucia anche le più piccole speranze rimaste di un ritorno alla normalità. Giovedì il Guardian (e chi se non un giornale di fighette progressiste con l’ossessione di fare sempre la cosa giusta?) ha pubblicato tutta una tirata sul fatto che il calcio inglese non fa abbastanza per combattere i cambiamenti climatici: non basta che il Middlesbrough pianti un albero per ogni gol segnato contro il Blackpool (ma perché non offrire una birra ai tifosi per ogni rete segnata, invece?), che il Manchester City metta a disposizione un servizio di car sharing per i propri fan, che i giocatori facciano dichiarazioni impegnate sulla necessità di ridurre le emissioni. L’ideale è lo stadio di legno e il menu vegano al ristorante, scrive il Guardian molto indignato da quei club che promuovono la bici per andare alla partita, ma poi hanno una compagnia aerea come sponsor.
Quanta ipocrisia, e non da parte delle squadre che vanno in trasferta in aereo invece che sul dorso di un mulo, ma da parte di chi sta cercando di trasformare il calcio in un salottino frequentato da omosessuali annoiati in cui i risultati delle partite sono l’unica cosa che non conta. Ce l’ho io la soluzione: ho letto nei giorni scorsi l’appello di una biologa che chiede di smettere la caccia alle balene perché le loro feci fanno crescere le alghe che assorbono la CO2 e frenano il riscaldamento globale. Ecco fatto: riempiamo di merda di balena gli spalti degli stadi, lasciamo i tifosi inquinatori a casa, e salviamo il pianeta.
Chi forse accetterebbe questa soluzione sono i tifosi italiani, costretti a seguire un campionato sempre più osceno, con la differenza che in Serie A la merda di balena andrebbe messa direttamente in campo per migliorare le cose. La cosa più assurda della settimana, di quelle che fanno venire voglia di rifugiarsi in una mansarda a bere vino e piuttosto parlare di welfare, è la vicenda Greenwood.
Il giovane talento del Manchester United è stato arrestato due volte nell’ultimo anno, dopo che la sua ex fidanzata lo ha accusato di stupro, violenza aggravata e comportamento coercitivo. Bene, al termine di una lunga indagine la polizia di Manchester ha fatto cadere tutte le accuse. Uno si aspetterebbe le scuse da parte del club, che lo aveva sospeso (ah, il garantismo) e il reintegro in squadra. Niente di tutto ciò, la società ha fatto sapere che adesso avvierà una propria indagine interna per vedere se Greenwood è davvero innocente. Non basta un anno di indagini finite nel nulla – e la vita rovinata al ragazzo per correre dietro al mee too pallonaro – ci deve essere per forza qualcosa per cui il giovane Mason è colpevole, una donna che accusa ha sempre ragione nel mondo degli hashtag e dell’indignazione verso il patriarcato. Sono certo che troveranno qualcosa per incolpare Greenwood: di sicuro non fa abbastanza per combattere i cambiamenti climatici, quindi merita almeno un altro anno agli arresti.